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Leonardo Martinelli per La Stampa
«Scrivimi la canzone d’amore più bella del mondo». Eccessiva come sempre, B.B. la buttò lì. Ma Serge Gainsbourg, che era cotto di lei, la prese sul serio. E in una notte, tra whisky on the rocks e sigarette consumate con avidità, per scrivere parole e note di Je t’aime... moi non plus. Con Brigitte Bardot la registrò pure quella canzone, era il dicembre 1967. Ma non venne mai pubblicata.
È una lunga storia.?Il 19 ottobre dello stesso anno Brigitte e Serge si erano incontrati per la prima volta in uno studio di registrazione parigino. Lei era all’apice del successo. Sarebbe stata la protagonista di uno speciale televisivo a fine anno e Gainsbourg, autore osannato (come cantante, invece, non aveva avuto un reale successo di pubblico), ne avrebbe scritto le canzoni. Quel giorno già le fece interpretare Harley Davidson.
Tra B.B., estroversa e seducente, e Serge, ombroso e introverso, fu subito intesa. Andarono a cenare in un ristorante di Montmartre: ballarono, bevvero, risero. ?Relazione segreta?La mitologia suggerisce che già consumarono quella notte. Iniziò una relazione segreta: il marito di lei, il miliardario, Gunter Sachs, continuava a chiudere uno, anzi due occhi sulle infedeltà della moglie. «Ho amato Serge alla follia», ha ammesso la Bardot pochi anni fa.
E lui ancora di più: l’ebreo che i ragazzini a scuola, nella Parigi occupata, prendevano in giro per il naso troppo grosso e le orecchie a sventola si ritrovava con quello schianto lì. Che rivincita.?Poche settimane e si arrivò alla canzone dello scandalo. Il titolo non ha senso compiuto («Ti amo... io nemmeno»). È un duetto erotico, esplicito, dove l’uomo ostenta distacco («io nemmeno ») solo per pudore, fa finta di non condividere i sentimenti della donna («Ti amo») ma in realtà è preso come lei. ?
Brigitte e Serge la registrarono allo studio Barclay, Avenue Hoche, a Parigi. In un documentario trasmesso dalla tv France 2, il tecnico del suono William Flageollet ha raccontato che «subito fu chiaro che bisognava entrare in una certa intimità. Abbassammo le luci. Gainsbourg era paralizzato, fu lei ad aiutarlo a liberarsi, per arrivare a quella versione finale con la voce tremolante». ?
La mitologia suggerisce che anche lì, in quel momento, tra prese elettriche e microfoni, si consumò l’amplesso.?Il giorno dopo Je t’aime... moi non plus fu trasmessa dalla radio Europe 1. E fu scandalo. Sachs non apprezzò. Va bene la coppia libera ma cornuto davanti a tutta la nazione, no. Brigitte partì per Almeria, in Spagna, a girare il western Shalako, con Sean Connery.
Giunta a destinazione, trovò il marito, che riuscì a riconquistarla. Lei inviò un telegramma a Gainsbourg per implorarlo di non far uscire quel disco (e lui acconsentì, da vero signore). Poi lo piantò. ?Qualche mese dopo, nella primavera del 1968, Serge fu ingaggiato per il film Slogan, storia di un quarantenne che si innamora di una donna più giovane di vent’anni.
Per quel ruolo il regista Pierre Grimblat scelse un’inglese che aveva recitato con Antonioni in Blow Up. Si chiamava Jane Birkin e parlava pochissimo francese. ?Una notte a Parigi?Gainsbourg non la sopportava: i primi giorni delle riprese furono un disastro. Arrivato il venerdì, prima della pausa del fine settimana, Grimblat annunciò che la sera avrebbero mangiato tutti e tre da Maxim’s. Per spiegarsi, così non poteva continuare.
Enrico Mariotti Jane Birkin Serge Gainsbourg
Non si fece vivo, nella speranza che Jane e Serge trovassero da soli una soluzione.?Lei lo prese per mano e lo accompagnò a ballare. Per tutta la notte Gainsbourg la trascinò in giro per la sua Parigi, un condensato di vita. Prima al Rasputin, il ristorante russo sugli Champs-Élysées, lui che era figlio di due ebrei fuggiti dopo la rivoluzione bolscevica. Poi visita ai cabaret di Pigalle, dove, da giovane, aveva suonato il piano per qualche orchestra da strapazzo.
jane birkin avec serge gainsbourg sur x
Il lunedì mattina arrivarono sul set mano nella mano.?Esattamente 58 settimane dopo la registrazione con B. B., Serge si ripresentò allo studio Barclay, accompagnato questa volta dalla Birkin. E con lo spartito di Je t’aime... moi non plus. Lei cantò un’ottava sopra Brigitte. Non ci fu amplesso: Serge dirigeva preciso come un direttore d’orchestra i sospiri di quella voce flebile, più incerta e fresca rispetto alla Bardot.?
Cambiarono anche gli arrangiamenti, di un inglese (Arthur Greenslade) e non di un francese (Michel Colombier, nella versione precedente), con un risultato più moderno e convincente. Je t’aime... moi non plus uscì, era il febbraio 1969. Anche se poi in Italia e in Spagna il disco venne ritirato, bandito anche dalla Bbc, mentre il Vaticano lanciava i suoi strali. L’amore tra i due non fu eterno ma «una parentesi di felicità», come l’ha definita Jane. ?«Io nemmeno»: ma chi ci crede, caro Serge.?
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