AL COLLE? MAGARI MAGALLI! - LE QUIRINARIE DEL ‘’FATTO’’ FINISCONO IN BURLETTA: I CANDIDATI IN TOGA DI MATTEO, CASELLI, GRATTERI NON FANNO INSIEME LA META’ DELLE PREFERENZE DI MAGALLI

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M.G. per “Libero Quotidiano”

 

GIANCARLO MAGALLI  GIANCARLO MAGALLI

Tutti a strologare di modello Pertini e schema Ciampi e nessuno che abbia capito che qui se ne esce solo col metodo Magalli. Laddove per Magalli è ovviamente da intendersi Giancarlo, volto noto dell’intrattenimento Rai e conduttore delle trasmissioni di varietà. La certificazione della non preventivata missione salvifica di Magalli in vista Quirinale arriva d’altronde dalla più autorevole delle fonti: il sito del Fatto quotidiano. I cui lettori si apprestano infatti ad incoronare il paffuto anchorman nientemeno che candidato ufficiale del popolo alla successione a Giorgio Napolitano.

 

GIANCARLO MAGALLIGIANCARLO MAGALLI

Riassunto delle puntate precedenti: qualche giorno fa il giornale-simbolo della resistenza da sinistra al Patto del Nazareno lancia le apposite Quirinarie onde far determinare ai lettori quale sia la carta giusta da estrarre dal mazzo dei duri e puri e susseguentemente lanciare in alternativa all’orrendo nome che verrà scelto dall’orrenda casta degli orrendi partiti. E siccome queste cose o si fanno per bene o non si fanno, la competizione viene spezzata in due: primo turno da cui far uscire una rosa di papabili e ballottaggio per incoronare il vincitore. Il primo turno non riserva grandi scossoni: dietro a uno Stefano Rodotà in grande forma (17mila e rotti preferenze) arrivano in ordine sparso i vari Ferdinando Imposimato, Gustavo Zagrebelsky, Milena Gabanelli e via incivilendosi.

fulvio abbate presidente   classifica fatto quotidianofulvio abbate presidente classifica fatto quotidiano

 

A metà dell’elenco dei consueti numi tutelari, però, spunta la sorpresa: Magalli 1.867 voti. A scanso di equivoci va messo in chiaro come l’exploit del presentatore di politico abbia poco o niente. Semplicemente, si tratta della prima prova in vita della ritrovata popolarità di Magalli.

 

Tutto merito di una recente partecipazione alla seguitissima serie su Internet The Pills, impreziosita da una delicatissima freddura circa la «turbofregna» che ha mandato in sollucchero il famoso popolo della Rete (al solito di bocca buona). Da lì alla conquista sul campo del titolo di nuovo beniamino del web è stato un attimo. Goliardata nata e finita lì, si direbbe dunque. E invece no. Perché ieri si sono aperte le votazioni per il ballottaggio, dove in teoria si dovrebbe fare sul serio. E dove in pratica viene fuori che Magalli dà una pista a tutti.

ferdinando imposimato foto lapresseferdinando imposimato foto lapresse

 

Alle otto della sera, il presentatore viaggiava con un distacco di circa duemila voti su Rodotà (7.600 a 5.600) che non appariva più colmabile. Dietro l’inflessibile paladino della Costituzione ed il simpatico mattatore de I fatti vostri, c’è il deserto del Gobi. Da segnalare in particolare - dato che è pur sempre del Fatto che si sta parlando - il clamoroso fiasco delle candidature in toga: Antonino Di Matteo, Giancarlo Caselli, Ferdinando Imposimato, Nicola Gratteri e Pietro Grasso non fanno tutti insieme nemmeno la metà delle preferenze di Magalli.

Stefano Rodota Stefano Rodota

 

Tanto enorme la cosa, che uno si fa venire il dubbio che i lettori-elettori del Fatto sappiano qualcosa su Magalli che il comune cittadino ignora. Impossibile, d’altronde, che una platea esigente come quella voti in maniera così scriteriata. Soccorre Wikipedia: «Agente onorario della Polizia municipale di Roma, ha ricevuto i gradi di maresciallo, poi di tenente, di capitano e, recentemente, di maggiore. È anche carabiniere onorario». Soliti manettari.

NICOLA GRATTERINICOLA GRATTERI