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V. Ca. per il “Corriere della Sera”
«Questo film non è una tempesta perfetta per raccontare il Cristianesimo. Ma posso fare una premessa?», chiede don Luca Pellegrini, il critico cinematografico della Radio Vaticana. Prego. «Paolo Sorrentino è un grande regista, qui si confronta con le contraddizioni della Chiesa. Lo ritengo in buona fede, non mi interessa se sia credente o meno: ma perché fare un film su un Papa così intransigente e vendicativo, ora, mentre papa Francesco va nella direzione opposta del dialogo e della tolleranza? Ha un senso o è soltanto un' operazione mediatica? Il Papa non può essere questo».
Il Santo Padre si rivolge così ai fedeli nel suo primo discorso: Io sono servo di Dio, non vostro. «È sbagliato, il Papa è un mediatore, noi uomini incontriamo Cristo attraverso la mediazione della Chiesa». C' è un errore che reputa «gravissimo: non è verosimile che un Papa induca a rompere il sigillo sacramentale della confessione, chiedendo a un cardinale di raccontargli i peccati degli altri cardinali».
Poi Pellegrini trova «macchiettistico continuare sugli scandali della Curia». Però esistono. «Nessuno li nasconde. A fronte di un prodotto confezionato in modo sublime, si omette di ricordare come il cammino della fede si fondi anche sul dubbio e sul triplice tradimento di San Pietro, di colui che la Chiesa l' ha portata sulle spalle». Un film non è un testo di teologia. «Però mi chiedo cosa sarebbe il mondo senza la Chiesa».
Il merchandising, l' oggettistica devozionale del Vaticano è uno dei temi. Ai piatti da 45 euro che propone di vendere nel mondo la responsabile del marketing, il Papa dice che è meglio un piatto semplice, bianco, senza decorazioni. «Interessante. Ma sembra che Sorrentino usi ciò che il suo Papa giustamente rifiuta».
THE YOUNG POPE 3
THE YOUNG POPE 2
Papa-Law sogna la sua prima omelia, in cui l' inconscio gli fa dire quello che pensa, per arrivare alla libertà sessuale. «I sogni è utile farne per vederli fallire, e perché il loro fallimento ci serva d' insegnamento. Lo scrive Proust». E le suore che in una scena giocano a calcetto? «Avevamo già visto i cardinali in un torneo di pallavolo in Habemus Papam di Nanni Moretti».
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