DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1. SIMONA ERCOLANI È LA FAVORITA PER LA DIREZIONE DELLA PRIMA RETE
Gianluca Roselli per “Il Fatto Quotidiano”
RENZI CON ANTONIO CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDA
Incassata la riforma della governance Rai che gli dà poteri da amministratore delegato, Antonio Campo Dall’Orto ora potrà procedere alle tanto attese nomine della tv di Stato. Da fine gennaio, quando le sue deleghe saranno operative, metterà mano ai vertici delle reti, prima, e dei tg, poi.
Così, come sempre succede, a Viale Mazzini è iniziato il toto nomi. E, complice lo scambio di auguri di Natale, i sussurri nei corridoi si rincorrono, con nomi che salgono e scendono in un’altalena infinita. Due le scuole di pensiero. La prima vuole un cambio generale di tutte le caselle quasi per tradizione: non è mai successo, infatti, che si togliesse un direttore di tg senza toccare anche gli altri. La seconda prevede, invece, cambiamenti chirurgici dove è necessario.
L’impressione, sondando gli umori più profondi di Viale Mazzini, è che le nomine avverranno in due tranche: prima le direzioni di rete, poi, tra qualche mese, magari dopo le elezioni, le testate giornalistiche. Questo perché sono le reti a spendere di più: ben l’80 per cento del budget, contro il 20 dell’informazione. Mettere lì persone di fiducia significa entrare subito nella carne viva delle spese e dei possibili risparmi.
Partiamo, dunque, dalla rete ammiraglia, Rai1, per la cui direzione si fanno i nomi di Simona Ercolani (che però dovrebbe accettare di guadagnare meno di ora con la sua casa di produzione Stand by me, eventualità che lei ha sempre escluso), ideatrice di Sfide e fresca regista della Leopolda 2015, e dell’attuale direttore di Rai2 Angelo Teodoli, che in tre anni ha risollevato una rete che sembrava morta. Al suo posto a Rai2 potrebbe arrivare l’attuale direttrice di Rai Teche Maria Pia Ammirati, risorsa interna stimata da tutti.
Mentre potrebbe essere spedito da Rai 1 a Rai Cinema Giancarlo Leone. La posizione più debole, però, è quella di Andrea Vianello, da tempo sulla graticola per i flop di Rai3. Per prendere il suo posto in pole position c’è Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Scuola. Un passo indietro Andrea Salerno, vice direttore della Fandango nonché autore del programma Gazebo.
Sui telegiornali la partita si complica. Al Tg1, per esempio, sarà difficile mandare via Mario Orfeo, che sta facendo risultati record, sempre sei punti sopra al Tg5. Se si deciderà il cambio, però, il colpo a sorpresa potrebbe essere quello di Sarah Varetto, attuale direttrice diSkyTg24. Per il Tg2, invece, si fanno i nomi della renziana Gaia Tortora del TgLa7 o di un interno, Stefano Marroni. Poi c’è il Tg3, il telegiornale più in rotta di collisione con il mondo renziano. "Bisognerebbe entrare con il lanciafiamme", disse un anonimo dem tempo fa.
Due i possibili nomi per sostituire Bianca Berlinguer: Maurizio Mannoni o, a sorpresa, Maria Teresa Meli del Corriere della sera. Dietro le quinte si agita anche un altro renziano doc, Mario Lavia, da poco approdato a l’Unità.
Per quanto riguarda le altre caselle, a Rai Fiction potrebbe restare Eleonora Andreatta. Ancora buio, invece, per Rainews24, dove la poltrona è scoperta dall’elezione a presidente di Monica Maggioni, mentre a Radio Rai potrebbe arrivare Vincenzo Morgante.
BIANCA BERLINGUER MARIA TERESA MELI
Per la vicedirezione generale al posto di Antonio Marano (che andrebbe in Sipra), si fa il nome del fedelissimo di Campo Dall’Orto, Gian Paolo Tagliavia, da poco nominato direttore del digitale. Ma anche nelle caselle precedenti non è escluso l’arrivo, a sorpresa, di qualche ex collaboratore del dg pescato dalle sue precedenti aziende. Un grande punto interrogativo, invece, incombe su Rai5, con due possibilità: rilanciarla o addirittura chiuderla.
2. ANZALDI ATTACCA IL TG3 “È CONTRO IL GOVERNO”
Da “la Repubblica”
Il deputato del Pd Michele Anzaldi torna all’attacco del Tg3 e stavolta presenta una denuncia all’autorità delle Comunicazioni. «La tendenza del Tg3 a favorire l’opposizione a discapito delle forze di maggioranza - dice Anzaldi trova conferma anche negli ultimi dati dell’Osservatorio di Pavia.
Nella settimana 12-18 dicembre, nei tempi in voce, il Movimento 5 stelle, che esprime il presidente della commissione di Vigilanza Rai, ha avuto il 20,7% del tempo, mentre il Pd ha avuto il 10,3%, la metà. Finora le denunce pubbliche non sono bastate, allora presenterò un esposto all’Agcom». Anzaldi mette in luce anche la perdita di pubblico del Tg3. «Evidentemente la testata non è più in sintonia con i suoi telespettatori».
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