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Estratto dell’articolo di Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”
MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
Più che una questione di nomi per la nomina dei nuovi vertici Rai, ormai è una questione di tempi. E di (prossimi) equilibri politici. Si procederà prima o dopo le elezioni europee dell’8-9 giugno? La seconda ipotesi si fa sempre più concreta. Un’altra settimana è passata senza che le Camere abbiano aperto le candidature per l’elezione dei quattro membri del consiglio di amministrazione, procedura che richiede un mese per raccogliere i nomi e uno per vagliarli.
Ma se anche le procedure partissero la prossima settimana, il Parlamento avrebbe solo una manciata di giorni, a fine maggio, per eleggere i suoi membri, prima della chiusura settimanale concessa ai parlamentari per il voto europeo.
Lo scavallamento del 9 giugno ha così spaventato la Lega, timorosa di uscire ridimensionata dalle urne, che nei giorni scorsi ha fatto trapelare di aver chiuso un accordo tra il leader Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni nel bel mezzo di quello che sembra invece uno scontro totale.
Di fatto la Lega avrebbe offerto alla premier di non fare più la guerra a Giampaolo Rossi, attuale direttore generale Rai, che Meloni vuole prossimo amministratore delegato. La contropartita richiesta in Rai da Salvini, oltre all’ovvio posto in cda, destinato a Alessandro Casarin, storico direttore della TgR , sarebbe almeno il mantenimento delle attuali direzioni di genere e una direzione generale per Marcello Ciannamea, oggi al Prime Time. Tutto il resto il Carroccio se lo giocherebbe sulle altre nomine, Ferrovie in primis.
Lo schema (di cui l’azzurro Antonio Tajani nega la conoscenza) prevederebbe una seconda poltrona in cda a FdI, per Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura, o Guido Paglia, storico dirigente Rai di destra. Alle opposizioni andrebbero due posti: il M5S punterebbe a confermare Alessandro di Majo per non aprire partite interne. Mentre nel Pd si sta ancora discutendo se proporre un candidato interno o esterno alla Rai (Giovanna Melandri).
Ma è credibile l’offerta della Lega? Il punto critico resta la presidenza, cui punta Forza Italia con Simona Agnes. Un crollo alle Europee potrebbe abbattere le pretese del Carroccio alla poltrona che oggi è di Marinella Soldi (e che dovrebbe restare a una donna).
Ma in commissione di Vigilanza, dove per ratificare il presidente servono i due terzi dei componenti (28 su 42), si vota segretamente. Ed è in quel momento che la Lega potrebbe riaprire i giochi. Ma alla presidenza (di «garanzia») punta anche il Pd. La maggioranza non ci sta: se l’opposizione la ottenesse, disporrebbe di tre consiglieri più quello eletto dai dipendenti, di solito schierato a sinistra, controllando così il cda a sette. […]
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