DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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MICAELA RAMAZZOTTI
Micol Sarfatti per https://www.corriere.it/sette/ - Estratti
Micaela Ramazzotti, romana, classe 1979, attrice e ora regista premiata al Festival di Venezia per il suo «Felicità» presentato nella sezione Orizzonti Extra (foto di Fabrizio Cestari) . Il film è arrivato ieri nelle sale italiane per 01 Distribution
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Felicità è anche il titolo del film del suo esordio alla regia, presentato alla 80ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti Extra e vincitore del premio degli spettatori-Armani Beauty, da ieri nei nostri cinema. La protagonista è Desiré Mazzoni, interpretata da lei, parrucchiera verace e sensibile, che tenta di salvare il tormentato fratello Claudio dai soprusi dei genitori.
«È un titolo beffardo perché racconta la storia di una famiglia profondamente infelice, in cui ognuno coltiva la sua tristezza. Ma la parola “felicità” suona sempre bene, in qualunque lingua… Happiness, joie, felicidad…C’è una scena in cui questa dissonanza è evidente: quella in cui il padre di Desiré, Max (interpretato da Max Tortora), aspirante showman senza speranze di successo, canta Felicità-ta-ta- in una casa di riposo, agitando fazzoletti bianchi con i degenti mentre, in una clinica, fanno l’elettrochoc a suo figlio Claudio (Matteo Olivetti)».
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La famiglia è la causa primaria dei nostri dolori? Le colpe dei padri ricadono sui figli, come ci insegna la tragedia greca?
«La famiglia perfetta non esiste. In molti casi se si scoperchia il pentolone dei legami escono mostri. Altro che vaso di Pandora! Meglio richiuderlo! Veniamo al mondo per volere di altri, per caso, per capriccio, per destino. La famiglia giusta per noi non è sempre quella che ci ha messo al mondo. Nel mio film i personaggi sono molto caricati, per raccontarli al meglio ho partecipato a incontri in cliniche psichiatriche. Ho visto figli 50enni non aver ancora superato certe dinamiche con genitori 80enni. I rapporti tossici sono difficili da risolvere a qualunque età. Desiré e Claudio hanno 30-40 anni, sono due vittime, ma continuano a proteggere una madre e un padre carnefici».
micaela ramazzotti sul set di felicita
La sua famiglia come è?
«Diversa, per fortuna. I miei genitori, Rosalba e Roberto, mi hanno sempre sostenuta. Sono venuti a vedere il film a Venezia, ci tenevo tanto ad averli vicino in quel momento. Per questo non ho nemmeno voluto dargli un’anteprima a Roma. Mio padre alla fine della proiezione si è commosso, mi ha abbracciata. Mi sono sentita protetta. C’era anche mio fratello, è stata una grande festa. Mamma e papà hanno fatto sacrifici per me. Erano due impiegati, chiedevano permessi al lavoro per accompagnarmi ai provini quando ancora ero minorenne e non potevo andarci da sola».
Il desiderio di diventare attrice è nato presto?
«Mi sembra di aver cercato questa strada sin da quando ero piccola. Mi sono sempre sentita un po’ artista. Ero una sognatrice, mi perdevo tra i miei pensieri, mi fissavo… Da ragazza al liceo artistico avevo un look punk: calze a rete e capelli colorati. Da bambina ero una di quelle che tagliava i capelli alle Barbie, sicuramente ho sulla coscienza qualche Barbie Stramba, come nel film di Greta Gerwig».
Le è piaciuto Barbie?
«Un capolavoro totale».
CLAUDIO PALLITTO MICAELA RAMAZZOTTI
Il suo passaggio da attrice a regista come è avvenuto?
«Covavo la storia di Desiré da un po’. Ho chiamato le mie amiche Isabella Cecchi e Alessandra Guidi e ho detto “voglio scrivere un film”. Loro erano entusiaste, solo che una vive in Toscana, una a Pechino ed è professoressa universitaria, io a Roma. Ci siamo messe su Skype, anche per 8 ore di fila.
Ogni tanto qualcuna si scollegava per andare a prendere i figli, fare commissioni. È stato bello. Abbiamo avuto la libertà di lavorare e essere noi stesse, senza giustificarci per essere madri, avere altri impegni o una vita oltre il lavoro. Quando una delle tre si assentava, le altre andavano avanti con la stesura e poi la aggiornavano. Nella nostra chatWhatsapp “Felicità” ci scambiavamo le foto degli attori».
micaela ramazzotti claudio pallitto 5
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La fine del suo matrimonio con Paolo Virzì ha influito nel tono del racconto di Felicità ?
«Avevo questa storia in testa ormai da tempo, ma il periodo di dolore che stavo attraversando mi ha permesso di essere molto illuminata e presente sul set. Nell’arte la sofferenza può aiutare. Felicità ha preso vita in un momento in cui avevo un grande dispiacere, ma ho saputo trasformarlo. Ero creativa».
È felice?
«Molto. Penso anche che Desiré e Claudio siano felici e liberi da qualche parte. Questo film è per quelli come loro. Per chi è in affanno, chi ha la testa piena di moscerini, ma non ha ancora trovato la forza di curarsi».
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