DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
1 - CHE COSA VUOL DIRE IL BRINDISI-RECORD IN TV...
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Gli ascolti di Capodanno non fanno che confermare una tendenza in atto da un po' di tempo: la gente sta a casa a guardare la tv, più di prima. E siccome la qualità degli show non è certo migliorata, anzi, si deve dedurre con certezza che la crisi si sta facendo sentire, eccome. «L'anno che verrà », durante il brindisi dei mezzanotte, ha raggiunto un picco d'ascolto di oltre 11,2 milioni di spettatori, quasi 18 milioni sommando le altre reti. Bisogna risalire a quindici anni fa per ottenere cifre simili.
A Capodanno 2012 davanti all'ammiraglia Rai c'erano stati 10.970.000 italiani. La media del programma è stata di 6.475.000 spettatori, pari a uno 37,3% di share, cui vanno aggiunti gli spettatori di Barbara D'Urso su Canale 5 (2.714.000 spettatori, 16,1% di share). Insomma, un Capodanno casalingo: meno gente al ristorante, meno gente al cinema, meno gente con soldi in tasca.
Da mesi si rincorrono dati e ricerche che cercano di fotografare gli effetti concreti della crisi economica. Secondo la Banca d'Italia, le famiglie italiane avrebbero perso il 4% del loro potere d'acquisto. Ora anche i numeri dell'audience ci descrivono in maniera realistica il periodo che stiamo attraversando: per condividere con altri la gioia di una festa non resta che la tv.
2 - EFFETTO CRISI: OLTRE 17 MILIONI, MAI COSÃ TANTI DAL '94. DUE MORTI PER I BOTTI
Aldo Fontanarosa e Fabio Tonacci per "la Repubblica"
Il 2012 si chiude con un record storico per gli ascolti televisivi, complice la crisi economica che sconsiglia cene fuori, discoteche e viaggi. Ma c'è ancora chi trova i soldi per sparare i botti e per morire a Capodanno. Due le vittime.
La nostra tv vive, dunque, un 31 dicembre storico. Diciassette milioni 289 mila italiani hanno tenuto il televisore acceso tra le 21 e l'una di notte. Record assoluto dal 1994. Parliamo di 774 mila persone in più rispetto al 31 dicembre 2012. Spiega Enrico Mentana, direttore del telegiornale de La7: «La notte scorsa non è stata la più fredda del secolo e la gente avrebbe raggiunto volentieri locali o ristoranti. La televisione poi non ha proposto niente che giustificasse l'entusiasmo popolare. Gli ascolti infine dovrebbero diminuire negli anni di Internet. Invece arriva questo risultato Auditel, indicatore preciso delle difficoltà economiche delle famiglie».
Luigi Ricci, direttore della società "Barometro", delinea l'identikit di questi forzati del video. «Rispetto all'anno scorso - spiega - hanno guardato la tv il 13% degli adolescenti in più. Ragazzi sotto i 18 anni che sognavano la discoteca e invece si sono accontentati di feste casalinghe. «La crisi - aggiunge Ricci - sta investendo con massima forza il Sud Italia e le Isole dove il 20% di persone in più (se guardiamo al 2005) ha bevuto il calice dello spettacolo televisivo, a volte dolce e a volte amaro».
Michele Sorice, docente di Comunicazione politica alla Luiss di Roma, va indietro a quasi 40 anni fa. «Nel 1973 - ricorda - l'Italia conobbe l'austerity. Non c'era benzina e i programmi della tv dovevano concludersi entro le 23, per evitare sprechi di corrente». Se il televisore andava spento prima la notte, invece di giorno e la domenica era sempre acceso.
«Per questo gli autori Rai produssero un notevole sforzo creativo pur di accontentare una platea più vasta. La crisi è un'occasione per la televisione, soprattutto gratuita. Vedremo se saprà coglierla oggi».
Capodanno nuovo, bilancio vecchio sul fronte dei morti. Nonostante più di mille Comuni abbiano vietato i botti, anche quest'anno sono morte due persone per colpa dei petardi, come l'anno scorso. I due incidenti, entrambi in Campania, offuscano un dato invece confortante: il crollo dei feriti. Erano 561 l'anno scorso, 361 quest'anno, tra cui 53 bambini con meno di 12 anni (erano stati 76 nel 2011). Diminuiti anche i feriti gravi con più 40 giorni di prognosi, passati da 35 a 29. E le 8 tonnellate di materiale illegale sequestrato sono diventate 23. Ma ci sono i due morti a cancellare tutto.
Pasquale Zacchia, un ristoratore di 51 anni di Pontelatone nel casertano, stava testando un razzo professionale posizionato su un palo fuori dal suo locale, ieri, intorno alle 18.30, quando il petardo è scoppiato, forse per la miccia difettosa, uccidendolo sul colpo. E Antonio Serino, 49 anni, imprenditore di Montefusco in provincia di Avellino, è morto allo scoccare della mezzanotte.
A casa di amici aveva acceso tre mortai, posizionandoli davanti alla villa. I primi due hanno funzionato, il terzo no. Quando l'uomo si è avvicinato alla batteria, in quel momento il razzo è partito colpendo in pieno volto. Serino è stato quasi decapitato.
Ancora una volta la Campania è in testa a questa classifica di sangue, con 2 vittime e 107 feriti (tra cui un bimbo di 2 anni nel salernitano). A Napoli, non è stata emessa alcuna ordinanza anti-botti e la lista dei feriti si è allungata, passando dai 73 del 2011 agli 82 di ieri. A differenza dello scorso anno, quando un uomo fu ucciso da un proiettile vagante, non ci sono state vittime di armi da fuoco.
Ma c'è una persona che rischia di perdere un occhio, una bimba di 6 anni con una prognosi di 25 giorni per lacerazioni da scoppio, un bimbo di 5 anni con ustioni al volto. Un ferito grave nelle Marche, 10 in Calabria, 30 a Roma, 18 in Puglia. A Bari per aggirare l'ordinanza di divieto di vendita dei fuochi sono apparse bancarelle illegali nei mercatini gestite da minorenni. Due uomini hanno perso l'uso di una mano nel foggiano e nel fermano, a Milano un bimbo di 11 anni ha perso tre dita. E un petardo potrebbe essere la causa dell'incendio che ha distrutto l'hotel Piz da Lec a Corvara, in Val Badia.
CARLO CONTI Barbara D'UrsoAldo Grasso capodanno
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