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"SONO STATO FIDANZATO CON DUE GEMELLE. ERAVAMO FIGLI DEI FIORI, CE LA VIVEVAMO FINO IN FONDO" - RED CANZIAN APRE LE VALVOLE: "ESSERE GENTILI È PIÙ FACILE. DOVREI SFORZARMI TROPPO PER FARE LO STRONZO. OGGI VEDO ATTORNO UNA MANCANZA ASSOLUTA DI GIOIA, NON C’È PIÙ FIDUCIA IN NIENTE. I VALORI NON HANNO PIÙ PESO. I MACRO FATTORI SONO DUE: I SOCIAL E IL COVID. CI HANNO DISSOCIATO DA NOI STESSI. COSÌ CI RITROVIAMO CON…"

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Estratto dell'articolo di Francesca Angeleri per www.corriere.it

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Red Canzian risponde dopo uno squillo soltanto, come a un’amica. Affabile, divertente, rilassato, forse è proprio questo il segreto dei Pooh: normalità e gentilezza, «essere gentili è più facile. Dovrei sforzarmi troppo per fare lo str…». Oggi, martedì 19,  alle 18 è al Circolo dei lettori con Centoparole (Sperling&Kupfer), libro in cui si confronta con il lettore utilizzando cento parole attraverso le quali raccontarsi.

 

[…] Come nasce l’amore per le parole?

«Mi sono diplomato grazie all’italiano. Poi, ho fatto psicologia all’università. Non scrivo i testi delle canzoni perché sono troppo prolisso».

 

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Come ha avuto l’idea del libro?

«Racconto le mie avventure di vita per stimolare il lettore a confrontarsi con le sue: perché certe cose hanno funzionato e altre no? Vedo attorno una mancanza assoluta di gioia, non c’è più fiducia in niente. I valori non hanno più peso».

 

Quali sono stati i suoi?

«Mio padre era orgoglioso della sua povertà e non ha mai pianto su se stesso. Eppure, io sono riuscito a farcela lo stesso. Non avrei mai fatto niente che potesse farlo vergognare di me. Al mattino bisogna alzarsi col piede giusto, sorridere, credere nei propri sogni».

 

Da quando è precipitata la situazione?

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«I macro fattori sono due: i social e il Covid. Ci hanno dissociato da noi stessi. Così ci ritroviamo con quindicenni che buttano giù dal terrazzo le ragazzine, che vanno a scuola con il coltello…».

 

Chissà quante volte sarà capitato a Torino con i Pooh.

«La prima, era il 1970, venni con la mia prima band, i Capsicum Red. Andammo a suonare in un locale di cui non ricordo il nome ma ci si accedeva da una specie di tunnel. Dovevamo starci un giorno e invece mi fermai due settimane».

 

Perché?

«Mi fidanzai con due gemelle. Il papà lavorava alla Fiat, era arrivato da Sud. Eravamo tutti figli dei fiori, fate l’amore non la guerra, e ce la vivevamo fino in fondo. Leggevamo la Beat Generation». […]

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