nathalia acevedo in ruined heart

TOKYO FILM FESTIVAL REPORT - SAVERIO COSTANZO VUOLE GIRARE UN FILM IN COREA DEL NORD - IL PORNO-MUSICAL SURREALISTA “RUINED HEART”, DEL FILIPPINO KHAVN DE LA CRUZ, SCANDALIZZA ANCHE QUEI PORCELLINI DEI GIAPPONESI

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IL TRAILER DI “RUINED HEART”

 

 

DAGOREPORT

 

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Metti una sera a cena a Tokyo, dove il sushi lo mangiano solo gli sfigati: un regista italiano ha un’idea geniale, vuole girare un film in Corea del Nord. Non gli importa che sia un film di propaganda, gli scrivano pure la sceneggiatura, lui la rispetterà fino all’ultima virgola.

L’importante è avere la vertiginosa occasione di poter dirigere grandiose scene di massa, cosa che ormai si può fare solo lì.

 

Il regista in questione è Saverio Costanzo, che ha presentato fuori concorso al Festival di Tokyo il suo Hungry Hearts. Con Alba Rohrwacher ha formato la coppia più glamour di tutto il festival. Al party inaugurale l’algida Alba ha subito calamitato le attenzioni di Christopher Doyle, ma l’estroso australiano è stato respinto con gelo teutonico dalla vincitrice dell’ultima Coppa Volpi.

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Forse Alba ignorava di trovarsi di fronte al più grande direttore della fotografia vivente, al quale si devono i colori del mitologico “In the Mood for Love” di Wong Kar-Wai. Doyle era a Tokyo per aver dato il suo tocco magico a Ruined Heart, del regista filippino Khavn de la Cruz.

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Nessun premio per il film, che però ha colpito molto il pubblico per certe scene ardite, come quella in cui la protagonista femminile, Nathalia Acevedo, una sorta di Carla Bruni messicana, viene filmata di profilo in primissimo piano mentre è intenta a godere, la guancia solcata da quel che sembrerebbe liquido seminale (e tutti a chiedersi: sarà vero

o finto?).

 

Una scena prolungata all’esasperazione, capace di scuotere perfino i giapponesi, abituati a qualsiasi nefandezza. Musical porno surrealista, Ruined Heart potrebbe avere lo stesso destino di Vasco Rossi con la sua “Vita spericolata”, ultimo a Sanremo ma pietra miliare della canzone italiana.

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La grande sorpresa del film è però Elena Kazan, vera sex bomb particolarmente apprezzata dai tre italiani presenti alla prima del film. Nata a Mosca, cresciuta a Berlino

e poi scappata di casa per andare negli Stati Uniti in cerca del sogno americano, è finita a lavorare per una ong a Calcutta, dove è stata notata da un regista bengalese  e da lì ha spiccato il volo per Bollywood (non per niente a Tokyo si è presentata in sari).

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In mezzo a questo caos creativo, non poteva mancare un italiano,  il giornalista finanziario Marcello Bussi, che, chissà come, ha fatto una comparsata in Ruined Heart ed è stato ricompensato dal regista facendolo salire sul red carpet mascherato con una testa di cavallo. Storia che ha lasciato perplessi i suoi colleghi italiani presenti. Ma si sa, chi s’accontenta gode.