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F. M. per “il Messaggero”
C'è un filo verde come il colore dei dollari che lega le sorti di Jeff Bezos, Elon Musk, Mark Zuckerberg e Bill Gates. Tutti loro hanno costruito un impero, raggiungendo una posizione di monopolio nel proprio settore, entrando nel ristrettissimo club del trilione di dollari, a capo di aziende la cui capitalizzazione a Wall Street ha superato i mille miliardi.
IL PROFITTO
Non ci illudiamo, sin da quando esistono il profitto e la teoria capitalistica, ci sono sempre stati imprenditori di questa risma e dalle grandi fortune, eppure, il giornalista Riccardo Staglianò, segnala che mai come oggi, questi uomini hanno ottenuto anche il favore delle masse, la benedizione del cittadino medio. Una stranezza che esige un immediato cambio di prospettiva, ridestandosi dal torpore prima che sia troppo tardi, passando anche attraverso le pagine brillanti e pungenti di Gigacapitalisti (Einaudi, pp.152 12), il nuovo saggio del giornalista viareggino, classe 1969.
TEMI SCOTTANTI
Gigacapitalisti RICCARDO STAGLIANO
Tutti noi, in modo più o meno conscio, nutriamo sogni di ricchezza ma ciò non basta a spiegare l'atteggiamento con cui rimiriamo Gates e company, anche quando si lanciano in dichiarazioni ciniche; del resto, proprio ieri, Elon Musk, l'uomo più ricco al mondo, il miliardario che sta cercando di acquistare Twitter, ha twittato, ben venga la recessione mondiale, è da troppo tempo che piovono soldi sugli sciocchi.
E che dire di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, che al termine del suo primo volo in orbita, costato più di cinque miliardi di dollari, ha ringraziato «ogni dipendente di Amazon e ogni cliente di Amazon, perché voi avete pagato tutto questo»?
Il tema è scottante e Staglianò lo sta approfondendo con una serie di saggi rigorosi ma di facile lettura, dal fenomeno Airbnb con L'affittacamere del mondo (Einaudi, 2020) alla sharing economy con Lavoretti (Einaudi, 2018) sino Al posto tuo (Einaudi, 2016), con i danni causati dall'automatizzazione della catena lavorativa.
ESTERNALIZZARE
Cosa rende unici e pericoli i gigacapitalisti? La loro visione sinottica, ovvero la capacità di «scorgere ogni possibile connessione tra il proprio terreno di gioco e altri che a prima vista non c'entrano niente», riuscendo a dar vita a nuove forme di profitto, esternalizzando il più possibile e, in tal modo, sfuggendo alla tutela dei diritti dei lavoratori.
Il risultato è che la pandemia ha fiaccato l'economia mondiale ma i gigacapitalisti ne sono usciti trionfatori, gonfiando il proprio patrimonio, ottenendo un potere superiore anche agli Stati sovrani e in cambio dei servizi offerti, sono entrati in possesso dei nostri dati personali, come dimostra il recente scandalo legato a Facebook.
E dunque, si chiede l'autore, cosa possiamo fare? Una proposta pratica è certamente quella di attuare una dura tassazione ad hoc contro i plutocrati ma prima di tutto, ribadisce Staglianò, è necessario aprire gli occhi e comprendere il peso e il potere che questi «padroni dell'universo» stanno accumulando giorno dopo giorno. E dobbiamo farlo subito, prima che sia troppo tardi.
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