
DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI…
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
Stava per salvarlo con un vergognoso codicillo natalizio, scoperto dai giornali, e adesso dice che Berlusconi “sconterà la sua pena fino all’ultimo giorno”. Matteo Renzi ha fatto una figuraccia terribile sulla sanatoria del 3%, norma odiosa e classista (premia gli evasori ricchi) ben oltre il fatto che si potesse applicare a Berlusconi, ma per uscire dal guaio in cui s’è cacciato non fa l’unica cosa che dovrebbe fare: spiegare chi ha scritto e aggiunto il famigerato articolo “19 bis”.
Pur di non rivelare chi è l’autore della norma-scandalo, Renzie continua a spararle grosse e si lancia in un proclama sulla pena di Berlusconi assai poco elegante e che per giunta non rientra nelle sue competenze. Adesso la norma incriminata verrà riscritta dal governo e pare che verrà tolta la frode fiscale dall’elenco delle condotte non punibili se l’entità dell’evasione non supera il 3% del fatturato (o dell’imponibile).
Ma non verrà fatto subito, come vorrebbe la logica. Verrà fatto dopo l’elezione del presidente della Repubblica, per espressa volontà di Renzie. La materia viene così ufficialmente legata all’elezione del successore di Re Giorgio, legittimando i peggiori sospetti su uno scambio originario tra l’articoletto-galeotto e le scelte di Forza Italia per il Colle. E adesso sembra una pistola puntata: comportatevi bene sul Quirinale e poi se ne riparla.
Il fatto grave è che a questo punto il clima sull’elezione del capo dello Stato è già avvelenato, come ben sa il ministro Padoan, che sarebbe uno dei “quirinabili” e rischia di pagare un prezzo elevato a questo scandalo della norma salva-Berlusconi. Per svelenirlo, Renzi dovrebbe dare un nome e un cognome all’autore della norma, ma non ha il coraggio di farlo. Preferisce fare lo spaccone sull’esecuzione della pena di Berlusconi, come se fosse la stessa cosa. A riprova che non sempre le spacconate sono indice di coraggio.
2. NON È STATO NESSUNO
La maggior parte dei giornali rinuncia a scoprire chi ha scritto il codicillo salva-Banana, ma la tensione resta alta. Repubblica: “Fisco, decreto il 20 febbraio. Renzi: Berlusconi sconterà fino all’ultimo giorno di pena. La minoranza Pd: così si alimentano sospetti sul Colle. Il premier: ‘Non mi faccio dettare l’agenda da voi’” (p. 2). “Minoranza Pd all’attacco contro il Giglio magico: abbiamo Verdini in casa. Sotto accusa per il Salva-Silvio il sottosegretario Lotti e la ex comandante dei vigili di Firenze Manzione”(p. 4). Per la Stampa, “Già prima di Natale la trattativa per inserire il salva-Berlusconi. L’indiscrezione girava nel Palazzo. Renzi: nessuno sconto al leader di Fi. Oggi l’incontro con Padoan” (p. 4).
Il Corriere intervista l’ex ministro ed ex presidente della Consulta Giovanni Flick, che ha parole dure: “Il metodo fin qui seguito lascia perplessi. Il provvedimento era atteso per l’estate e la cosa buffa sta nel fatto che tutto slitta al giorno della vigilia di Natale in un Consiglio dei ministri, a quanto pare, frettoloso e disattento. Ma ora chi ha responsabilità politiche non può chiedere di essere assolto per non aver compreso il fatto. I tecnici ci sono apposta per spiegare al governo quali sono gli effetti delle norme: se poi gli sherpa di Palazzo Chigi non si confrontano con quelli dell’Economia questo è un altro paio di maniche” (p. 5).
Il Cetriolo Quotidiano attacca: “Renzi prende B. per il Colle: Salva Silvio rinviato a febbraio. Caos totale, il premier non rinuncia alle soglie di non punibilità: dovrebbero scendere all’1,8 per cento dell’imponibile. Così il Caimano sarebbe comunque garantito, a meno che non fosse esclusa la frode fiscale. Verdini: ‘Matteo s’è speso molto’. Ma Fi fa le bizze sull’Italicum” (p. 1). Libero torna a occuparsi degli altri beneficiari della Salva-Silvio: “Il 3%? Che favore alle grandi aziende. Banche, assicurazioni e imprese petrolifere: chi ci guadagnava centinaia di milioni” (p. 7).
3. ITALICUM A OSTACOLI
Renzie vuol portare a casa l’approvazione della nuova legge elettorale in Senato entro fine mese e per centrare l’obiettivo è necessaria la non belligeranza di Forza Italia, che potrebbe anche essere innervosita dal balletto sulla ”salva-Silvio”. Corriere: “Italicum in Aula, 17 mila emendamenti. La mina del voto che può frenare l’iter. Oggi Calderoli propone il ritorno in Commissione. Ma il governo vuole accelerare. L’esecutivo dovrà far passare le modifiche con lo sbarramento al 3% e il premio alla lista” (p. 6).
“Forza Italia fedele al patto, ma dirà no al premio di lista. Impegno sull’Italicum anche se si cerca l’asse con Ncd sulla norma contestata. I fittiani pronti all’ostruzionismo per ottenere la clausola di salvaguardia” (p. 9). Secondo la Stampa, “Forza Italia si sente sotto scacco. Sull’Italicum non farà barricate. Oggi il testo in Senato: i forzisti però insistono su clausola di salvaguardia e premio alla coalizione” (p. 4).
Per Repubblica, “Italicum al Senato, il premier lo blinda. ‘Chi vince, vince e governa per un quinquennio. Dopo anni di parole ci siamo davvero’. Ma i peones dem, la Lega e settori di Forza Italia minacciano di bloccare la riforma del voto” (p. 6). Anche il Messaggero si concentra su Forza Italia: “L’ex Cavaliere aspetta il Colle e riapre i giochi sull’Italicum. Oggi Berlusconi rientra a Roma. ‘La fiducia in politica è un ossimoro’. Forza Italia vuole garanzie sulla clausola di salvaguardia, o niente premio di lista” (p. 5).
alexis tsipras parla alla festa di sel
4. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Mercati nervosi e attenzione sulla Grecia, in piena campagna elettorale. Corriere: “L’Europa teme la deflazione, vertice Bce. Attesi per oggi i dati Eurostat, stime per prezzi in calo dello 0,1 per cento. All’esame di Francoforte la liquidità della Grecia. Borse ancora nervose” (p. 2). Repubblica spiega i piani di Drago Draghi: “Draghi prepara l’ultimo duello con deflazione ed euroscetticismo. Ma è solo”. Poi racconta in un retroscena gli scenari per la Grecia: “Debito allungato e riduzione dei tassi, un piano segreto contro il default greco. Dietro le dichiarazioni ufficiali e le proiezioni sull’esito del voto Tsipras lavora sotto traccia con i pontieri della Bce e della Ue per un accordo che alleggerisca l’esposizione ormai al 175% del Pil e che consenta a tutti i protagonisti, da Atene a Berlino, di cantare vittoria” (p. 9).
La Stampa disegna scenari foschi: “Panico in banca e rischio crac se Atene uscisse dall’euro. I risparmiatori potrebbero svuotare i conti correnti e trasferire capitali all’estero facendo crollare il credito” (p. 2).
5. VELENI DI STATO
Il Cetriolo Quotidiano denuncia un’altra porcatella sul decreto Ilva: “Impunità pure per l’Ilva. Un decreto, tre porcate. Niente processi al commissario e ai suoi uomini se commettono reati. Bonifiche ridotte all’80%, senza gli interventi decisivi anti-cancro. Servono 8 miliardi: il governo ne ha promessi 2, ma 1 è quello preso a Riva e bloccato in Svizzera” (p. 1).
6. TUZZI ZITTI, LASCIATECI LAVORARE
Come testimonia la vicenda della norma salva-Silvio, ai politici fa comodo che la stampa si faccia gli affari e suoi e non si lanci in ricostruzioni non autorizzate. Ed ecco pronta una contro-riforma che, con la scusa di eliminare il carcere per i giornalisti, ne limita il raggio di azione (specie su Internet). “Diffamazione, bavaglio alla stampa. Sparisce la reclusione per i giornalisti, ma in cambio la nuova legge prevede multe da migliaia di euro, rettifiche senza diritto di replica, ‘oblio’ che cancellerà i fatti. Scatta una raccolta di firme contro. Il vero possibile effetto sarebbe l’autocensura e una stretta automatica sulle notizie. Le norme già approvate dal Senato, da oggi alla commissione Giustizia della Camera” (Repubblica, p. 13).
7. LE DISAVVENTURE DEL MAGO DALEMIX
Il Giornale pizzica Baffino in calo verticale di popolarità: “Il triste declino di D’Alema: cacciato perfino dall’obitorio. Dopo i fischi al corteo di Bari, l’ex premier insultato e respinto dai fan di Pino Daniele in attesa di entrare alla camera ardente” (p. 7). Ormai non può più uscire di casa, se non in auto blu.
8. ULTIME DA UN POST-PAESE
“Sfrattata per morosità una famiglia su 4’. Gli assessori di Milano, Roma e Napoli al governo: prorogare il blocco. Lupi: drammatizzare non serve” (Corriere, p. 21). Ma sì, niente drammi, uno sfratto non è poi ‘sta gran cosa. Basta che riguardi gli altri.
maurizio lupi pennarello argento
9. IL CREATIVO IN REDAZIONE
Titolo da incorniciare sulla Stampa: “I mestieri del futuro? Non esistono ancora” (p. 11). Per la serie: come ti invoglio il lettore a girare pagina
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