
DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE…
Ugo Magri per “la Stampa”
Qualcosa di poco chiaro è veramente successo: parola del «Mattinale», cioè del bollettino interno di Forza Italia che non spara a casaccio (lo anima il capogruppo azzurro Brunetta). L’house organ adombra l’esistenza di «mediatori oscuri» nonché di «ricattatori professionisti». Gli uni e gli altri «ingrassano» grazie ai «codicilli» con cui qualcuno immagina di rimettere in gioco Berlusconi.
Chi sia l’azzeccagarbugli non viene specificato, però un certo mercanteggiamento risulta perfino lì. Ed è quanto di più sbagliato, protesta Brunetta, poiché l’ex premier meriterebbe di tornare in campo per «la via maestra della giustizia e della necessità inderogabile di una democrazia compiuta».
Tutto dovrà avvenire alla luce del sole: tesi del resto condivisa dall’intero gruppo dirigente berlusconiano e, per chi gli vuol credere, dal Cavaliere medesimo. Il quale perfino con il «cerchio magico» nega di avere autorizzato «inciuci» sul decreto fiscale, senza peraltro fugare il sospetto che qualcuno (Verdini e Gianni Letta sono gli indiziati) possa aver intavolato negoziati a nome suo. Giuliano Ferrara lo dichiara apertamente, «certo che una trattativa c’è stata!».
Da prima di Natale, del resto, Silvio andava ripetendo sibillino che «mi attendo un segnale da Renzi», «nei prossimi giorni qualcosa accadrà...». Neppure adesso ha perso la speranza. E sulla scorta di quanto gli suggeriscono i mediatori aspetta di vedere se alla fine il premier manterrà la parola, se nonostante lo scandalo il Consiglio dei ministri timbrerà ugualmente a febbraio il decreto fiscale, «codicillo» salva-Berlusconi compreso.
A questo punto, però, Forza Italia ha un problema. Se sta ferma e zitta accredita l’immagine di un partito sotto ricatto, che in cambio della riabilitazione berlusconiana è pronto nel frattempo ad accettare qualunque condizione. Già Salvini batte su questo chiodo, si diverte a raccontare Berlusconi come un politico a pelle di leone, steso tipo tappetino davanti all’altro Matteo.
«Non sono un complottista», asseriva ieri il capo della Lega, «però favore uno, favore due, favore tre... Alla fine viene il dubbio che una norma fiscale di buon senso sia stata usata per aiutare Berlusconi il quale sta tenendo in piedi il governo...». Logica la sua conclusione: «Meglio soli che con Forza Italia» (gli replica Toti: «Salvini sbaglia, l’unità del centrodestra deve stare al primo posto»).
Insomma, per motivi di dignità e di orgoglio Forza Italia annuncia tramite i capigruppo che oggi in Senato non si metterà di traverso alla legge elettorale, né voterà a favore della pregiudiziale di incostituzionalità. Ma pretenderà da Renzi parole chiare sulla clausola di salvaguardia (garanzia scritta che si andrà a votare solo quando le riforme saranno completate) e sul premio di maggioranza alla coalizione anziché alla lista, come vorrebbe Renzi. «Non saremo interlocutori cuscinetto», garantisce Gasparri. Con i fittiani pronti all’ostruzionismo, mentre dietro le quinte in silenzio si continua a trattare...
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