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Da Non è un paese per giovani – Rai Radio Due
Ospite di Massimo Cervelli e Tommaso Labate a “Non è un paese per giovani” su Rai Radio Due per presentare la fiction “La vita promessa”, Ricky Tognazzi ha ricordato il papà Ugo, di cui quest’anno ricorre il trentennale della scomparsa. “Avevamo un rapporto molto amicale. Talmente amicale che oggi, che sono tornato in una mia voglia di sincerità, mi domando quanto sia stato giusto”.
Doveva essere più severo? “Non più severo. La verità è che i padri servono. Lui è stato un padre piuttosto assente. Un padre che io definisco un padre di salvataggio, cioè quando serviva all’occorrenza interveniva. Arrivava ‘sto ciambellone e mi accoglieva. Però era un grande amico, non mi sono divertito tanto quanto con lui. Faceva morire dal ridere. A istinto. Uno dice ma come mai quello è diventato comico? Perché quello a scuola era il cretino della classe, al bar faceva ridere tutti. E poi alla fine capisci che lo puoi fare in maniera professionale, e ha fatto il comico”.
Ugo Tognazzi la maschera dell’italiano, coi suoi pregi e difetti.”Era il nord. Era un cinema così ricco che andava coperto regione per regione. ll sud era rappresentato da Sordi, da Manfredi, in qualche modo da Gassmann che era più meridionale che settentrionale. Mancava il nord così uscì Ugo Tognazzi”, risponde Ricky, attore ragazzino insieme al padre nel celeberrimo epidosio de “I Mostri” di Dino Risi.
“Me lo ricordo come se fosse ieri una mattina mi son svegliato però e non mi sentivo bene, così dico : papà non sto bene, non mi va. E lui fa: Ricky vieni dai, fuori da questo letto, questa è una roba seria sai, mica è la scuola, devi andare a lavorare! Era serissimo, mica me lo ha detto scherzando, mi ha detto ma che ti credi che stai andando a scuola! Io sono andato sul set e ho vomitato”.
Tognazzi padre era celebre per la smania di cucinare. “Paolo Villaggio, grande amico suo, che lo massacrava, gli diceva delle cose cattivissime e Ugo si offendeva moltissimo. Allora una volta fece la ribollita per i 12 apostoli e invitava a votare il piatto. La votazione anonima andava da buono, ottimo, mangiabile, cagata, e grandissima cagata. Paolo Villaggio scrisse grandissima cagata alla ribollita. Ugo si è offeso tantissimo, ha preso i bigliettini ed è andato a letto. Il giorno dopo pare che sia andato dal grafologo per vedere chi era stato”.
Ma perché usava la panna per cucinare? “Siamo negli anni ‘70 e mio papà fa la pubblicità per una famosa ditta del nord che produce panna. Ottiene un vitalizio di panna e la deve usare... Quindi avete delle pareti intere di panna da cucinare, è chiaro che da qualche parte la doveva mettere. Però poi aveva i periodi: andava a fare la dieta e tornava che faceva solo manicaretti, andava a fare il film in Toscana e tornava che faceva la ribollita...”.
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