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“A PIPPO BAUDO STAVO ANTIPATICO E NON GLI PIACEVA IL MIO NOME D'ARTE” – LA CONFERMA DELLA GRANDEZZA DI "SUPERPIPPO" E' NEL RICORDO BILIOSO DI PUPO: “PER LUI NEGLI ANNI '80 ERO GIÀ FINITO. DESIDERO RINGRAZIARLO PER NON AVERMI MAI CONSIDERATO E AIUTATO. SENZA DI LUI NON AVREI TROVATO LA TENACIA E LA FORZA DI REAGIRE CHE OGGI MI PERMETTONO DI FESTEGGIARE I 50 ANNI DI CARRIERA E DI ESSERE SEMPRE UN "PUPO" - GLI UTENTI SOCIAL LO INFILZANO: "ARTISTA DI PICCOLO CABOTAGGIO CHE ALZA LA VOCE PER PROVARE A FARSI NOTARE NEL MOMENTO DEL CORDOGLIO"
Federica Maccotta per corriere.it - Estratti
Nella corsa all'elogio di Pippo Baudo, morto sabato 16 agosto a 89 anni, arriva una voce fuori dal coro. È quella di Pupo, che sui social condivide un ricordo del conduttore televisivo che si potrebbe definire, come minimo, dolceamaro. «Ricordo quando mi disse che gli stavo antipatico e, soprattutto, gli stava antipatico il mio nome d'arte: Pupo», scrive il cantautore di Gelato al cioccolato, 69 anni. Che, confessa, non è mai stato considerato né aiutato da Baudo.
«La scomparsa di Pippo Baudo ha generato un'infinità di post e commenti. Tantissimi artisti e addetti ai lavori hanno tirato fuori dall'album dei loro ricordi foto e pensieri per rendere omaggio a questo grandissimo personaggio», spiega Pupo.
«Naturalmente, come sempre accade in questi casi, nessuno è andato fuori dal coro dell'apologia. Anche io, che non ho mai fatto parte di nessun coro, desidero comunque salutare e ringraziare Pippo Baudo per tutto ciò che ha fatto per la musica italiana ma, soprattutto, desidero ringraziarlo per non avermi mai considerato e aiutato. Ricordo quando mi disse che gli stavo antipatico e, soprattutto, gli stava antipatico il mio nome d'arte: Pupo».
(...) «Il più grande Talent Scout di tutti i tempi aveva sentenziato, già negli anni 80, la mia fine. Ci rimasi malissimo, ma non mi buttai giù, anzi, mi rimboccai le maniche e ricominciai a combattere. Grazie Pippo, senza di te, probabilmente, non avrei mai trovato quella tenacia e quella forza di reagire che oggi mi permettono di festeggiare i 50 anni di carriera e di essere sempre un "Pupo". Che la terra ti sia lieve grandissimo uomo e monumentale artista», conclude.
Sotto al post apparso sul profilo Instagram di Pupo i commenti, un centinaio, oscillano tra entusiasti «viva la sincerità» e chi considera queste parole una caduta di stile. «Le lacrime di coccodrillo mi hanno sempre disgustato, ma è nulla in confronto al rumore di fondo di un artista di piccolo cabotaggio che alza la voce per provare a farsi notare nel momento del cordoglio», scrive un utente.
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