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Carlo Tecce per "il Fatto quotidiano"
Dio salvi Fiorello. Perché Fiorello deve salvare la Rai. Più che un gioco di parole, una puntata disperata: l'ultima carta sul tavolo per stecchire la concorrenza (per fortuna Mediaset è moribonda); rianimare la cianotica Rai1; bullonare le poltrone di quei dirigenti spaventati. Quelli che pensano, a volte: persino in viale Mazzini ti puniscono. E Fiorello, mistico, deve convertire un milione di italiani che mancano all'appello: cavolo, dove siete finiti? Tornate su Rai1, ferma in prima serata al 17,85 per cento di share, meno 3,6 punti rispetto al 2010.
E Fiorello, comico, deve far sorridere una rete che trasmette drammi veri o finti. E Fiorello, imitatore, deve rispolverare la voce psichedelica di Silvio Berlusconi: mi consenta, si parla ancora di Lei. E Fiorello, mattatore, dal 14 novembre deve reggere per quattro lunedì di fila, quattro eventi, quattro epopee. Il titolo cita Jovanotti, eroe dei perdenti gentili del Pd: Il più grande spettacolo dopo il weekend. Va di lunedì, e dunque: "Non è che siamo i più bravi, ma perché il lunedì ci siamo solo noi", dice Rosario da Catania con parruccone di Elvis.
Fiorello è un'apparizione, improvvisa, passeggera. La cometa di Halley che si concede poco, però: se si fa vedere, tutti la guardano con stupore. Che viene coccolata dai dollari di Sky e col canone Rai, un po' a teatro, un po' in radio. La Rai chiede a Fiorello di impastare un briciolo di credibilità , in diretta ovviamente, di constatare l'esistenza più che il decesso, di rievocare Celentano o Benigni senza Celentano e Benigni. Il dg Lorenza Lei investe milioni di euro, 11,9 per l'esattezza, una cifra enorme per un successo (obbligato!) planetario. Fiorello convoca i Coldplay, ecco. Indica Shakira, ecco.
Ordina la migliore scenografia, ecco. Un paio di milioni per i costi esterni, nessun problema. Il contratto per la società di Bibì Ballandi vale 5,6 milioni, perfetto. I ragionieri di viale Mazzini sparano un numero: 5 milioni di euro, la pubblicità che vendiamo. Non è questione di segni positivi o negativi, qui è robaccia di vita o di morte. Di un'azienda che al 31 dicembre avrà debiti per 350 milioni di euro e la paura di congelare le tredicesime per i 13 mila dipendenti.
Come i miti sbandati e dimenticati, e con le copertine scolorite appese in salotto per il tempo che fu, la Rai compra 4 serate di gloria per oscurarne 361 di noia. à una Rai di rapporti occasionali, di lusso per carità , ma ugualmente sporadici. Il pranzo domenicale, macché: peggio, l'abbuffata pasquale e natalizia. Mentre il Tg1 celebrava il lancio del programma, Fiorello ringrazia con entusiasmo i cinque milioni di abbonati di Rupert Murdoch: "Sky s'è fatto un mazzo così per 5 milioni di voi. State bene a Sky, per due orette, se potete, guardatemi su Rai1. Auguri!".
Andare in video con il marchio Rai è un segno tinteggiato di rosso all'interno di un'ampia agenda, una piacevole tappa, mica il traguardo per il trionfo. La direzione ha smesso di provare palliativi, qui serve un chirurgo specialista, il migliore sul mercato (visto che Celentano o Santoro o Baudo li teniamo fuori, e Vieni via con me fa incazzare il ministro Bobo Maroni). Fiorello accetta con intelligenza, pretende strumenti sofisticati per un'operazione delicata.
Cucina l'attesa su Twitter, la tecnologia che affascina i cinquantenni di fibra giovane: "Questa la mia ricetta: finocchi, sedano, pomodorini, menta, bottarga. âE chi so, la Parodi?'". Fiorello correda il profilo con fotografie estemporanee, facce assonnate, massime di resistenza: "Ore 5 del mattino, vado in giro per Roma a fare colazione, leggere giornali e incontrare 'mbriaghi ! Bentornati a casa gente della notte! Io esco! Qualcuno deve pur farlo questo sporco lavoro!".
Carica immagini e commenti con ossessione, saluta amici vicini (Pippo Baudo) e lontani (Mike Bongiorno), fa il tifo per Flavia Pennetta e per la rossa Ducati. Tiene stretta l'attualità senza scorie demagoghe: "La tassa di solidarietà ? Sì!". Non dice cazzate. Domanda: "Quando ti vedremo al Festival di Sanremo?". Sincero: "Forse mai". Con invidiabile senso strategico, s'inserisce fra Berlusconi e Tre-monti con un video.
Marco Baldini, l'amico spesso nei guai e mai abbandonato, intervista il Cavalier Fiorello: "Ma porca paletta, sono incazzato come una biscia. Ma ti pare, ti rendi conto? Una votazione così importante che riguarda il bilancio del governo e il ministro dell'Economia non viene a votare". Riferimento a Ruby politicamente corretto: "à un po' come se ci fosse un'orgia e io non andassi. Adesso basta, stasera gli chiudo facebook, niente youporn e a nanna. Va bene?". Qualsiasi cosa, va bene, pur di onorare le spoglie Rai. San Rosario, preghiamo.
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