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Da “il Giornale”
SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN
Invesco, socio di Rcs con il 5%, non fa parte a oggi di alcuno schieramento per la definizione delle liste del nuovo cda del gruppo editoriale e non è neanche detto che partecipi all'assemblea del 23 aprile, almeno con l'intera partecipazione. È possibile, invece, che venga presentata una lista di minoranza da parte del comitato dei gestori che fa riferimento ad Assogestioni. È quanto dicono diverse fonti citate dall'agenzia Reuters, smentendo l'esistenza di un asse tra Fiat, Invesco e forse Mediobanca a sostegno di una lista di maggioranza: «Non risulta al momento nessuna alleanza di Invesco con Fiat» in vista del 29 marzo, termine per la presentazione delle liste.
«La quota Invesco è suddivisa tra molti fondi esteri, gestiti ciascuno in modo autonomo e senza logiche comuni» e «non risulta neanche che ci sarà qualcuno di Invesco in assemblea». Appare quindi poco verosimile uno sbilanciamento della società di gestione internazionale indipendente verso questo o quel socio, anche perché gli investitori istituzionali solitamente appoggiano liste di minoranza.
Mentre fervono i lavori sulla lista di maggioranza, che sancirà anche la conferma o meno dei vertici del gruppo, il comitato dei gestori è intanto al lavoro per presentare una propria lista di minoranza, per la quale è necessario avere, secondo lo statuto, il 2,5% del capitale. «Ci sono buone possibilità che venga presentata una lista dei gestori», dice una fonte vicina alla situazione. Secondo l'azionariato registrato sul sito Consob non ci sono altri fondi con una quota superiore al 2% oltre a Invesco.
Lo statuto di Rcs prevede che alle minoranze vada un terzo dei 9 o 11 consiglieri. Fiat, che secondo Consob ha il 16,7% del capitale, punta alla conferma dell'ad Pietro Scott Jovane, mentre Mediobanca (6,2%) ha messo in chiaro di essere disposta a votare solo una lista condivisa e di qualità. Anche Urbano Cairo, che ha il 3%, potrebbe presentare una lista di minoranza.
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