1. E ALLA FINE RISPUNTA LUI, QUELLO CHE NON SE NE VA MAI PER DAVVERO: WALTER VELTRONI, DETTO ANCHE “WALTERLOO” PER LA ROVINOSA SCONFITTA DEL 2008 CONTRO BERLUSCONI 2. MOLTI PIDDINI NON DIMENTICANO CHE È STATO SEGRETARIO DEL PARTITO E BERLUSCONI NON LO VEDE MALE. WALTER-EGO È ADDIRITTURA SPESSO SU IRIS, CANALE MEDIASET, A PARLARE DI CINEMA. SE FOSSE NELLA LISTA DEI NEMICI DEL CAVALIERE NON AVREBBE SPAZIO NELLE SUE TV 3. CHE PRESIDENTE SAREBBE IL QUASI SESSANTENNE VELTRONAL? NON UN CLIENTE FACILE PER RENZIE PERCHÉ HA PERSONALITÀ DA VENDERE E UN EGO IPERTROFICO, MA C’È DA GIURARE CHE A BENEFICIO DEI FOTOGRAFI L’IDILLIO SAREBBE PERFETTO. VELTRONI GIOCHEREBBE AL FRATELLO MAGGIORE CHE “PROTEGGE” L’IRRUENTO E UN PO' CAZZONE FRATELLO MINORE

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Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1.AVVISI AI NAVIGATI

renzi veltroni  5renzi veltroni 5

E alla fine rispunta lui, quello che non se ne va mai per davvero: Walter Veltroni, detto anche “Walterloo” per la rovinosa sconfitta del 2008 contro Berlusconi. Oggi il nome dell’ex segretario del Pd con la passione per il cinema è dato in pole position per il Colle dal Corriere e da Repubblica. “Si può fare” era il suo slogan alle politiche del 2008 e va benissimo anche questa volta. Si può fare.

 

Molti piddini non dimenticano che è stato segretario del partito e Berlusconi non lo vede male. Uòlter è addirittura spesso su Iris, canale Mediaset, a parlare di cinema. Se fosse nella lista dei nemici del Cavaliere non avrebbe spazio nelle sue tv. Che presidente sarebbe il quasi sessantenne Veltroni? Non un cliente facile per Renzie perché ha personalità da vendere e un ego ipertrofico, ma c’è da giurare che a beneficio dei fotografi l’idillio sarebbe perfetto. Veltroni giocherebbe al fratello maggiore che “protegge” l’irruento fratello minore.

renzi veltroni  1renzi veltroni 1

 

Intanto ieri Pittibimbo ha parlato a Strasburgo in un’aula semideserta, che rappresenta alla perfezione la pochezza del semestre europeo a guida italiana. Fa veramente ridere che Re Giorgio abbia preso la fine di questa pochezza a pretesto per dimettersi. E’ evidente a tutti che del semestre italiano non fregava niente a nessuno e che le famose riforme di cui parlava sempre Bella Napoli non sono state ancora approvate. Iniziano dunque le grandi manovre per il Colle senza che si conoscano le vere ragioni delle dimissioni di Napolitano. Non è un buon viatico.

 

 

2. ROMANZO QUIRINALE

Anna Finocchiaro Anna Finocchiaro

Renzie e Berlusconi si sarebbero incontrati lontano da Roma (a Milano?) il 19 dicembre e avrebbero iniziato a discutere di nomi per il Colle. Lo svela oggi Repubblica, aggiungendo che il premier ha sottoposto all’ex Cavaliere un primo quadrifoglio così composto: Walter Veltroni, Sergio Mattarella, Pierluigi Castagnetti e Anna Finocchiaro. Con Veltroni e Mattarella largamente favoriti sugli altri due (p. 2). Intanto Emanuele Macaluso, uno dei ventriloqui di Re Giorgio, dice che per il Colle “serve un nome stimato in Ue” (Repubblica, p. 3). Mentre la Finocchiaro incassa un’imbarazzante benedizione da Umberto Bossi (Repubblica, p. 6 e Stampa p. 4).

 

Anche il Corriere vede in crescita Uòlter e titola: “Terna di nomi. E cresce l’ipotesi Veltroni. Le opzioni Mattarella, Gentiloni e Fassino. Il premier chiede a Berlusconi di serrare i ranghi. Il leader di Forza Italia valuterà la rosa di candidati con il metro dell’agibilità politica”, ovvero della sua grazia (p. 5). La terna della Stampa invece è composta da Fassino, Mattarella e Bassanini (p. 3). Segue analisi della linea forzista: “E a Forza Italia per tenersi unita serve un candidato avvicinabile. ‘No agli spocchiosi’” (p. 3). “Avvicinabile” per fare che cosa? Ovvio, sempre il solito favore: la cosiddetta agibilità politica del Capo.

sergio mattarella sergio mattarella

 

 

3. L’ADDIO DI BELLA NAPOLI

Sui giornaloni è il tempo dei tributi a Re Giorgio e su Repubblica Eu-genio Scalfari verga due agili paginazze dedicate all’amico con questo titolo: “Dal Pci fino al Quirinale, i sogni e le fatiche di un Sisifo per una nuova classe dirigente e per gli Stati uniti d’Europa” (pp. 4-5). Il Corriere si supera e mette in prima il seguente monito: “Torno a casa, restate uniti”. Parla Gesù o è Napolitano? Dentro, l’agiografia prosegue con “Napolitano si dimette e lavora per le riforme” (p. 2). Poi, altro ventriloquo del Colle, il vecchio Gianni Cervetti: “Giorgio stanco e soddisfatto. Ha sofferto per certe incomprensioni” (p. 6).

 

Pierluigi Castagnetti Pierluigi Castagnetti

Sul Messaggero (ma non solo), ecco Giorgio-Gesù che parla con i bambini: “Napolitano lascia: ‘Sono contento di tornare a casa’. Ultimo giorno al Quirinale. E ai bimbi confida: ‘Qui è un po’ una prigione” (p. 2). Il Giornale saluta Re Giorgio a modo suo, in prima pagina: “Napolitano, fine dell’imbroglio. Oggi vanno in archivio nove anni di partigianerie, con la ciliegina del governo Monti. Però Re Giorgio minaccia: ‘Darò ancora il mio contributo’. L’identikit del successore? Democratico, cattolico e sicuramente debole”.

 

 

giorgio napolitano con la moglie clio 1giorgio napolitano con la moglie clio 1

4. PRESTO, LE RIFORME!

Corsa contro il tempo in Senato per approvare la legge elettorale prima del 29, quando si inizierà a votare per il capo dello Stato. “Italicum, il patto tiene. Legge in vigore nel 2016 ma è rottura nel Pd sui capilista bloccati. Bersani: ‘Si parla con Gengis Khan e non con noi’. E la Lega presenta 40mila emendamenti” (Repubblica, p. 6). Sul Corriere, “Maxi emendamento per blindare l’Italicum. Il governo vuole accelerare. In Aula le modifiche chiave (una con Fi) e la clausola 2016” (p. 11).

 

Emanuele Macaluso Emanuele Macaluso

 

5. FA SOSTA LA SUPPOSTA?

Segnali positivi in arrivo da Bruxelles: “Ue, via libera alla flessibilità, sconti a chi fa le riforme e più spese per investimenti. Lo ha deciso la Commissione. Juncker: ‘Ma non si supera il 3%’. Chi fa interventi strutturali può evitare sacrifici fino a 0,5 punti di Pil”. “Ora l’Italia ha più chance di non essere bocciata all’esame di marzo. Padoan: ‘Grande risultato” (Repubblica, pp. 10-11). Il Corriere tira le somme: “Juncker verso il ‘sì’ ai conti di Italia e Francia” (p. 12). Di sicuro abbiamo evitato la manovra correttiva ed è una gran bella notizia.

 

 

6. TOH, ABBIAMO TROVATO I JIHADISTI!

Dopo gli attentati di Parigi, giro di vite in Italia. “Superprocura antiterrorismo. Venti indagati a Roma. ‘Cittadini aiutateci, segnalate le anomalie’. I sospetti individuati in collaborazione con le polizie europee. Monitorati in particolare siti internet e comunicazioni via mail. Anche a Milano aperti procedimenti. Audizione di tre ore di Minniti davanti al Copasir” (Repubblica, p. 14). Allarme anche sul Corriere: “Roma, venti jihadisti indagati. ‘Cinquemila combattenti europei’. Nel mirino dei Ros i ‘lupi solitari’, immigrati o italiani di seconda generazione. Lo zar antiterrorismo dell’Unione Europea: non possiamo prevenire nuovi attentati” (p. 16). La Stampa dimezza i numeri: “Hanno un lavoro e la cittadinanza. Ecco i 10 jihadisti indagati in Italia. In Lazio, Lombardia, Veneto: sui vent’anni, immigrati di seconda generazione. Si sono radicalizzati sui siti Internet, hanno legami con i Balcani e il Nordafrica” (p. 7).

Eugenio Scalfari Eugenio Scalfari

 

 

7. SCONTRO DI CIVILTÀ?

Il Corriere intervista Michel Houellebecq, l’autore di “Sottomissione”, che ammette: “Adesso ho paura anch’io. Devo essere irresponsabile per continuare a scrivere. L’uomo non ne può più della sua libertà. Ho riletto il Corano. Una persona attenta non ne conlcude affatto che bisogna ammazzare i bambini ebrei. Cattolicesimo e Islam hanno dimostrato di poter coabitare. L’ibridazione non è possibile con il razionalismo illuminista” (pp. 20-21).

 

Il Cetriolo Quotidiano oggi esce in 300mila copie con la nuova edizione di “Charlie Hebdo”. Antonio Padellaro inizia così il suo editoriale (Perché sì): “Perché lo facciamo? Perché venerdì scorso, quando abbiamo chiamato il caporedattore superstite di Charlie Hebdo, ci siamo sentiti dire: ‘Grazie, siete l’unico giornale italiano che ce l’ha chiesto” (p. 1).

maria elena boschimaria elena boschi

 

Il Giornale tenta il contropiede e pubblica otto pagine del nuovo numero di Charlie spalmate lungo tutto il giornale.

 

 

8. NON È GIUSTIZIA

Lodevole pagina della Stampa, dedicata agli errori giudiziari. “Gli errori della Giustizia ci costano oltre 35 milioni. L’anno scorso mille persone innocenti sono state arrestate. In aumento vertiginoso i risarcimenti per sentenze sbagliate” (p. 13).

 

 

9. LINGOTTI IN FUGA

Tutto va improvvisamente bene per Fiat-Chrysler. Sarà l’effetto Salone di Detroit. Repubblica: “Marchionne: ‘Svolta Fca in Europa non perde più. Effetto indotto: 7 mila posti in più’. L’ad del gruppo annuncia il pareggio operativo già nel 2015 per gli impianti del Vecchio Continente” (p. 26). Sul Corriere le previsioni macroeconomiche del Marpionne: “Il cambio dell’euro può arrivare alla parità sul dollaro” (p. 41). 

jean claude junckerjean claude juncker