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LA ROMA DEI GIUSTI – NEL BEL DOCUMENTARIO “SOUVENIR D’ITALIE”, DI GIORGIO VERDELLI, CI RENDIAMO CONTO DI QUANTO L’ELEGANZA E IL GARBO DI LELIO LUTTAZZI INCISERO SU DI NOI, PICCOLI SPETTATORI DEI PROGRAMMI RAI DEGLI ANNI ’60. E CAPIAMO QUANTO MALE SUBÌ, NEL 1970, A CAUSA DI UN ERRORE GIUDIZIARIO, E DI UN’ASSURDA TELEFONATA DI WALTER CHIARI, CHE LO PORTÒ PER 27 GIORNI IN GALERA, MA CHE SOPRATTUTTO LO BANDÌ PER VENT’ANNI DALLA TELEVISIONE ROVINANDOGLI PER SEMPRE LA CARRIERA - ASSOLUTAMENTE DA VEDERE – VIDEO

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

souvenir ditalie

Aveva charme, garbo, eleganza. Ma Lelio Luttazzi aveva anche un incredibile talento musicale. Era uno dei pochi pianisti italiani in grado suonare il jazz. E un grande compositore di successi, da “Souvenir d’Italie” a “Una zebra a pois”, da “Vecchia America” a “El can de Trieste”.

 

E, in programmi della Rai degli anni ’60 come “Studio uno” assieme a Mina e a Luciano Salce, si dimostrò un meraviglioso presentatore, in grado di giocare in scena con tutti i suoi talenti e allo stesso tempo di trasmetterci un calore familiare senza per questo apparire fuori misura o fuori contesto.

 

Rivedendolo proprio a “Studio Uno”, diretto da Antonello Falqui, mentre duetta con Mina o suona al piano con Lionel Hampton, nel bel documentario-omaggio di Giorgio Verdelli dedicato a lui, “Souvenir d’Italie”, ci rendiamo conto di quanto incise quella sua eleganza e quel suo garbo su di noi piccoli spettatori del tempo, lui in tuxedo e noi in pigiama ma con gli occhi aperti per lo spettacolo del sabato sera della Rai.

 

lelio luttazzi rosso e nero (1956)

 

E capiamo quanto male subì, nel 1970, a causa di un errore giudiziario, e di un’assurda telefonata di Walter Chiari, che lo portò per 27 giorni in galera, ma che soprattutto lo bandì per vent’anni dalla televisione rovinandogli per sempre reputazione e carriera.

 

E’ impossibile eliminare dalla sua storia artistica quello che gli capitò nel 1970, mentre la Rai chiudeva per sempre gli anni d’oro della televisione italiana, come non è facile spiegare a un pubblico contemporaneo l’incredibile popolarità che avevano allora i personaggi televisivi e l’effetto bombastico che uno scandalo di quel tipo poteva avere sulla loro vita.

 

 

 

 

 

 

lelio luttazzi walter chiari

Fortunatamente Verdelli tocca nel suo documentario molti degli aspetti artistici di Luttazzi, musicista di ben 31 film, da “Miracolo a Viggiù” a “Venezia, la luna e tu”, da “Space Men” a “Risate di Gioia”, attore in film come “L’avventura” di Michelangelo Antonioni e “L’ombrellone” di Dino Risi. Autore di canzoni pazzesche per i tempi, da “Il giovanotto matto” a “Una zebra a pois”.

 

 

E ci piacerebbe saperne di più sia delle sue composizioni per il cinema che delle canzonette.

 

 

 

lelio luttazzi studio uno

Come della sua passione per il jazz, nata a Trieste, dove era nato nel 1923, e sviluppata alla fine della guerra con la città occupata dagli alleati. Molti gli interventi di musicisti e personaggi televisivi, da Stefano Bollani a Simona Molinari, da Fabio Fazio a Fiorello, che lo ebbero ospite ormai vecchio nei loro show, e Fiorello ci spiega benissimo l’importanza della hit parade radiofonica di Luttazzi. Su tutto domina l’eleganza e la modernità di quella televisione e il suo modello, davvero imbattibile, di pianista e presentatore. Assolutamente da vedere.

mina e lelio luttazzi studio uno lelio luttazzi Lelio Luttazzi con Mina e Delia Scala Pensieri di Lelio Luttazzi lelio luttazzisandra milo lelio luttazzilelio luttazzi fiorello Lelio luttazzi mina lelio luttazzi studio uno Lelio luttazzi Walter chiariLelio luttazzi Walter chiariLelio luttazzi Walter chiariLelio luttazzi Walter chiariLelio luttazzi lelio luttazzi nel 1984lelio luttazzi con teddy reno e vittorio mascheroni negli uffici della cgd (1949)lelio luttazzi e lauretta masiero il fornaretto di venezia lelio luttazzi mina lelio luttazzi ieri e oggi 1969lelio luttazzi bambino con la mamma