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LA ROMA DEI GIUSTI - LE STAR DI QUESTO INATTESO “SERGIO E MIRTA UN MATRIMONIO A 8 MM” SONO UN SERGIO CORBUCCI ANCORA NON DIVENTATO STAR DEL CINEMA WESTERN ITALIANO E COMMEDIE POPOLARI, E LA SUA PRIMA MOGLIE, MIRTA GUARNASCHELLI – IL TUTTO È VISTO SOLO ATTRAVERSO I FILMATI IN 8 MM DI SERGIO CORBUCCI RECUPERATI IN UNA VALIGIONA BLU CHE AVEVA A CASA MIRTA DA 80 ANNI, E QUALCHE CINEGIORNALE D’EPOCA, E COMMENTATO DA UN SERGIO CORBUCCI DEL TEMPO E DA UNA MIRTA DI OGGI, ORMAI OTTANTENNE...
Marco Giusti per Dagospia
sergio e mirta un matrimonio a 8 mm
Un Sergio Corbucci ancora non diventato star del cinema western italiano tra “Django” e “Il grande silenzio” e delle commedie popolari con Totò e Paolo Villaggio, e la sua prima moglie, Mirta Guarnaschelli, notissima a Roma come agente di attori, segretaria di edizione dei film storici di Pietro Germi alla Vides, e soprattutto casting director (“Elisa di Rivambrosa”, “Santa Maradona”), sono le star di questo sorprendente e inatteso “Sergio e Mirta un matrimonio a 8 mm”, diretto da Fabrizio Laurenti, ideato e scritto assieme a Nick Vivarelli, che non riesco a chiamare né documentario, perché non lo è, né un film di fiction, per quanto sia davvero messo in scena.
sergio e mirta un matrimonio a 8 mm
In realtà è un ritrovamento, preziosissimo per gli studiosi di cinema italiano e di storia del 900, dei tanti filmati in 8 mm (non in super8, come tendo sempre a dire…) che Sergio Corbucci girò, agli inizi della sua carriera, non ancora trentenne, sia sul set dei suoi primi film, film-canzonetta come “Caravona di canzoni”, “Suonno d’amore”, che nella vita, per raccontare la sua storia d’amore, iniziata benissimo con Mirta Guarnaschelli, diciottenne di buona famiglia di Palermo, e finita non molti anni dopo, nei primi anni ’60, non si capisce bene se per la fine dell'amore o per l’apparente impossibilità di Corbucci di uscire da una mediocrità da cinematografaro romano con poche speranze di miglioramenti.
sergio corbucci e mirta guarnaschelli 4
Incredibilmente, invece, Corbucci troverà la sua strada di grande successo proprio una volta lontano da Mirta, e si metterà con la sua seconda moglie, Nori Bonacelli, gelosissima di Mirta, al punto che lo seguiva su ogni set, mentre a sua volta Mirta troverà la sua strada, non di moglie, ma di professionista del cinema, lontano da lui.
La storia, insomma, oltre che per cinefili corbucciani, che adoreranno riconoscere tra un filmato e l’altro presenze come Piero Vivarelli, amico di Sergio che scriverà per lui “Django” o l’operatore e poi regista Bitto Albertini o Folco Lulli, ha anche un fondo decisamente più intimo, amaro e umano per la costruzione di due caratteri profondamente diversi che non riusciranno a trovarsi del tutto in una Roma non così dolce e non così facile come il cinema ci ha fatto credere.
Il tutto, e qui sta la genialata di Laurenti e Vivarelli jr, è visto solo attraverso i filmati in 8 mm di Sergio Corbucci recuperati in una valigiona blu che aveva a casa Mirta da 80 anni, e qualche cinegiornale d’epoca, e è commentato da un Sergio Corbucci del tempo, che realizzava i suoi filmati amatoriali come fossero piccoli sketch con voce off, e da una Mirta di oggi, ormai ottantenne, che rilegge la loro storia con occhi disincantati ma sinceri di una donna che ha fatto il suo percorso nel mondo del cinema penso non senza difficoltà ma riesce ironicamente a ammettere che “se fosse rimasta con lui oggi sarei una ricca vedova”.
sergio corbucci e mirta guarnaschelli 3
Confesso che non sapevo nulla di questo primo matrimonio e del fatto che quando Mirta ruppe con Sergio lui era davvero disperato. Mirta non vedeva possibilità per questo simpatico ragazzone di grandi miglioramenti. Lo vedeva come lo vediamo noi in questi 8mm, un simpatico cinematografaro romano pieno di vita, ma un po’ coatto. E ben si capisce perché il ricco padre di lei, che vediamo nei filmati, non lo vedesse di buon occhio.
sergio corbucci e mirta guarnaschelli 1
Corbucci riuscirà a uscire da questa palude di cinema di sottogenere grazie a Totò e alla Titanus di Goffredo Lombardo, che lo vorranno al posto di Camillo Mastrocinque per la regia di “Totò, Peppino e la dolce vita”, che fu un grande successo, e “Chi si ferma è perduto”, e poi lo ripresero per film popolarissimi della Titanus come “I due marescialli”, “Il monaco di Monza”, sempre con Totò, mentre, sempre per la Titanus girerà grandi peplum come “Romolo e Remo” e “Il figlio di Spartacus”.
Ma quello che vediamo noi nel film di Laurenti, è una storia diversa, di meno successo, si legge la fatica nell’andare avanti di due ragazzi che non riescono a trovare il loro centro. E viene incredibilmente fuori il ruolo di Mirta, che dentro a questo cinema fortemente maschileriesce a imporre la propria personalità.
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