DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Fabrizio Roncone per “7 - Corriere della Sera”
Giusto il tempo di respirare una boccata d'aria nuova e pulita con Mario Draghi: poi ti volti e, nel Transatlantico di Montecitorio, ecco che avanza subito un altro esemplare raro. Tale Nicola Acunzo di anni 44, nato a Varese, cresciuto a Battipaglia (in provincia di Salerno) e di professione incerta: nel senso che un po' fa l'attore (pagato dalle società di produzione) e un po' - si suppone nel tempo che gli resta - il deputato (pagato da tutti noi).
Questo Acunzo fu eletto nel 2018 con il M5S, in quell'infornata dove bastava alzare la mano giurando di essere grillino per poi finire diritto in Parlamento e beccarsi uno stipendio lauto e sicuro (così lauto che Acunzo si è stufato di versarne una parte al Movimento: espulso, ora è iscritto al Gruppo Misto). Il suo volto - politicamente - potrebbe esservi del tutto sconosciuto.
Ma, se avete dato uno sguardo alla serie tv di Rai 1 Il commissario Ricciardi, sappiate che Acunzo è Ponte, l'usciere di Angelo Garzo, il capo del commissario. Pazzesco, no? Acunzo, invece di starsene lì a studiare un modo per farci uscire tutti dalla povertà, come aveva promesso il suo ex capo Luigi Di Maio, era su un set a recitare la parte di un poliziotto nella Napoli fascista degli anni Trenta. Già così sarebbe una storia in cui si oscilla tra stupore e disgusto. Ma c'è di più.
C'è che Acunzo è anche membro della commissione di Vigilanza Rai: delicato luogo di potere, dove vengono nominati alcuni consiglieri d'amministrazione dell'azienda pubblica, e dove si indica anche l'indirizzo che a viale Mazzini devono seguire nella programmazione e nella pubblicità.
Per caso qualcuno intravede la possibilità di un volgarissimo conflitto d'interessi? Sentite invece come se la rigira il nostro deputato/attore parlando con il Corriere: «Io ho lavorato per una società di produzione che poi, soltanto successivamente, ha venduto il prodotto alla Rai».
fabrizio roncone foto di bacco
Acunzo, santo cielo: possiamo avercelo il dubbietto che quel ruolo le sia stato affidato non esattamente solo perché ritenuto l'erede di Mastroianni? Andreotti diceva: «A pensare male si fa peccato: ma, qualche volta, si indovina». Comunque: ormai è andata. Se la goda, Acunzo. Non s'azzardi a dimettersi e continui a recitare anche la parte del deputato (la paga è ottima, e i tempi sono quelli che sono).
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