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Stefano Montefiori per “Corriere della Sera”
Dall' età di quattro anni e per un decennio, Eva ha posato nuda per la madre Irina. Tre sedute alla settimana, altrimenti niente giochi o vestiti. Negli anni Settanta gli scatti ai limiti della pornografia della bambina non sembravano ferire le sensibilità dell' epoca, e la parigina di origine romena Irina Ionesco grazie alla figlia è diventata una fotografa di successo.
Nel 1976 Eva, appena undicenne, è arrivata a essere la più giovane modella nella storia di « Playboy» apparendo nell' edizione italiana, e un anno dopo è finita sulla copertina di «Der Spiegel» . Primati infelici, seguiti da una lite famigliare che non si è mai conclusa. Da quasi quarant' anni Eva e Irina non si parlano, se non tramite gli avvocati. La figlia accusa la madre di averla sfruttata, togliendole l' infanzia e l' innocenza in nome di presunte ambizioni artistiche che avevano a che fare con la pedofilia, la fama e il conto in banca.
L' ultimo episodio della battaglia anche legale nasce da Eva (Stock), il romanzo di Simon Liberati che è uno degli eventi della rentrée litteraire 2015. Ogni anno in Francia, tra fine agosto e inizio settembre, escono centinaia di libri: uno dei più attesi stavolta è quello scritto da Liberati, marito di Eva, che è stato portato in tribunale dalla suocera per «attacco alla vita privata».
Irina Ionesco, 84 anni, ha chiesto 40 mila euro di danni e la distruzione delle 15 mila copie già stampate, obiettando che il genero riporta in sette passaggi alcuni dettagli sulle origini della famiglia Ionesco (nessuna parentela con il drammaturgo, ndr ) e soprattutto sulla passione di Irina per le droghe e l' alcol. Ma più o meno le stesse cose le ha già raccontate la stessa Irina Ionesco nella sua autobiografia del 2004 L' occhio della bambola . E nel 2011 la figlia Eva ha diretto il film My Little Princess con Isabelle Huppert, affrontando gli stessi temi. Per questo il giudice ha respinto la richiesta della fotografa: il romanzo Eva domani sarà nelle librerie come previsto.
Il tentativo di Irina Ionesco di bloccare l' uscita del libro invocando la tutela della privacy sembra grottesco, se si pensa a quel che la donna ha fatto della privacy della figlia. Oggi cinquantenne, Eva Ionesco continua la sua lotta per ottenere la distruzione dei negativi e il divieto di diffusione delle immagini scattate dalla madre.
Il 27 maggio scorso la Corte di appello di Parigi ha dato ragione a Eva, stabilendo che «denudata o no, la fissazione fotografica dell' immagine sessualizzata in modo malsano di una bambina giovanissima o di una ragazzina non può che essere degradante per costei, quale che sia l' intenzione dell' autore o la soggettività del pubblico al quale è destinata».
L' argomento «era un' altra epoca» non è stato accolto. Le foto di Eva non potranno più essere diffuse senza il suo consenso. Il romanzo che le ha dedicato il marito Simon Liberati invece si candida a essere uno dei migliori della rentrée , storia di un grande amore e di una redenzione reciproca. «Una sera d' inverno del 1979, da qualche parte a Parigi, mi sono imbattuto in una "donna" tredicenne che godeva già di una reputazione terribile - scrive Liberati -.
Venticinque anni dopo ha ispirato il mio primo romanzo, anche se di lei non avevo niente più che la foto di un paparazzo. E molto tempo dopo ancora, lei mi ha trovato quando ero perso tra i meandri della vita. Mi ha salvato dal labirinto e mi ha dato la voglia di amare ancora. Incredibilmente, il suo nome è Eva e questo libro è il mio testamento per lei».
simon liberati eva ionesco
IRINA IONESCO
IRINA IONESCO
irina ionesco 2
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