not only pizza 250 italian words in english

NOI SAREMO ANGLOFONI MA GLI INGLESI PARLANO ITALIANO PIÙ DI QUANTO CREDIAMO - NEL LORO QUOTIDIANO USANO PAROLE COME "CIAO" E "BRAVO", MA ANCHE TERMINI ARTISTICI COME  "ORCHESTRA" E "PIANOFORTE", QUELLI POLITICI COME "PROPAGANDA" O "MANIFESTO" SENZA PARLARE DEL CIBO, COME "RADICCHIO" O "SCAMPI" - ALCUNI DEI SIGNIFICATI SONO STATO STORPIATI (COME "BIMBO", CHE IN INGLESE INDICA UNA DONNA ATTRAENTE, MA POCO INTELLIGENTE) - IL LIBRO "NOT ONLY PIZZA. 250 ITALIAN WORDS IN ENGLISH" DI ALESSANDRO CECCARINI STUDIA L'USO DI QUESTI VOCABOLI OLTREMANICA...

Paolo Guiducci per “Avvenire”

 

HAMBURGER

L'idioma di Shakespeare oggi è la lingua egemone. Un primato in realtà recente, considerato che secoli fa era appannaggio del latino mentre la diplomazia è stata per lungo tempo associata al francese. Ma la diffusione mondiale dell'inglese, molto più ampia di qualsiasi altra lingua, lo rende quanto di più vicino a una lingua globale. Eppure ci sono tante - parole che gli inglesi copiano dalla lingua di Dante.

 

Se cringe, contact tracer, burger e tanti altri vocaboli english sono entrati nella lingua italiana corrente, esiste però anche il fenomeno inverso. Ovvero «parole italiane utilizzate correntemente nella lingua inglese, caso più antico, meno attuale e 'invasivo', ma comunque importante e del quale gli italiani spesso non sono consapevoli», fa notare Alessandro Ceccarini.

NOT ONLY PIZZA. 250 ITALIAN WORDS IN ENGLISH ALESSANDRO CECCARINI

 

Studioso della lingua di Albione e insegnante al liceo delle Scienze umane delle Maestre Pie di Rimini, da anni Ceccarini si dedica allo studio di questi vocaboli che ora ha raccolto in un libro davvero unico. Not only pizza. 250 Italian words in English (edizioni il-Ponte, pagine 112, euro 10,00) è la simpatica raccolta, a mo' di dizionario, di 250 vocaboli italiani (e qualcuno latino) che nel tempo sono entrati nel vocabolario inglese, utilizzati correttamente e correntemente nella lingua delle isole britanniche.

 

Alcune parole derivano dal mondo musicale come pianoforte o orchestra, altre dal campo alimentare, quali radicchio o scampi. Altre ancora provengono dal lessico artistico come basilica o terracotta, altre da quello prettamente religioso come novena o oratorio. Molte parole si rifanno alla medicina e all'anatomia, è il caso di influenza o tibia, altre da modi di dire italiani ( lingua franca).

tipi di pianoforte

 

Se ne contano numerose appartenenti alle categorie più disparate, da quelle sociopolitiche come manifesto e propaganda, agli aggettivi umani, animali e di cosa ( docile e fragile), altre ancora diverse, da lotto a ferrata. Alcune di queste parole esprimono gli stessi significati dall'italiano all'inglese. In altri casi hanno mantenuto solo uno di quelli italiani o latini, mentre per altri sensi hanno adottato vocaboli anglosassoni o di altra etimologia.

tibia

 

È il caso di adagio: in italiano ha molti significati ed è sinonimo di lentamente, con cura, a voce bassa, mentre in inglese ha solo il senso di brano musicale suonato in modo lento e dolce. In altri casi il significato si è discostato così tanto nel tempo, al punto che le due parole sono diventate veri e propri false friends l'una per l'altra. Bimbo, ad esempio. In inglese significa una donna attraente, ma un po' sciocchina e poco intelligente, «un vocabolo che fa pensare a qualche soubrettina della tv o dei social».

 

Il primo vocabolo che ha acceso la lampadina, Ceccarini lo ha incontrato in una chiesa di Edimburgo. «C'era un crocifisso con sotto la scritta 'Via dolorosa'.

propaganda

 

Quell'espressione mi colpì molto». È l'inizio di uno studio 'matto e disperatissimo' ma anche divertente. L'autore si è rivolto a 80 madrelingua inglesi, dei cinque continenti, per avere la controprova che le parole italiane, trovate su internet, sui libri o pronunciate da qualcuno, fossero davvero usate in inglese.

 

terracotta

Gli inglesi/anglofoni hanno coscienza che stanno utilizzando parole italiane? «No, assolutamente. Non solo gli italiani non lo sanno, ma neppure gli inglesi ne sono consapevoli, anche perché la loro lingua è frutto di una base celtica, anglosassone, ma con molti forestierismi da varie lingue, latino e francese in testa (pensiamo a forume ballet), ma anche dal giapponese ( judo), spagnolo ( mosquito), indiano ( shampoo), e tanti altri. Essendo una lingua così varia e ibrida, gli anglofoni non fanno caso alla provenienza delle parole del loro vocabolario. In generale si pensa che in inglese si usino solo termini italiani come pizza, pasta e mafia. Nessuno crede che ce ne siano oltre duecentocinquanta».

orchestrainfluenza scampi