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GIU’ DALLA SCALA - OGGI A MILANO LA PRIMA (SENZA MATTARELLA) DI MADAMA BUTTERFLY - NEL SOLITO BIZZARRO DÉFILÉ DI GENTE CHE SPENDE UN SACCO DI SOLDI IN BIGLIETTI E VESTITI PER DORMIRE TRE ORE, IL PIÙ ATTESO È L' EX RE DI SPAGNA JUAN CARLOS - I 10 BUONI MOTIVI PER VEDERE QUESTA BUTTERFLY

Alberto Mattioli per la Stampa

 

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Ci siamo. Alle 18, la Scala apre con Madama Butterfly di Puccini. Ecco dieci persone o motivi, più o meno ragionevoli, per non perdersi la prima. Non serve comprare uno dei 21 posti che ieri alle 20.45 risultavano ancora disponibili, anche perché sono carucci (platea a 2.400 euro). Provvede Raiuno, diretta dalle 17,45.

 

1. Giacomo Puccini La Scala presenta la Butterfly «originale», cioè quella che debuttò qui il 17 febbraio 1904. Come si sa, i «cannibali» (copyright di Puccini) del pubblico trasformarono la serata in un fiasco inaspettato e memorabile.

L' opera morta a Milano risorse a Brescia il 28 maggio seguente, ma dopo che Puccini l' aveva profondamente rimaneggiata.

 

Per esempio, passando da due atti a tre. Insomma, se Butterfly è da allora una delle opere più popolari del mondo, stasera non sarà la solita Butterfly . Improbabile peraltro che gli happy few della platea se ne accorgano. Per dire: due prime fa, la presidentessa degli Amici della Lirica (sic) disse in tivù che il libretto del Fidelio di Beethoven era stato scritto da Goethe e rivisto da Boito.

 

2. Riccardo Chailly Il padrone di casa ama Puccini e, soprattutto, ne è riamato. Da direttore principale della Scala finora ha diretto Turandot e Fanciulla del West, entrambe benissimo. Si spera che non ci sia due senza tre.

 

3. Alvis Hermanis Il regista lettone a Milano ha fatto una buona produzione di Die Soldaten e una disastrosa dei Due Foscari . A giudicare dalle foto e dalle chiacchiere preventive, dovrebbe essere una Butterfly poco rischiosa perché molto tradizionale, con sontuosi costumoni giapponesi, case a soffietto e ciliegi in fiore come da libretto.

BUTTERFLYBUTTERFLY

 

4. Maria José Siri Cio-Cio-San è un soprano uruguaian-veronese di simpatia travolgente. Ultimamente è stata una spettacolare Odabella nell' Attila e una Norma problematica. Con questa Butterfly si gioca la definitiva consacrazione come star di primo piano.

 

5. Le altre voci Per Pinkerton c' è uno yankee vero, Bryan Hymel, di solito non catalogato alla voce pucciniani (e senza romanza, nell' ur- Butterfly non c' è). Sharpless è Carlos Alvarez, Suzuki Annalisa Stroppa.

 

CHAILLYCHAILLY

6. Tivù, radio e cinema La copertura mediatica è impressionante. Della diretta si è detto: con i conduttori Antonio Di Bella e Milly Carlucci c' è anche il nostro Sandro Cappelletto. Dirette tivù anche in mezza Europa, su Rai Radio3 e in circa 500 cinema di tutto il mondo.

 

7. Butterflymania a Milano Al solito, Sant' Ambroeus risveglia l' antico amore fra Milano e il suo teatro. La micidiale coda notturna al freddo e al gelo per gli ultimi posti in loggione (50 euro) è stata affollata come al solito. Presi d' assalto gli innumerevoli spazi cittadini dove l' opera sarà proiettata, dal carcere di San Vittore allo Spazio Fumetto passando per la classica Galleria.

 

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8. Chi non c' è È una prima senza politici. Assenti giustificati causa crisi tutti quelli attesi, a cominciare dal Presidente della Repubblica Mattarella e a seguire con quello del Senato Grasso e i ministri Franceschini e Padoan. Inutile dire che resta a casa, dopo che gli elettori ce l' hanno mandato, anche Matteo Renzi. Il «no» ha liberato molti posti nel palco reale. Invitati speciali del Comune allo spettacolo e alla cena di gala quattro terremotati di Arquata e Accumoli, bel gesto.

 

9. Chi c' è In attesa del solito bizzarro défilé di gente che spende un sacco di soldi in biglietti e vestiti per dormire tre ore, il più atteso è l' ex Re di Spagna (si dirà Re emerito?), Juan Carlos. Più tutti i soliti noti per la consueta appassionante suspense: come sarà vestita Valeria Marini? E la Santanchè?

 

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10. I commenti Nel foyer o in loggione, live o sui social, lo spasso continua con i commenti. Qualche melomane si è già portato avanti con il lavoro protestando in rete perché non si dà la Butterfly «voluta da Puccini», quella «definitiva» (peccato non esista). Anticipiamo il resto della chiacchiera: lei non ha la voce adatta per fare Butterfly, lui non ha la voce adatta per fare Pinkerton, i tempi di Chailly sono troppo veloci o, in alternativa, troppo lenti, lo spettacolo è troppo tradizionale o troppo moderno, tutto questo sfarzo è un insulto alla miseria e così via, ad libitum.

Buona prima a tutti.

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