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Edoardo Sassi per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"
Succede, forse, solo in Italia. E al ministero per i Beni culturali in parti colare, Soprintendenza per il Polo museale di Roma. Succede che nonostante l'intervento diretto di un ministro che ha provato a sventare la figuraccia, una mostra rischi di saltare o, cosa ormai certa, di slittare a data da destinarsi: 12 dicembre? 14? 16 ottembre? Lugliobre? Mai? Tutte ipotesi possibili. Vittima, l'importante esposizione «Giacometti. La Scultura» alla Galleria Borghese che si sarebbe dovuta aprire tra 48 ore.
Si trattava per una volta, stando almeno agli annunci, di una mostra vera, cosa che a Roma non capita spesso, una mostra di livello internazionale quanto a prestiti, curatore e contenitore (il più prestigioso museo di Stato della capitale). Un'antologica che si sarebbe dovuta svolgere dal 4 dicembre, mercoledì, data comunicata per l'apertura al pubblico, all'11 marzo.
Data l'importanza dell'evento - Giacometti è una delle superstar dell'arte del 900, autore da Guinness per le cifre raggiunte in asta, uno di cui mostre non si vedono tutti giorni - la rassegna era stata annunciata ufficialmente con tanto di conferenza già a giugno, nella stessa Galleria Borghese e alla presenza della massima dirigente del Polo museale, la soprintendente Daniela Porro.
Cosa sia successo, o meglio cosa stia succedendo, ancora non è dato sapere, tra imbarazzi, no comment e bocche cucite alla direzione del museo e negli uffici all'incolpevole società che ha realizzato l'esposizione, dove trapela solo uno stizzito «Per quanto riguarda noi è tutto pronto».
à certo invece che tutto si sia bloccato a pochi giorni dall'apertura e nonostante l'intervento del ministro Massimo Bray che giorni fa aveva ordinato che tutto fosse risolto in gran fretta. Si sa però che in un ministero cavilli e burocrazia possono a volte più di un ministro.
E infatti la mostra per ora non c'è. Si è parlato di mancata presentazione di documenti per ottenere l'aumento delle tariffe durante l'expò. Ma è più probabile si tratti di un pasticciaccio a colpi di diffide e controdiffide tra società di servizi concorrenti. Comunque siano andate le cose, figuraccia internazionale per il calibro dei soggetti coinvolti - compresa la neonata associazione Mecenati della Galleria Borghese che per domani aveva organizzato il suo debutto con raccolta fondi (saltata) e posti a tavola già venduti - e per i prestiti bloccati negli aeroporti senza che nessuno sappia se e quando procedere.
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