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Enrico Currò per "la Repubblica"
La tregua è davvero labile. Il duello con la Juve fino all´ultimo respiro ha soltanto congelato la battaglia mediatica del Milan, intenzionato a riprenderla un secondo dopo la fine del campionato, se lo scudetto dovesse andare ai rivali. La linea della società è chiara: se il distacco finale tra le due squadre sarà tra 1 e 3 punti a favore di quella di Conte, lo slogan è già pronto: campionato falsato, per il semplice fatto che, se fosse stato convalidato il famigerato gol di Muntari nella sfida del 25 febbraio scorso, oggi il Milan avrebbe 2 punti in più e la Juve 1 in meno. Ieri, allo sponsor day rossonero, Galliani ha punzecchiato in continuazione gli avversari, malgrado il sorriso sull´"ossessione juventina" per la terza stella.
L´ad milanista ha mostrato il telefonino con la foto dell´azione incriminata. «Tengo sempre queste immagini per non dimenticare. I rapporti con la Juve? Con Torino piange il telefono». Secondo il Milan, le lamentele storiche di altri club - la Roma per il gol di Turone, l´Inter per il rigore di Iuliano su Ronaldo - non sono nemmeno paragonabili al torto subito per il caso Muntari: il danno sportivo ed economico sarebbe pesantissimo. Il confronto finanziario con i principali club europei è del resto il cruccio dichiarato di Galliani, che pure esalta il modello Milan.
«Nelle ultime due stagioni siamo abissalmente davanti a tutte le squadre italiane. Ma in Champions le 4 semifinaliste di quest´anno erano la prima, la seconda, la quarta e la quinta per fatturato. Ci espandiamo a livello commerciale e su internet. Ma paghiamo la mancanza di uno stadio di proprietà e gli effetti sugli introiti televisivi della nefasta legge Melandri. Quando dominavamo in Europa, avevamo un fatturato superiore a Real e Barcellona».
Il deficit di bilancio è però causato soprattutto dalla media degli stipendi e dalla rosa larghissima. Anche la riconferma di Allegri, che Berlusconi sostituirebbe volentieri con Guardiola, Van Basten o Capello a dispetto della fiducia ufficiale ribadita ieri, potrebbe essere una scelta economica, dettata dal fresco rinnovo del contratto all´allenatore (2,5 milioni l´anno fino al 2014). Si imporranno ancora un mercato al risparmio e almeno una cessione illustre: il primo indiziato è Robinho, a fronte di tre arrivi a parametro zero (Montolivo e Traoré del Nancy) o poco costosi (Acerbi).
Per ora Galliani pensa al derby di domenica (si giocherà in contemporanea con Cagliari-Juve, posticipata ufficialmente alle 20.45) per restare in corsa e chiudere definitivamente la porta della Champions all´Inter. Ma, rispetto all´odiata Juve, per l´Inter la frecciata è meno velenosa: riguarda il "regalo" di Muntari a gennaio: «Sapete che cosa dice l´amico all´altro amico pieno di donne? I tuoi scarti saranno le mie regine».
I rapporti tra le due milanesi sono buoni: la scelta della tecnologia per il nuovo prato di San Siro - l´erba naturale rinforzata - verrà infatti demandata a un dirigente interista, Pierfrancesco Barletta. I lavori potrebbero partire il 15 giugno, dopo il concerto di Madonna. Galliani ha rivelato il sospetto della correlazione tra le pessime condizioni del campo e i tantissimi infortuni. «Prepareremo un dossier su ogni singolo giocatore: vedremo come calibrare gli allenamenti». Ha tutta l´aria della prima resa dei conti interna, dopo il 13 maggio.
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