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Enrico Paoli per “Libero Quotidiano”
massimo giannini con rambo a ballaro
È un po' come la storia dei servizi deviati (ma davvero lo erano?) dove nessuno doveva sapere nulla, quando tutti sapevano tutto. Ed è esattamente quello che sta accadendo con i dati di ascolto dell' Auditel. Ufficialmente sono riservati alle emittenti, ufficiosamente esiste un mercato dello share che, al confronto, quello della domenica è roba da ragazzi.
E così salta fuori che martedì sera Di Martedì (sembrerà un gioco di parole, ma la fantasia dei conduttori nello scegliere il nome dei programmi non è proprio il massimo) il talk show politico de La7 condotto da Giovanni Floris ha nuovamente battuto la concorrenza, ovvero Ballarò, il contenitore di tutto un po' di Rai Tre affidato a Massimo Giannini, ex firma di Repubblica che, nel caso le cose dovessero precipitare davvero potrebbe anche tornare alla casa madre.
giannini vs floris sfida tv 590520
Certo, dovrà superare le resistenze del direttore Ezio Mauro, che ha brindato a lungo con gli amici quando il giornalista ha lasciato il giornale-partito per sistemarsi in Rai. Ma se sono vere le voci che corrono l' editore potrebbe metterci una buona parola sistemando il Massimo del minimo (nel senso di share) all' interno del gruppo. In fondo un posto si trova sempre.
Ovviamente a Viale Mazzini smentiscono l'ipotesi e a Largo Fochetti, sede del quotidiano debenedettiano fanno finta di nulla. Un dato però è certo. In caso di crollo verticale degli ascolti, e visto il trend la cosa non è cosi remota visto che il programma è sotto tutti gli standard delle passate stagioni, la tv di Stato può chiudere il programma evitando le costose penali inserite nel contratto strablindato, e strapagato, di Giannini. Così va il mondo.
Nel frattempo ecco qua i numeri. Il programma di punta de La7 (guai a sussurrare che Corrado Formigli con la sua Piazzapulita piazzata al giovedì sera sta salendo vertiginosamente nel gradimento dell' editore) condotto da Floris ha ottenuto un share del 5,5% battendo nettamente Ballarò, fermo al 4,6%. Nel computo totale le due trasmissioni sono in pareggio, 3 a 3, anche se Giannini ha una puntata in più.
Dettaglio del tutto secondario, dato che Di Martedì ha superato per due settimane consecutive la concorrenza. Ovviamente la cosa è particolarmente gradita a Palazzo Chigi, dato che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sin dal giorno del suo insediamento, ha osteggiato le trasmissioni di Giannini, Floris e Formigli.
E se con i contenitori de La7 ha praticamente le armi spuntate, al massimo può lamentarsi con Urbano Cairo (e pare che lo abbia anche fatto), con i prodotti della Rai ha praticamente il coltello dalla parte del manico. Prima ha twittato commenti al veleno, poi ha scatenato i fedelissimi presenti nella commissione di Vigilanza sulla Rai, e ora ha dato carta bianca al direttore generale Antonio Campo Dall' Orto.
L' uscita di scena del vice direttore di Rai Tre, Luca Mazzà, con tanto di lancio dell' asciugamano modello incontro di boxe, non è solo un segnale, ma è davvero l' inizio della fine. Certo, dietro la sua uscita c' è anche la voglia matta di prendere il posto di Andrea Vianello, attuale direttore di rete in caduta libera (è stato lui a scegliere Giannini quando Floris ha mollato la Rai) ma non può essere questa l' unica spiegazione.
MASSIMO GIANNINI ANDREA VIANELLO BALLARO
L'antirenzismo dichiarato di Giannini e il flirtare con i 5 Stelle non piace solo a Renzi, ma va di traverso a tutto il Pd. Tranne alla minoranza dem, che proprio grazie a Ballarò mantiene una finestra aperta sul mondo. E contro Giannini rema anche la redazione del programma che mal sopporta i modi e le idee del giornalista. E siccome della squadra fa parte anche Cecilia Carpio, moglie del portavoce del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, difficile pensare che all' interno dell' esecutivo il tema Ballarò non sia mai rimbalzato. Nell' universo renziano niente avviene mai per caso...
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