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Marco Giusti per Dagospia
Aridanghete con gli Oscar. Come se non lo sapessimo come andra' a finire. Dei Magnifici 7 film italiani autocandidatisi alla corsa per il Miglior Film Straniero, belli e brutti che siano, verra' scelto sicuramente La grande bellezza di Paolo Sorrentino e, ammesso che entri nella cinquina finale, non vincera' nulla.
Come l'anno scorso. Come ogni anno. Non vincera' perche', malgrado i temi felliniani e la grande messa in scena di romanita', non credo possa piacere molto agli americani, troppo parlato, troppo da pagina culturale di Repubblica con annesso articolo di Curzio Maltese (sveglia! Stamane ha dato quattro palle a Sacro Gra e Via Castellana Bandiera ma e' anche un po' critico sui due film).
Ma non credo neanche che abbia quei requisiti da film straniero acchiappaoscar, quella sorta di provincialismo che, grazie a una storia universale, come â'Una separazione'' di Farhadi o â'Amour'' di Haneke, diventa facilmente accessibile per un pubblico internazionale e, soprattutto, americano.
Doti che ha per esempio, come dicono i siti bene informati, un film come â'Le passee'' di Asghar Farhadi, o â'La caccia'' di Tomas Vintenberg con l'astro nascente Mads Mikelssen, lanciato proprio quest'anno sul mercato statunitense. O Il caso â'Kerenes'' del rumeno Calin Peter Netzer, gia' vincitore di Berlino 2013, e gia' scelto dalla Rumania come candidato agli Oscar.
In una corsa agli Oscar che vedra' come grandi sfidanti il dominatore di Toronto, â'12 Years a Slave'' di Steve McQueen, il film di apertura di Venezia, â'Gravity'' di Alfonso Cuaron, â'The Butler'' di Lee Daniels, â'The Wolf of Wall Street'' di Martin Scorsese (e speriamo che venga a Roma), i grandi film americani di Cannes, da â'Nebraska'' di Alexander Payne a â'Inside Desmond Llewyn'' dei Coen, al lanciatissimo â'Fruitvale Station'', quindi dominati da ben tre storie di violenza contro afroamericani diretti da registi di colore, non e' tanto probabile che possa avere spazio un film sulla tarda dolce vita delle terrazze romane.
Meglio puntare su operazioni nuove, dal primo film dell'Arabia Saudita diretto da una donna, â'La bicicletta verde'' della giovane Haifaa al Mansour, o, magari, al controverso â'La vie d'Adele'' del franco-tunisino Abdellativ Kechiche con le sue ragazze innamorate, che ha dominato Cannes. Tra i sette possibili film italiani che si sono autocandidati all'Oscar, forse â'Salvo'' di Grassadonia e Piazza, che aveva dominato La semaine de la critique a Cannes, o â'Miele'' di Valeria Golino, presentato a Un certain regard, potrebbero avere piu' qualita' da film d'arte acchiappaoscar.
Magari, a sorpresa, anche â'Viaggio sola'' di Maria Sole Tognazzi, che ha una storia internazionale e un'idea originale. â'Viva l'Italia'' di Roberto Ando' mi sembra troppo legato alla politica italiana, mentre â'Razza bastarda'' di Alessandro Gassman mi sembra che non abbia la forza produttiva.
E l'autocandidatura del curioso â'Midway'', piccolo horror di tal John Real alias Giovanni Marzagalli, e' poco piu' di uno scherzo stracult, anche se il film non l'ho visto. Ma non credo che dalla commissione che si riunira' 25 settembre e che comprende esperti come Tilde Corsi, Andrea Occhipinti, Caterina D'Amico, Liliana Cavani possa esserci tanta possibilita' per la stravaganze. Sarebbe gia' una sorpresa veder candidata una regista donna, Golino o Tognazzi, al posto di Sorrentino.
Foto di scena del film La Grande Bellezza sabrina ferilli sul set di La grande bellezza prima foto la grande bellezza Daniela e Paolo Sorrentino Marco Giusti autore del libro Curzio Maltese PRESENTAZIONE FILM GRAVITY CON GEORGE CLOONEY
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