SE NON VIDEO NON CREDO - GRAZIE AGLI SMARTPHONE, IL PROCESSO PER CUI L’IMMAGINE STA SOPPIANTANDO LA PAROLA SCRITTA È QUASI COMPLETO - IL “WALL STREET JOURNAL” LANCIA “WORLDSTREAM”, UN NUOVO SERVIZIO IN STREAMING IN CUI I GIORNALISTI CARICANO IN TEMPO REALE SU TWITTER BREVI FILMATI GIRATI CON L’I-PHONE - È LA RISPOSTA “PROFESSIONALE” ALL’INIZIATIVA DI CITIZEN JOURNALISM DELLA CNN CHE PERMETTE A CHIUNQUE DI INVIARE I PROPRI VIDEO…

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Anna Masera per La Stampa.it

Il Wall Street Journal sta sperimentando da qualche giorno una nuova rete video alimentata dai suoi giornalisti con gli smartphone. Visto che gli editori spendono per fornire i reporter di iPhone, perché - si è chiesto il quotidiano di Rupert Murdoch - non metterli a frutto per produrre contenuti multimediali? Il nuovo servizio si chiama WorldStream: contiene video brevi, lunghi non più di un minuto ciascuno, girati col telefonino e rivisti in redazione prima di venire pubblicati.

Finora il servizio video del Wsj era limitato a una specie di tivù dal vivo, un tg online con mezzibusti e infografici. WorldStream offre in aggiunta reportage semplici e immediati: tra i primi esempi, le riprese di prima mano dalla Siria, ma anche clip della sala stampa vuota prima della Convention repubblicana a Tampa.

Si tratta per lo più di aggiornamenti che di reportage: video che mostrano quello che i reporter vedono, dove sono. Il tutto collegato ai social media, con la parola chiave #WorldStream come richiamo su Twitter. Di conseguenza, tutti i reporter del giornale con iPhone adesso usano Twitter, rendendo WorldStream un'estensione di quella connessione più personale che gli utenti si sono abituati ad avere con i giornalisti.

Anche il New York Times ha appena rilanciato la sua sezione video online, che ha conquistato spazio ed è compatibile con tutti i formati e apparecchi; e l'Huffington Post ha lanciato di recente HuffPost Live, un nuovo canale di streaming video. Ma WorldStream è la risposta alla rete di citizen journalists della Cnn, iReport. La differenza è che non permette a chiunque di pubblicare video: la scommessa è che i contenuti dei giornalisti siano più interessanti. Anche per gli investitori pubblicitari.

 

KELLY BROOK E LO SMARTPHONE RAGAZZE DROGATE DI SMARTPHONE IPHONE CINQUEWall Street Journal