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SELVAGGIA LUCARELLI STRONCA IL MONOLOGO PRO-MELONI DI NUNZIA DE GIROLAMO: “HA USATO LA SINTASSI DELLA LETTERINA ‘PICCOLA CHIARA’ A SANREMO E I CONTENUTI DELLA PROPAGANDA NORDCOREANA. MANCAVA SOLO CHE SPARASSE UN RAZZO NEL LAGHETTO DI COLOGNO MONZESE COME AVVERTIMENTO A MEDIASET” – “DAVVERO COMMOVENTE. UNA LIBERTÀ INTELLETTUALE CHE REPORT SE LA SOGNA. ANZI, SPERIAMO CHE LA TUTELA LEGALE CHE VOGLIONO TOGLIERE ALLA SQUADRA DI RANUCCI LA DIANO A LEI” – L’OPINIONISTA (PER MANCANZA DI OPINIONI) PATRIZIA SCERBO CONTRO LA MOGLIE DI BOCCIA: “IL PUNTO NON È MELONI O GIAMBRUNO. QUA L’UNICA TRAGEDIA SONO…” - VIDEO

 

PATRIZIA SCERBO

L'opinionista Patrizia Scerbo contro Nunzia Di Girolamo: "Quelle di Giambruno sono molestie"

Estratto da www.lastampa.it

 

"Il punto non è Giorgia Meloni o il tradimento di Giambruno. Qua l'unica vera tragedia sono le donne che sono state molestate sul luogo di lavoro".

 

Così, Patrizia Scerbo, giovane content creator e opinionista di Avanti popolo, su Rai 3, parlando della vicenda Giambruno. Parole che hanno spinto la conduttrice del programma, Nunzia Di Girolamo, a intervenire e a catalogare l'accaduto come un "fuorionda di gioco": "Non mi pare ci sia stata una donna che abbia detto 'Sono stata molestata'. Lui ha sbagliato, ma parlare di molestie mi pare eccessivo".

 

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‘MELONI FEMMINISTA’ TUTTI NEL TRAPPOLONE DA NUNZIA ALLE DEM

Estratto dell’articolo di Selvaggia Lucarelli per “il Fatto quotidiano”

 

Se c’è una cosa che a Giorgia Meloni è riuscita benissimo è far passare il suo comunicato sulla (presunta) fine della storia con Andrea Giambruno per qualcosa che abbia a che fare col femminismo. O con l’eroismo. Tutti presi come eravamo a commentare le sue parole, ci siamo persi quelle degli altri. Ed è un peccato, perché a leggerle tutte insieme viene da tifare per il machismo, le battute da caserma e le mani sul pacco.

 

selvaggia lucarelli

Uno dei primi a twittare è stato Carlo Calenda, il quale si è prontamente indignato per la volgarità della vicenda: “Così in Italia non si produrrà mai nulla tranne il fango, finché il fango non sommergerà tutti e tutto”. Detto da quello che ama risolvere i conflitti con sobrietà e discrezione, che non cerca le risse nel fango. Come dimenticare quell’addio elegante tra lui e Matteo Renzi: “Caro Renzi, io non ho mai preso soldi da un assassino”, “Calenda è pazzo, ha sbagliato pillole”.

 

Abbiamo poi la fila delle pidine che come al solito perdono l’occasione per tracciare una linea di confine netta tra il femminismo e il piagnisteo rancoroso e si buttano sulla solidarietà pelosa. Scrivono tweet zuccherosi esibendo la superiorità morale di chi mostra benevolenza nei confronti dell’avversario, senza mai capire che Giorgia Meloni, su questo furbo bilanciamento tra vittimismo tattico in tutto quello che riguarda se stessa e sul cinismo spietato nei confronti delle debolezze altrui, ha costruito il consenso politico.

PATRIZIA SCERBO

 

E così, Alessandra Moretti scrive: “Giorgia Meloni ha agito da donna libera. Chiedo io per lei che le lascino fare la madre”. A leggerla così sembra che gli assistenti sociali siano andati all’alba, in casa Meloni, a portarle via la figlia. Alessia Morani: “Cerchiamo di evitare i dibattiti da bar dove ognuno dice la qualunque”. In pratica chiede di essere delicati con la famiglia di quella che da anni passa col bulldozer sulle famiglie altrui.

 

Pina Picierno: “Solidarietà e abbraccio a Giorgia Meloni. Diffondere gli audio del compagno, utilizzare la vita privata per colpirla è stato spregevole e abietto”. Anziché esprimere solidarietà alle donne costrette a lavorare con lo spregevole compagno di Giorgia Meloni, lei abbraccia Giorgia Meloni per avere lasciato un uomo molesto, ringraziandolo pubblicamente per gli anni meravigliosi trascorsi insieme.

 

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[…] Infine, la vincitrice assoluta: Nunzia De Girolamo. Nel suo Avanti popolo, programma tv che riesce a far indietreggiare il popolo al punto da realizzare il 2% di share, dopo aver invitato suo marito e un pluricondannato, è riuscita a fare di peggio. Nell’ultima puntata ha pensato bene di dedicare un monologo al caso Meloni/Giambruno con la sintassi della letterina “Piccola Chiara” a Sanremo e i contenuti della propaganda nordcoreana.

 

Mancava solo che sparasse un razzo nel laghetto di Cologno Monzese come avvertimento a Mediaset. Ha iniziato con “IL NOSTRO presidente del consìio ci ha messo la faccia” per poi passare a un improvviso cambio di sesso: “LA NOSTRA presidente del consìio ha scritto sui social, lo ha fatto da donna, da madre, da presidente del consìio”. Perché voi forse non lo sapete, ma se uno scrive sui social non da sorella, da trans o da segretaria ma “da madre, da donna, da presidente del consìjo” c’è una tastiera a parte, proprio. È tutta glitterata, se premi il tasto cancelletto esce il colostro e manca la G, ovviamente.

SELVAGGIA LUCARELLI BALLANDO CON LE STELLE

 

E poi: “Bisogna avere rispetto del dolore della presidente del consìio!”, “Vi chiedo di rispettare una famìia che è finita!”. Addirittura finita, come la benzina in autostrada. Davvero commovente. Una libertà intellettuale che Report se la sogna. Anzi, speriamo che la tutela legale che vogliono togliere alla squadra di Ranucci la diano a lei perché Nunzia sta rischiando grosso: una querela per eccesso colposo di legittima difesa del presidente del consìjo, se va avanti così, non gliela leva nessuno.

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