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Simona Orlando per “il Messaggero”
Dagli anniversari non si scappa. È un modo per capitalizzare la nostalgia e fare rimpatriate generazionali, perciò nel 2019 vedremo di nuovo insieme sul palco Spice Girls, Take That e Backstreet Boys, incubi patinati di chi negli Anni '90 seguiva il rock, nel frattempo sparito dalle classifiche. Con il senno del pop, i cinque ragazzi dalla Florida Nick Carter, Howie Dorough, Brian Littrell, AJ McLean, Kevin Richardson, che ora hanno fra i 39 e i 47 anni, si sono rivelati seminali, generando figliocci alla One Direction e ispirando stimate popstar come Ed Sheeran e Shawn Mendes, che ha firmato Chances (con Ryan Tedder dei OneRepublic), singolo dei Backstreet Boys e traino del disco di inediti DNA, in uscita oggi.
Il brano Don' t Go Breaking My Heart è già nominato ai Grammy e, dopo 14 mesi record con show fisso a Las Vegas, il tour mondiale farà tappa il 15 maggio al Mediolanum Forum di Milano (sold out, biglietti che superano i 350 euro al mercato secondario).
Non è una reunion perché la cinquina regge da ben 26 anni, eletta la più grande boy band della storia (se non si considerano Beatles e Jackson Five), 130 milioni di dischi venduti, mescolò R&B, ganci killer, falsetti e coreografie, in un' ibridazione che ha fatto scuola e che ritorna in DNA, dove confluiscono funky, soul, gospel (Breathe è a cappella, arrangiato da Ben Bran dei Pentatonix). È il loro stile che suona sorprendentemente attuale, come ci racconta il biondo Brian.
Così questa è la vostra mappa cromosomico-musicale?
«Sì, anelli digitali e analogici, passato e presente. Dice da dove veniamo e dove siamo ma in fondo restiamo gli stessi: cinque voci che formano uno strumento molto riconoscibile, armonie melodie che ricordano Millennium. Non cerchiamo di essere Ariana Grande».
Nel disco c' è varietà di generi e compaiono le chitarre.
«È un puzzle dei nostri gusti ma gli strumenti veri li volevamo tutti. La nostra hit I Want It That Way non se la ricorderebbe nessuno senza quell' intro di chitarra».
Di recente l' hanno cantata al karaoke Kanye West e Mark Zuckerberg. Rap e social media hanno stravolto il mercato musicale: è un omaggio gradito?
«La longevità permette di essere rilevanti. Il nostro impatto sulle generazioni successive è straordinario, brani come Everybodye As long as you love me sopravvivono e scopriamo di essere ascoltati dal mondo hip hop (Chance the Rapper è con loro nello spot del Super Bowl ndr). Shawn Mendes, cresciuto con le nostre canzoni, è diventato un idolo e ora ha scritto per noi».
La rivincita delle boy band? Al tempo eravate anche molto criticati.
«In quel periodo tutto era separato. Se ascoltavi rock odiavi il pop, se seguivi il rap snobbavi il country, se eri in una boy band, la critica ti stroncava a prescindere. Subivamo commenti di ogni tipo. Oggi è tutto fluido. Il genere non conta, una canzone è bella o non lo è. Si connette agli altri o no».
Il Presidente Trump usò I Want It That Way per un comizio e vi dissociaste. Tutti concordi?
«No, abbiamo punti di vista diversi ma non ci andava di essere associati a lui per il puro piacere di creare conflitti. Io personalmente ero d' accordo che la usasse. Il pubblico la fa sua in tante situazioni che non controlliamo. Comunque, noi troviamo sempre un modo di rispettare le opinioni divergenti ».
I testi parlano d' amore. Da adulti non volevate toccare altri argomenti?
«Anche da adulti l' amore è l' elemento chiave nella vita».
Vi aspetta il tour mondiale più grande degli ultimi 18 anni. A questa età, non vi spaventa la convivenza?
«Più invecchiamo, più siamo comprensivi. In America ognuno di noi avrà un tour bus con famiglia al seguito. In Europa lo condivideremo ma ormai conosciamo pregi e difetti. Spesso i nostri figli saranno con noi. Rivedere il mondo con i loro occhi è come scoprirlo per la prima volta».
Che concerto sarà?
«Cinque brani del nuovo disco, tutte le hit del passato e balletti virali dei nostri video. Ci teniamo allenati».
C' è un' ondata di gruppi K-Pop che sbanca nel mondo. Quali errori dovrebbero evitare? «Li saluto con entusiasmo, è un modo per conoscere la cultura coreana.
Ricordo che in Sudamerica tanti fan impararono l' inglese con le nostre canzoni, perciò ben vengano. Per durare devono fare fronte comune perché in questo business molti cercheranno di separarli o metterli contro. È la parte non divertente del lavoro».
Voi come avete risolto?
«Votando le decisioni a maggioranza, ma siamo in cinque, loro sono molti di più».
Facile andare fuori controllo con il successo?
«Facilissimo. Arrivano soldi, fama e potere e pensi di essere il migliore, di non aver bisogno di nessuno. Ma non è quello il modo in cui sei arrivato lì. Ti salvi solo se capisci che è stato un risultato di squadra».
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