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“SERIE TV? MAI VISTA UNA” (NEMMENO LA SUA?) – L’INARRESTABILE WOODY ALLEN, CHE A 85 ANNI SFORNA UN FILM DOPO L’ALTRO, SI PREPARA A GIRARE A PARIGI UNA NUOVA PELLICOLA IN STILE “MATCH POINT”: “LO STREAMING FINIRÀ PER UCCIDERE IL CINEMA. LE SALE CHIUDEVANO GIÀ PRIMA DEL COVID” – “IL LOCKDOWN? PER ME NON È CAMBIATO MOLTO. PENSO CHE LE RELAZIONI UMANE RITORNERANNO COME SONO SEMPRE STATE” – “NON SONO UN SUO GRANDE FAN DI DIO, PENSO CHE SAREI MOLTO SGARBATO CON LUI…” - VIDEO
Fulvia Caprara per "la Stampa"
Usi e costumi in tempo di pandemia. Uno fra più grandi registi della storia del cinema concede interviste via Zoom dal salotto di casa. Dopo aver visto il suo ultimo gioiello, Rifkin's Festival (da domani nelle sale con Vision Distribution), viene in mente che una situazione così potrebbe finire in uno dei suoi film. Più passa il tempo e più Woody Allen riesce ad annullare le distanze tra se stesso e il cinema, tra le sue idee e quelle dei suoi alter ego (stavolta Wallace Shawn), tra la sua visione del mondo e quella che emerge, nitida e realistica, dalle sue pellicole.
Il cinema riuscirà a sopravvivere al Covid?
«Dal mio punto di vista il modo migliore, e più divertente, per vedere un film è andare in un cinema, sedersi insieme a un sacco di altra gente e vivere le stesse emozioni guardando il grande schermo. Guardare film, da soli o con altri, sul divano, sul cellulare, sul computer, anche in tv, è la negazione dell'intera estetica del cinema».
mira sorvino woody allen la dea dell'amore
Il Covid provocherà cambiamenti nelle relazioni umane?
«Credo che, fondamentalmente, ritorneranno come sono sempre state. Ci saranno mutamenti di altro tipo, persone che sceglieranno di vivere in luoghi diversi, non andranno più in ufficio, ma, per il resto, la gente manterrà gli stessi desideri, le stesse ambizioni, le stesse debolezze. L'esperienza umana resta la stessa».
Come vede la situazione politica americana dopo l'elezione del presidente Biden?
«Credo che Biden sia un buon presidente, con delle buone idee che possono essere implementate dalla collaborazione con l'opposizione. Si è insediato in un momento caotico e dal, suo arrivo, le cose sono cambiate, la pandemia è stata contenuta, i dati stanno scendendo sensibilmente, aprono ristoranti, scuole, teatri. Biden è al posto giusto, mi piace come essere umano ed è un politico molto capace».
Com' è andato il lockdown?
«Per me non è cambiato molto. Mi svegliavo la mattina, stavo a casa, lavoravo, mi esercitavo al clarinetto e, naturalmente, seguivo la tragedia dei tanti colpiti dalla malattia. Di sera non potevo uscire ma, nel complesso, non c'è stato, nelle mie abitudini, un mutamento radicale».
Nei mesi scorsi è uscito il suo libro A proposito di niente (La Nave di Teseo). Meglio scrivere un libro o dirigere un film ?
«La struttura del lavoro è la stessa. Trovo, però, che scrivere un libro sia molto più faticoso, forse perchè sono cresciuto senza leggere molto ma andando molto al cinema e così il mio naturale istinto mi spinge verso atmosfere più cinematografiche che letterarie. Il cinema non si fa d'istinto, ma sul set so sempre esattamente cosa voglio fare e come. Nello scrivere, invece, devi sempre scegliere tra le mille possibilità offerte dalle parole. Quando fai un film hai limitazioni finanziarie, climatiche, fisiche, un sacco di gente intorno. Quando scrivi un libro sei da solo e puoi fare tutto quello che vuoi. Eppure per me girare un film è mille volte più facile che scrivere un libro».
scarlett johansson e woody allen 2
Il regista di Rifkin's Festival interpretato da Louis Garrel è antipatico e supponente. E' il suo modo di vedere i colleghi?
«No, ci sono tanti tipi di registi, pochi bravissimi, altri terribili, molti nel mezzo, che non sono geni, ma fanno buoni film, pur non essendo nè Fellini, nè Welles, nè Bergman. E poi, certe volte, ci sono registi con un talento incredibile che la gente sa subito riconoscere».
Il personaggio di Mort Rifkin, affidato a Wallace Shawn, ha problemi di salute legati a una crisi creativa. Le capita di sentirsi così?
«Vengo sempre accusato da famiglia e amici di trasformare la mia ansia creativa, le mie ambizioni, in sintomi di problemi medici, così ho la reputazione di essere ipocondriaco, ma non lo sono. La verità è che quello che racconto viene dalla mia diretta esperienza, per questo posso scriverne ».
Nel film parla anche di Dio, se le capitasse di incontrarlo che cosa gli direbbe?
«Non sono un suo grande fan, penso che sarei molto sgarbato con lui, gli chiederei "ma come sei riuscito a fare tutto quello che hai fatto?"».
Rifkin's Festival è un inno al grande cinema europeo. È così diverso da quello americano?
«Dopo la II guerra mondiale il cinema europeo era più maturo e innovativo dal punto di vista artistico. In Usa il cinema era ancora infantile, guidato principalmente dalla logica dei profitti. I film europei erano quindi più amati, per la tecnica e per i temi affrontati. Sono cresciuto in quell'epoca, quando tutti volevano vedere i film europei e non americani».
WOODY ALLEN E MARIEL HEMINGWAY IN MANHATTAN
Che cosa pensa delle serie tv?
«Non le vedo mai, e non per un particolare principio religioso, so, anzi, da amici, da mia moglie, da mia sorella, che ce ne sono di ottima qualità. Ma in tv preferisco lo sport, il baseball, i notiziari».
Lavora al prossimo film?
«E' già pronto, avrei dovuto girarlo l'anno scorso a Parigi, ma il Covid ha cambiato i piani, appena sarà possibile lo riprenderemo. E' una storia nello stile di Match Point».
Gloria Satta per “Il Messaggero”
wody allen mia farrow e i figli dylan e ronan
A 85 anni, Woody Allen non ha nessuna voglia di andare in pensione. Le accuse (reiterate ma mai provate) di aver molestato la figlia adottiva Dylan, l'ostracismo del cinema e degli editori americani, il pentimento politicamente corretto di alcuni suoi attori non impediscono al grande regista di sfornare un film dietro l'altro. «Il prossimo verrà girato a Parigi», annuncia Woody in collegamento dal salotto della sua casa di New York. Intanto, il 6 maggio, Vision distribuirà nelle sale Rifkin's Festival, 49mo titolo della sfolgorante carriera del regista, benedetta da 4 Oscar.
WOODY ALLEN - A RAINY DAY IN NEW YORK
Girato a San Sebastian illuminata da Vittorio Storaro alla quarta felice collaborazione con Allen, interpretato dal 77enne Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel e Elena Anaya, il film è ricco di humour e insieme profondo. Protagonista è uno scrittore, Rifkin, che segue la moglie addetta stampa al festival nella cittadina basca. Tra gelosie e ipocondrie, flirt e scorci suggestivi, Woody rende omaggio a Fellini, Bergman, Godard, Truffaut, Buñuel i cui cult rivivono in irresistibili rivisitazioni.
(…)
Lo streaming finirà per uccidere le sale?
«Temo di sì, sono pessimista. Le sale hanno iniziato a chiudere ben prima della pandemia. La gente si è abituata a vedere i film in casa, su schermi sempre più grandi, senza pagare biglietti e senza vicini che tossiscono. Ma il cinema è un'esperienza collettiva. Capolavori come Via col vento, Quarto potere, Il Padrino non sono stati fatti per essere visti al computer con pochi amici».
È vero, come ha scritto Variety, che la sua carriera americana è finita?
«Io giro i film dove trovo i finanziamenti. E se me li accordano in Europa, sono felicissimo. Fuori da Manhattan mi sento leggero, quasi in vacanza. E la mia famiglia adora viaggiare».
Teme che i suoi film non vengano più distribuiti negli Usa?
«No. A Rainy Day in New York, uscito in poche sale, ha avuto successo. E per Rifkin's Festival ci sono offerte».
WOODY ALLEN - A RAINY DAY IN NEW YORK
Perché dice sempre di non aver girato un grande film?
«Sono realistico. Capolavori come Rashomon, Il Settimo sigillo, Quarto potere non li ho diretti io. Ma sono fiero di aver sempre fatto il massimo sforzo e di aver avuto una libertà creativa totale. Gli altri registi se la sognano».
woody allen, mia farrow e i figli
WOODY ALLEN - A RAINY DAY IN NEW YORK
anjelica huston e woody allen
woody allen
mia farrow woody allen con ronan e dylan
woody allen con la sua jazz band
woody allen 2
martin landau e woody allen
woody allen 3
woody allen a proposito di niente
woody allen 1
CAFÉ SOCIETY DI WOODY ALLEN
CAFÉ SOCIETY DI WOODY ALLEN
woody allen
woody allen zelig
woody allen sul set
woody allen non ha computer
allen sul set
woody allen nella scena dell aragosta
woody allen
WOODY ALLEN
woody allen
woody allen mariel hemingway
soon yi previn woody allen hollywood pedofilia 300x213
lena dunham chiama pervertito woody allen
woody allen e soon yi 35 h181348 l
WOODY ALLEN 7
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