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Sergio Rizzo per “il Corriere della Sera”
Diciamo la verità: la resa dei conti era inevitabile. Anche se è assai curioso che avvenga in una giornata così. Mentre tutti quanti, alla Rai, saranno oggi comprensibilmente concentrati sul risultato delle elezioni americane, Carlo Verdelli dovrà affrontare un consiglio di amministrazione la cui maggioranza sembra determinata ad archiviare la sua esperienza, dopo soltanto dieci mesi dal debutto. Con uno schieramento di forze rigorosamente bipartisan.
Il direttore editoriale ha contro innanzitutto la presidente dell' azienda televisiva pubblica Monica Maggioni, ma anche consiglieri in quota alla destra, come Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca, nonché esponenti della sinistra, qual è Rita Borioni. Per non parlare dell' ex presidente della Federazione della stampa Franco Siddi.
L'esito, a meno di sorprese, sembra dunque scontato dopo quanto accaduto un mese fa, quando a Verdelli era stata improvvisamente mossa l'accusa di non aver predisposto con la necessaria tempestività il piano editoriale. Quel documento fondamentale dovrebbe rappresentare l' ossatura della Rai del futuro.
Prevede la riorganizzazione dell' intero sistema dell' informazione per realizzare la completa sinergia fra le strutture della tre reti, compresa la creazione di un nuovo portale. Va da sé che si profila una rivoluzione nell' impiego delle risorse umane e anche, dettaglio forse ancor meno trascurabile, di quelle economiche.
In base al programma fissato nell' estate scorsa, quel piano editoriale dovrebbe essere presentato soltanto a gennaio del 2017. Dunque, fra due mesi. Circostanza che rende il precipitare degli eventi, al di là di prese di posizione ufficiose che nessuno confermerà mai, piuttosto misterioso. Ma siamo pur sempre in Italia. E la Rai, come diceva un vecchio adagio, non è la Bbc...
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