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“AMADEUS RIFIUTÒ QUESTA CANZONE. MEGLIO COSÌ, NEI SUOI FESTIVAL MI SAREI SENTITO A DISAGIO” – SIMONE CRISTICCHI PARLA DEL BRANO IN CUI RACCONTA LA MAMMA MALATA DI ALZHEIMER: “QUANDO L’HA SENTITA HA GRIDATO PER LA FELICITA’. LEI NON SI ESPRIME BENE CON LE PAROLE. L’HO SCRITTA 5 ANNI FA. NELLA PRIMA STESURA NON C’ERA IL PASSAGGIO SULLA RABBIA” - DOPO SANREMO TORNA A TEATRO CON UNO SPETTACOLO DEDICATO A SAN FRANCESCO: “HO FATTO ESPERIENZE DI RITIRO IN CONVENTO, SONO AMICO DI UNA MONACA DI CLAUSURA. NON DIVENTERÒ PRETE, MA...” - VIDEO

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Andrea Laffranchi per corriere.it - Estratti

simone cristicchi

 

 

Mamma Luciana ha gridato per la felicità. Simone Cristicchi non ha emozionato solo la platea dell’Ariston con «Quando sarai piccola», racconto autobiografico di quando una malattia degenerativa costringe un figlio a diventare genitore del suo stesso genitore. La signora in platea con il trucco sbavato è un simbolo, ma chiunque di noi martedì sera ha ricevuto un whatsapp con l’emoticon in lacrime. «Mamma non si esprime bene con le parole... Urlava e in quei suoni meravigliosi, anche se non ho potuto comprendere il senso delle parole, ho sentito gioia».

 

C’era l’emozione del pubblico e anche la sua...

«Pensavo peggio... ma mi aiuto ascoltando in cuffia canti gregoriani. Quando ho visto la standing ovation non ci potevo credere... non immaginavo arrivasse anche ai giovani. Pensavo che questa canzone fosse adatta a una sensibilità più adulta, dai 25 anni in su. Sono un oggetto non identificato per lo streaming, dove sono quello con meno ascoltatori mensili, e anche per le radio. Eppure ricevo consensi traversali. Credo però che la poesia non si debba basare sui numeri, ma su altri parametri».

 

La storia del brano?

«L’ho scritta 5 anni fa e racconta il mio vissuto. È cambiata nel tempo. Nella prima stesura non c’era il passaggio sulla rabbia che c’è nello special perché nella mia esperienza personale quel momento è arrivata dopo e ho voluto dare risalto anche alla mia parte ferita».

simone cristicchi foto lapresse

 

Dopo così tanto tempo la riscriverebbe uguale?

«Sì, perché il testo è stato cesellato e perché la situazione di mamma è stabile. Con questa canzone però volevo raccontare più che le connotazioni medico patologiche dell’Alzheimer, il ciclo di vita di un’esperienza personale. Ho cercato l’universalità: “Io ti aiuterò” è anche uno sguardo al futuro».

 

Perché l’ha tenuta nel cassetto così a lungo?

«L’avevo proposta anche ad Amadeus».

 

È arrabbiato con lui?

amadeus

«Nessuna rabbia, sono fatalista e credo che siano le canzoni a decidere quando sono pronte per gli altri. Anzi, ringrazio Amadeus per non averla scelta: nei suoi Festival sarei stato a disagio e fuori luogo».

 

(...)

 

Dopo Sanremo torna a teatro con «Franciscus, il folle che parlava agli uccelli», dedicato a san Francesco. Nel suo album «Dalle tenebre alla luce» c’è molta spiritualità... C’è un legame?

«Più che di spiritualità parlo di mondo invisibile. Ho fatto esperienze di ritiro in convento, sono amico di una monaca di clausura di Lovere. Non diventerò prete un giorno, ma mi interessa toccare il mistero».

 

Sono arrivati plausi dal mondo del volontariato...

«Può diventare un inferno, ironicamente lo definisco il girone delle badanti. È difficilissimo affrontare il problema, soprattutto quando si è impreparati. È un dramma che viviamo in tanti e accanto alla tenerezza ci sono frustrazione e impotenza».

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