“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
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CLAUDIO SANTAMARIA: «L’INVIDIA DEGLI HATERS PER LA MIA FELICITÀ CHE NON HANNO»
Lavinia Farnese per www.vanityfair.it
francesca barra claudio santamaria
C’è una legge universale, forse tra le più spesso violate nel corso della Storia, che è quella per cui «donne e bambini non si toccano». Quando Claudio Santamaria ha visto in pericolo la sua, di donna (Francesca Barra, stanno insieme dalla scorsa estate) e quelli che in qualche modo stanno diventando anche suoi, di bambini (Renato, 11, Emma, 4, Greta, 1, che la giornalista Tv ha avuto dall’ex marito, Marcello Molfino, oltre alla figlia naturale Emma, che lui ha avuto con Delfina Delettrez Fendi), ha scelto di non restare in silenzio.
E agli insulti sui social, alle minacce di stupro e di morte di odiatori sconosciuti, alle persecuzioni, ha risposto con un video su Instagram: esorta ad interdire dalla Rete chi nella Rete si esprime con offese e rabbia, restando il più delle volte, nell’anonimato, impunito.
francesca barra claudio santamaria
Come ci si sente, in questa situazione?
«Innanzitutto, delusi e sconvolti per il livello a cui l’umanità si è ridotta, di cui il web è una magnifica lente di ingrandimento. Ma la stiamo affrontando con coraggio. E abbiamo l’abbraccio di tantissime persone come noi stufe degli haters e della loro vigliaccheria».
Punirli è un rimedio?
«Prima ancora lo è farli riflettere. Ricordandogli che hanno un cervello. Nella speranza che cambino rotta, direzione».
E se non succede?
«A quel punto sarebbe il caso di sospenderli, di renderli perseguibili. Con un discorso semplice e di senso: la diffamazione è un reato per cui nella vita reale pagheresti? Non vedo perché online puoi invece perseverare libero. Internet è diventato uno specchio del malessere che abita in esistenze infelici, invidiose, piene di rancore, con dentro nulla di interessante».
Il processo alla Rete che ha smarrito il buonsenso è però un processo facile. Siete famosi: l’altra faccia della medaglia è l’essere inevitabilmente esposti.
francesca barra claudio santamaria
«Ma non dovere subire il carico da 90. Va un po’ come quando esce un film. Non mi aspetto che il critico buono scriva: “Che bravo”, punto. Mi aspetto che dica: “L’attore non funziona, gli manca quel piglio duro di cui il suo personaggio necessita”. Non: “Bella merda”. È il distruttivo e basta, inaccettabile».
Qual è stato il momento in cui si è deciso a parlare?
«Quando ho visto Francesca essere sola contro tutti e farsi sempre più piccola, attaccata da ogni parte. Ogni minuto per una presunta ragione diversa: perché si era separata con neonato in braccio meritava una morte lenta e atroce, era da ardere viva, da bruciare al rogo. Solo perché la piccola ha i capelli castani come i miei allora Francesca diventava la traditrice, il marito non più il padre della bambina. Il mio intervento è stato come dire: “Non dovete più permettervi di toccarci. Io ci sono, siamo insieme, ci difendiamo. E con noi proteggiamo i bambini. Da adulti non vi azzardate più a nominarli”».
Ne soffrono?
commenti sul profilo di francesca barra
«Sono parecchio turbati. Sembra a tutti normale che a scuola questi figli siano raggiunti da queste notizie assurde, costretti a rispondere a compagni di classe che chiedono loro spiegazioni? “Ei, qui dicono che tua madre è una troia, è vero?” “E che tua sorella non somiglia a vostro padre, ma secondo te?”. In quelle cinque ore, tra una lezione e l’altra, non possiamo sapere quante ferite, se piccole o grandi, quale dolore hanno e provano questi ragazzi».
Voi come la gestite a casa?
«Diciamo loro che quello è solo veleno. E che il silenzio, con il veleno che scorre, è un rischio. Perché il terreno si fa fertile. Gli raccontiamo poi che è per questo che la famiglia prende voce, e denuncia. Se ci fosse un sistema per cui chi sbaglia paga le conseguenze dei propri errori, altri ci penserebbero due volte prima di scrivere cattiverie, nascosti dietro una tastiera. E imparerebbero che cosa sono le scuse».
claudio santamaria video contro gli hater
Avete avuto mai paura che le minacce verbali si trasformassero in violenze fisiche reali?
«Abbiamo avuto i giornali pieni di storie nere in cui ad un certo punto è stato “troppo tardi”: il pensiero va a Lucia Annibali, Tiziana Cantone, Gessica Notaro. Certo, vengono in mente. E sono una ragione in più per non ignorare mai i segnali. Anche quelli che sembrano piccoli, anche quelli che si travestono da insignificanti».
Vale solo al femminile o anche lei ha ricevuto messaggi sgradevoli e «al limite»?
«Cose insignificanti, rispetto a quelli che hanno raggiunto Francesca. C’è chi prende di mira il mio lavoro: “Mi ti ricordo all’accademia, eri bravino, ma mai stato eccelso”. Chi – quando ho difeso lei, sostenendo che avrei denunciato – mi ha invitato a scendere in Sicilia con tono un po’ mafioso, “Ti faccio vedere io, ‘capisti?”.
Quando Domenico Mimmo Leccese, dipendente della Regione Basilicata, a luglio va online sostenendo che Francesca e io “scopiamo già da tempo a Roma e a Matera”, offende due volte. La prima, dicendo il falso. La seconda, riducendo con volgarità una storia d’amore a una pura questione sessuale. Abbiamo agito con una diffida morbida, per la rimozione dei post. Ha scelto di non collaborare».
Sostiene anzi di volervi querelare.
«Non ho ricevuto lettere».
Però sempre lui scrisse: «L’ultima figlia della Barra ha lineamenti e carnagione scura, secondo i ben informati, che lasciano intravedere la somiglianza con il papà lucano».
«La figlia piccola di Francesca aveva meno di un anno. E tu sminuisci poi con un: “Suvvia, era un goliardico momento di gossip”?. Una goliardico momento di gossip mettere in mezzo una bambina, una presunta paternità mia rispetto a quella del padre?».
Ha provocato malumori in famiglia, questa illazione?
«Sia noi che il papà sappiamo che non è vero, e abbiamo cercato di contenere il tutto».
Però ha detto che farà il test del DNA.
«Se Leccese insiste, finiremo in tribunale, e mi si chiederanno prove, a processo non avrò problemi a fornirne. Elemento reale contro delirio irreale. Così impara che Facebook non è un videogioco in cui su una macchina investi uno e non succede niente».
francesca barra claudio santamaria
Alle offese online le donne iniziano a rispondere con fatti. In primis la presidente della Camera, Laura Boldrini, presa ferocemente di mira dagli haters, è impegnata in una battaglia a viso aperto contro di loro e quella che è una “cultura dell’odio”. La sua Francesca Barra non è stata zitta.
«Non senza fragilità, non senza destabilizzarsi. Ma adesso stiamo ricostruendo la serenità. Grazie anche alla tanta solidarietà che sta arrivando da ogni dove».
Anche da un ex marito, Marcello Molfino, che fa fronte comune: «La Rete dà diritto di parola a esseri inutili, repressi e frustrati. Ma i figli no. I figli li lasciate stare. E Francesca è una mamma eccezionale».
«E così la battaglia di due, diventa di tre, di sei e prende le dimensioni di un movimento di sostegno contro chi cerca di sporcare l’innocenza. Senza cadere nel loro tranello, allontanandosi da paranoie e nevrosi tese solo a infastidire e succhiare le nostre energie».
Se li avesse di fronte ora, che farebbe?
«Vorrei vedere se, guardandomi in faccia, occhi negli occhi, avrebbero lo stesso coraggio di dire quello che hanno scritto. Lo escludo, ma qualora dovessero sorprendermi, allora chiederei loro: “Ma tu, esattamente, che problema hai?”».
Che problema hanno?
«Invidia per una felicità che non appartiene loro. Ma il rancore dovrebbe fare male solo a chi lo prova».
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