joaquin carmona

LA STAR SPAGNOLA DI TWITTER? È UN CLOCHARD CHE VIVE DA ANNI SUI MARCIAPIEDI DI MADRID - I SUOI POST SULL'ATLETICA SEGUITI DA MIGLIAIA DI FOLLOWER. LA BRUTALE DIFFUSIONE DEL COVID GLI HA STRONCATO OGNI POSSIBILITÀ DI SCRIVERE E POSTARE. "IL 15 MARZO LA POLIZIA MI HA CACCIATO DALLA STAZIONE DI ATOCHA, ULTIMO LUOGO DOVE POTEVO RICARICARE IL MIO COMPUTER. TWITTER È UNA TERAPIA CHE MI SOLLEVA DAI GUAI" – LA CAMPAGNA PER TROVARGLI ALLOGGIO, LAVORO E AIUTO ECONOMICO

MARCO BONARRIGO per il Corriere della Sera

 

joaquin carmona

Non c'è agenzia di stampa, mensile specializzato, sito tematico che regga il confronto: dal luglio 2010 l'account Twitter @Jokin4318 (registrato in Spagna a nome di Joaquín Carmona) è tra le più prolifiche e originali fonti di informazione per gli appassionati di atletica leggera di tutto il mondo.

 

Da dieci anni Carmona pubblica rari filmati d'epoca, statistiche inedite, foto mai viste (tenerissima quella del divino fondista Zátopek abbracciato alla moglie Dana, pubblicata nel giorno in cui lei è scomparsa) e chicche come il video del record inglese veterani dei 1.500 metri di Peter Giles, grande musicista e fratello del batterista dei King Crimson, che a 75 anni è diventato un runner compulsivo.

 

Chi fosse davvero Carmona nessuno se l'è chiesto fino al 15 marzo scorso quando Joaquín ha interrotto di colpo il flusso quotidiano di tweet che avevano generato dipendenza nei suoi 30mila follower. Con decine di loro @Jokin4318 aveva stabilito un contatto tramite messaggi diretti rifiutando però ogni richiesta di incontro, caffè o partecipazione a convegni. Il mistero della scomparsa della voce dell'atletica l'ha svelato a metà giugno un cronista-scrittore spagnolo, Alfredo Varona. Joaquín Carmona è un clochard che vive da anni sui marciapiedi di Madrid.

joaquin carmona

 

La brutale diffusione del Covid gli ha stroncato ogni possibilità di scrivere e postare. «Il 15 marzo - ha spiegato Carmona al cronista, che l'ha rintracciato con fatica - la polizia mi ha cacciato dalla stazione ferroviaria di Atocha, ultimo luogo dove potevo ricaricare il mio computer. Da quel giorno non sono più riuscito a riaccenderlo.

 

Twitter è una terapia che mi solleva dai guai: sapere che con i miei messaggi diverto e informo mi fa dimenticare freddo, fame e le tante situazioni orribili che ho vissuto». Quarantasei anni, originario di Bilbao, figlio di due alcolizzati, Joaquín da ragazzo ha gestito un chiosco di gelati per poi occuparsi di affissioni murali. Poi è finito sulla strada.

 

Da anni vive con un bagaglio fatto di un sacco a pelo, qualche vestito e il prezioso portatile dove - in fogli Excel e decine di cartelline ordinatissime - conserva il suo patrimonio di dati. L'atletica leggera è una passione furibonda scatenata dalla visione in tv della cavalcata negli 800 metri della ceca Jarmila Kratochvílová ai mondiali di Helsinki '83.

 

joaquin carmona

«Prima del Covid - spiega - passavo le giornate nelle biblioteche comunali dove potevo prendere libri in prestito, collegarmi a Internet per le ricerche e postare i tweet. Da quando è scoppiata l'epidemia sono tutte chiuse.

 

Ho provato a scrivere sul marciapiede ma ho dovuto difendermi dai tentativi di furto e anche dalle domande della polizia che mi chiedeva dove avessi preso il computer. Pensavano a un furto e li capisco: un clochard che batte sulla tastiera del pc è raro». Dopo aver incontrato Carmona, Alfredo Varona ha lanciato sul portale gofoundme.com una campagna per trovargli un alloggio, un lavoro e un aiuto economico. La risposta dei followers di @Jokin4318 è stata impressionante: in ventiquattro ore 520 di loro hanno donato a Joaquín quasi 12 mila euro. Se li accetterà (non è scontato), la voce dell'atletica potrà finalmente tornare a farsi sentire.

carmona