DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Carlo Tecce per il “Fatto quotidiano”
Quando un supplente abbandona una cattedra, gli studenti possono avere due reazioni: o esultano per l’agognata liberazione o piangono per il prematuro arrivederci. Il supplente Giovanni Floris, e il titolo non sia considerato un’offesa, si può azzardare, non fa né esultare né rimpiangere i telespettatori di Otto e Mezzo. Floris ha rispettato se stesso e la trasmissione, uomo pratico, poco empatico, quasi più istituzionale di Lilli Gruber.
Quel posto a Otto e Mezzo, il preludio a una prima serata d’informazione di La7, merita il ritorno di Gruber, che avverà con Matteo Renzi in studio. La televisione è pur sempre un rapporto di coppia (conduttore-pubblico), l’abitudine non guasta, se non troppa, se non unica attrazione.
Floris non ha rovinato il meccanismo installato da un po’ di anni da Lilli Gruber, l’ha seguito con umiltà, ci ha inserito i suoi paracadute: tanti ospiti, tante interruzioni, un modello Ballarò in versione ridotta. Floris non va d’accordo con il silenzio oppure non va d’accordo con le opinioni: cerca sempre un batti e un ribatti, e anche un terzo intervento, un quarto se possibile.
Ha frequentato Otto e Mezzo per un mese e si è cimentato in quattro faccia a faccia, l’indispensabile: per la cronaca, erano il ministro Pier Carlo Padoan, il giurista Stefano Rodotà, l'imprenditore-polemista Diego Della Valle e il direttore di Repubblica, Ezio Mauro. È fatto così. Floris potrebbe spiegare la sua vita, illustrare la sua agenda, esprimere il suo pensiero attraverso una sequenza di cartelli o di sondaggi di Nando Pagnoncelli.
MATTEO RENZI A OTTO E MEZZO DA LILLI GRUBER
Accantonata la velleità di fare una striscia quotidiana di commento davanti a un pubblico che non ti conosce – non c’era consuetudine, vedi la chiusura di 19e40 – Floris sarà l’epilogo, avrà uno spazio il sabato e la domenica dopo le cinque puntate di Otto e Mezzo. Stessa ora, stessa funzione, non più supplente, bensì rifinitore. Urbano Cairo ha indicato una collocazione protetta. Non è una bocciatura, ma la revisione di un progetto sballato in partenza. Stavolta, Floris non dovrà affrontare la fase di ambientamento. Il campo principale resta Dimartedì, il sorpasso sui concorrenti diretti di Rai3 dista 1,3% di share.
I risultati di Otto e Mezzo, gestione Floris, sono discreti, s’è difeso bene: media di 4,5% di share, soltanto -0,13 rispetto all’esordio stagionale di Gruber, indietro di 1,5 punti se ripeschiamo lo stesso periodo di un anno fa, ma era un’epoca diversa, La7 era diversa. In questo vortice che inghiotte la televisione generalista, i superstiti sono una rarità.
matteo renzi a otto e mezzo da lilli gruber
Floris può riconsegnare a Gruber un Otto e Mezzo identico, non ha toccato nulla, ci ha aggiunto un po’ di economia, inevitabile in tempo di legge di Stabilità (ex finanziaria). Il profilo dei telespettatori di Otto e Mezzo ha subìto lievi oscillazioni, si tratta di percentuali di un mezzo punto circa: è aumentata la rilevanza dei pensionati e dei lavoratori autonomi, ma è diminuito il peso di casalinghe e disoccupati. Le tre Regioni più fedeli non cambiano: in ordine, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Ah, cala il numero degli studenti. Ma non date la colpa al prof.
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