west side story steven spielberg

“ERA DA SEMPRE CHE SOGNAVO DI GIRARE QUESTO FILM, MA SI È RIVELATO IL PIÙ DIFFICILE DELLA MIA CARRIERA” – STEVEN SPIELBERG PARLA DEL SUO “WEST SIDE STORY”: “LA STORIA CONTIENE VALORI UNIVERSALI COME L'INTEGRAZIONE, MA ANCHE PREGIUDIZI, INTOLLERANZA, VIOLENZA E SPRECO DELLA VITA UMANA, TUTTI MALI CHE SOLO L'AMORE PUÒ SCONFIGGERE” – “HO VOLUTO UN CAST AUTENTICO COMPOSTO AL 100% DA ISPANICI GIOVANI. UN'IMPRESA NON DA POCO E...” - VIDEO

SPIELBERG E IL CAST DI WEST SIDE STORY

Gloria Satta per “il Messaggero”

 

Non nasconde l'emozione Steven Spielberg che, in collegamento elettronico da Manhattan, parla per la prima volta del suo West Side Story, l'atteso e travolgente remake del musical-cult del 1961, in sala il 23 dicembre con The Walt Disney Company Italia. 

 

west side story by spielberg

«Era da sempre che sognavo di girare questo film che si è poi rivelato il più difficile della mia carriera», spiega il regista, 74 anni e 3 Oscar, «era diventato un chiodo fisso, volevo a tutti i costi farlo pur essendo consapevole che si trattasse di un'impresa rischiosa. Ma valeva la pena affrontarla, con tutto il rispetto anzi la venerazione possibile per l'originale: la storia contiene valori universali, comprensibili anche oggi come integrazione, pregiudizi, intolleranza, violenza e spreco della vita umana, tutti mali che solo l'amore può sconfiggere. E c'è un messaggio positivo: la speranza può nascere anche in mezzo a devastazione e disperazione. Non bisogna arrendersi mai». 

west side story by spielberg

 

Il nuovo West Side Story è dunque un tripudio di canzoni, colori, coreografie, tensioni e passioni fedeli alla creazione originale (gran successo a Broadway, poi sullo schermo) di 4 giganti come il coreografo Jerome Robbins, il compositore Leonard Bernstein, il paroliere Stephen Sondheim (appena scomparso) e il drammaturgo Arthur Laurents. 

il remake di west side story by spielberg

 

Ma nella versione di Spielberg c'è una novità inclusiva rispetto al vecchio film che, diretto da Robert Wise e Jerome Robbins, portò a casa 10 Oscar ed entrò nella leggenda per aver raccontato un amore proibito alla Romeo e Giulietta nella New York del 1957 infestata dalle lotte tra immigrati portoricani e bande locali per il controllo del territorio: «Sessant' anni fa gli attori erano sulla trentina e tutti bianchi, coperti dal cerone se interpretavano ruoli di portoricani», spiega il regista, «invece io ho voluto un cast autentico composto al 100 per cento da attori e attrici ispanici. E tutti giovani. Un'impresa non da poco: per trovare gli interpreti giusti il casting è durato più di un anno». 

 

GUERRA DI QUARTIERE 

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Tra gli attori, tutti bravissimi a cantare e ballare, spicca la protagonista Rachel Zegler, 20 anni, origini colombiane, attrice, cantante e youtuber al suo debutto sul grande schermo: «Ci sono voluti 9 provini perché Spielberg mi scegliesse per il ruolo della portoricana Maria, la ragazza che innamorandosi del giovane americano Tony scatena la guerra nel quartiere», racconta Zegler, carisma naturale e viso angelico che prossimamente presterà a Biancaneve nella versione live-action del celebre cartoon, «non ho mai cercato di oscurare Nathalie Wood, che nel film di Wise interpretava il mio stesso ruolo. 

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Ma ora, dall'aldilà, spero sia orgogliosa del mio lavoro». Tony ha invece i capelli biondi da yankee di Ansel Elgort, 27, già teen idol grazie a film come Il cardellino, Baby Driver - Il genio della fuga, Colpa delle stelle. In West Side Story recita, canta, balla, ama, soffre, muore: «Per avere la parte mi sono allenato come un pazzo», rivela l'attore. 

 

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Mentre Rita Moreno, 90 anni portati alla grande, fa un'anziana saggia del quartiere (ed è anche la produttrice esecutiva del film) mentre nella versione del 1961 era Anita, la scoppiettante amica di Maria, interpretata ora da Ariana DeBose. «Sul set di Spielberg mi ha dato i brividi trovarmi a tu per tu con Ariana-Anita e girare una scena in cui addirittura la salvo da uno stupro», dice la grande attrice di origine portoricana. 

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L'ALLEGORIA 

Spielberg insiste sull'attualità di West Side Story: «La storia è quella di Romeo e Giulietta, ma anche un'allegoria di quanto sta accadendo ai confini americani dove viene respinto chiunque non sia bianco», spiega il regista. E aggiunge di essersi divertito tanto, «come non mi accadeva dal 1981, l'anno in cui girai E. T., un film che mi diede la voglia di diventare padre». Tanto che su quest' ultimo set ha avuto voglia di mettersi a ballare insieme al cast. «Ma solo durante le prove», precisa sorridendo, «avevo 10 anni quando ascoltai per la prima volta le musiche di West Side Story. Mi sono rimaste nella testa e ora sono felice di aver riportato sullo schermo quel capolavoro immortale. È il coronamento di un sogno». Gloria Satta

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