FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
1-SANDY, PARATA DI STELLE A NEW YORK
da tgcom24.it
Da Bruce Springsteen ai Rolling Stones, passando dagli Who, Bon Jovi, Roger Waters e i Nirvana con Paul McCartney al posto di Kurt Cobain. Le stelle del rock di ieri e di oggi incantano il Madison Square Garden di New York per aiutare le famiglie colpite dall'uragano Sandy. Una passerella d'eccezione che ha dato vita a uno straordinario evento benefico tutto esaurito e seguito in tutto il mondo da due miliardi di persone.
Secondo gli organizzatori, sono stati raccolti oltre 30 milioni di dollari soltanto con la vendita dei biglietti, senza contare le donazioni effettuate durante la serata, seguita da milioni di americani anche in Tv.
A dare il via allo spettacolo, accolto da una vera e propria ovazione, è stato Bruce Springsteen con "Land of hope and dreams" e "Wrecking Ball". Davanti alla platea del Madison Square Garden, il "Boss", insieme alla E-Street Band, si è esibito poi in "My City of Ruins", scritta dopo gli attentati dell'11 settembre. "Stasera questa canzone rappresenta una preghiera per tutte le persone che lottano", ha detto Springsteen, raggiunto sul palco da un'altro artista del New Jersey, Bon Jovi, con il quale ha duettato in "Born to Run", mentre sul maxi-schermo scorrevano le immagini delle popolazioni colpite dall'uragano. Presenti tra il pubblico anche i governatori dello Stato di New York, Andrew Cuomo, e del New Jersey, Chris Christie.
A proseguire la parata di stelle è il fondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, con "Another Brick in the Wall", seguito dal cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder. Dietro le quinte invece celebrità tra cui Susan Sarandon, Ben Stiller, Whoopy Goldberg, Katie Holmes, Quentin Tarantino e Chelsea Clinton, hanno raccolto donazioni per le vittime attraverso un'apposita linea telefonica. Il ricavato dell'esibizione va al "Robin Hood Relief Fund", un fondo creato per aiutare le persone colpite dall'uragano.
Sulle note di "Livin' on a prayer" di Bon Jovi, il pubblico si carica ricordando la fine degli anni Ottanta. Ma è un vero delirio quello che accoglie i Rolling Stones. Mick Jagger e compagni sono saliti sul palco in una incredibile staffetta con "Slowhand" Eric Clapton. Il fenomeno britannico ha incantato la platea con un assolo di chitarra acustica, prima di esibirsi nel classico "Crossroads". Poi la scena è passata agli Stones: Mick Jagger, nel suo tradizionale look rock, in camicia di seta bordeaux e pantalone nero attillato, ha cantato e remixato la sua stessa canzone, "You got me rockin", e ancora "Jumpin' Jack Flash.
In una carrellata di star mai vista, dopo la performance al pianoforte di Alicia Keys, il Madison Square Garden ha assistito all'esibizione memorabile degli Who. Roger Daltrey e Pete Townshend, entrambi sulla soglia dei 70 anni, si sono presentati sul palco in splendida forma, incantando il pubblico ed infilando uno dopo l'altro alcuni dei loro brani più famosi, da "Who are You?" a "Pinball Wizard". Toccante il momento in cui sullo schermo sono comparse le immagini di Keith Moon, lo storico batterista della band britannica morto nel 1978 che per alcuni istanti ha "suonato e cantato" insieme a Daltrey e Townsend davanti a un Madison Square Garden in visibilio.
E ancora si sono alternati sul palco Kayne West, Billy Joel, Chris Martin, per finire con una reunion dopo 20 anni dei Nirvana, che ha visto protagonista l'ex Beatle Paul McCartney al posto di Kurt Cobain. Poi di nuovo Alicia Keys che ha salutato il pubblico con "Empire State of Mind", una delle canzoni simbolo di New York. Memorabile non è stata solo la parata di stelle riunite a New York per aiutare chi ha perso tutto, ma anche il numero di persone raggiunte dal concerto, non solo dal vivo, ma anche attraverso televisioni, radio e via streaming in tutto il mondo: ben due miliardi, secondo le stime degli organizzatori.
2- IL RACCONTO DELL'EVENTO BENEFICO
Chiara Papaccio per rollingstonemagazine.it
Abbiamo cominciato dalla fine: la polvere alzata dalla super-reunion di tre Nirvana più un Beatles si poggia a terra, e mentre a New York si ripulisce lo storico Madison Square Garden dalle tracce di una maratona musicale che ha spossato non solo il pubblico presente ma anche quello che guardava via internet da tutto il resto del mondo (2 miliardi di persone, quasi tutte insonni), rimane una domanda. Com'è andato questo benefit pro-vittime dell'uragano Sandy?
I diversi presentatori ci hanno rassicurato a più riprese durante la serata che le donazioni via internet o telefono avevano battuto ogni record - si parla di circa 30 milioni di dollari raccolti, anche se il centralone a un certo punto è andato in tilt e non è stato possibile contribuire per circa un'ora. Monetariamente, un successone.
Difficile invece esprimere un giudizio sul valore delle performance viste durante questo concerto, così come durante altri eventi analoghi (la memoria va a quello per le vittime dell'uragano Katrina, il "nostro" a Campovolo per il terremoto in Emilia o ancora lo storico Live Aid): chi si esibisce porta con sé come corredino una serie più o meno numerosa di canzoni "sicure", grandi successi a prova di pubblico freddo ed è difficile fare figuracce (anche se le defaillances di McCartney mentre prova ad approcciare i saliscendi vocali di Blackbird fanno dispiacere: ma ehi, stiamo pur sempre parlando di uno splendido settantenne il cui timbro si è fatto ovviamente più profondo con l'età ). Poiché di evento spettacolare si tratta, si possono invece valutare i momenti "raccogli-audience", e ce ne sono stati tanti.
Tralasciando il kilt di cuoio di Kanye West, il petto nudo non proprio atletico di Roger Daltrey degli Who o la stessa accoppiata Macca-Nirvana, emozionanti sono state le doppie esibizioni dei newjerseyani DOC Bruce Springsteen-Bon Jovi, il secondo colpito personalmente dalla devastazione dell'uragano: insieme hanno cantato Born To Run e successivamente Who Says You Can't Go Home.
Punti in più a Mick Jagger e alla sua lingua biforcuta, quando prima di lanciarsi inYou Got Me Rockin' e Jumpin' Jack Flash con i Rolling Stones se n'è uscito con un "Penso che ci troviamo davanti al raduno più numeroso di vecchi musicisti inglesi al Madison Square Garden. Ma veniteci ad aiutare se pioverà a Londra".
Meglio lui di tanti comici che si sono alternati alla presentazione durante la serata: comprensibile la voglia di esserci, ma per lo più sono apparsi fuori posto, forzati, in qualche caso sbagliati. Come Adam Sandler, che ha voluto per forza massacrare Hallelujah di Leonard Cohen, cambiando per di più il testo per inserirci insulti all'indirizzo dell'uragano Sandy ("Sandy Screw Ya", "Sandy fottiti", per far rima con "Hallelujah". Mah).
Tornando alle esibizioni, da sottolineare la classe di Eric Clapton, in acustico per due brani della tradizione blues (Nobody Knows You When You're Down and Out è del 1923, Cross Road Blues"solo" del 1936), e l'accoppiata Roger Waters- Eddie Vedder per Comfortably Numb dei Pink Floyd. Solido il lungo set degli Who, anche se il conduttore della NBC Brian Williams è riuscito a chiamare Pete Townshend "Keith Moon". L'ennesima figuraccia per il network tv.
E se non ci fosse stato l'evento nirvaniano a gettare ombra sul resto della serata, probabilmente l'evento musicale del benefit sarebbe stato il duetto Chris Martin-Michael Stipe, ovviamente suLosing My Religion dei R.E.M., che l'ex (?) cantante non tentava dal vivo da almeno quattro anni.
Due noticine, infine, sulle assenze: abbiamo contato solo due fanciulle in un cartellone dominato dai ragazzacci rock di tutte le età . C'era Diana Krall, ospite di McCartney nel suo mini concerto, e c'era Alicia Keys, unica a esibirsi per conto proprio, che ha cantato un totale di due canzoni (incluso il gran finale, Empire State of Mind). Dov'erano le altre protagoniste della scena musicale mondiale? Tutte impegnate?
E a proposito di Empire State of Mind: dov'era Jay-Z? Newyorkese certificatissimo, ha lasciato buchi vistosi sia nel mancato duetto con Alicia che nel set di Kanye West. Impossibile che non fosse stato invitato, ma si fa largo un'inquietante sospetto: essendo fra gli investitori del principale concorrente del Madison Square Garden, il Barclay's Center di Brooklyn, potrebbe aver avuto limitazioni contrattuali ad apparire sul palcoscenico "nemico", anche se per beneficenza. Se fosse così, sarebbe davvero un peccato.
locandina BRUCE SPRINGSTEENPAUL MCCARTNEY E BRUCE SPRINGSTEENSPRINGSTEEN NIRVANASANDY SPRINGSTEEN BON JOVI PAUL MCCARTNEYSANDY ROLLING STONES SANDY WATERS PAUL MCCARTNEY AL MSG MICK JAGGER BON JOVI SPRINGSTEEN CON BON JOVI
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