ricky portera

“A 11 ANNI SONO STATO SVERGINATO. DA ALLORA MI È STATO CHIARO CHE PIÙ SUONAVO BENE E PIÙ DONNE AVEVO” – STRIMPELLATE, TROMBATE E LITIGATE DI RICKY PORTERA: “GRANDE FIGLIO DI PUTTANA' DEGLI STADIO È DEDICATA A ME. È UN COMPLIMENTO” – “DALLA? TOSTISSIMO E MANIPOLATORIO. ANCHE VASCO ROSSI È COSÌ; SOLO CHE DALLA ERA UN BUGIARDO ALLEGRO, MENTRE VASCO TI INTRISTISCE. ROSSI È L’UNICO ARTISTA ITALIANO PER IL QUALE AVREI SUONATO DANDO TUTTO ME STESSO. NON MI HA VOLUTO. MI SOFFRE” – DE GREGORI, LA DROGA, DODI BATTAGLIA, GLI ESORDI NEI NIGHT DI STRIPTEASE E “L’ERRORE” DI NON ESSERE DIVENTATO NEUROLOGO: "PERCHE’ DAL NEUROLOGO CI VANNO SOPRATTUTTO LE DONNE…" - VIDEO

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Alessandro Ferrucci per il "Fatto quotidiano"

 

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Con lui “figlio di puttana” è un complimento, la carta d’identità. La consacrazione eterna. Il ritratto costruito, cesellato, immortalato da Lucio Dalla nel 1982, poi cantato dagli Stadio. “Mica capita a tutti un onore del genere. Lì il mio ego è esploso. Anche se negli anni hanno provato a dire che quel brano non era per me”.

 

Ricky Portera è la sintesi, la perfetta parabola del rocker secondo i parametri del bello e dannato; bello e musicista; bello e consapevole, bello e pericoloso. […] Secondo Dodi Battaglia (e non solo Dodi) è uno dei più talentuosi chitarristi italiani, […]. Così in molti lo hanno cercato e coinvolto: oltre agli Stadio e Lucio Dalla, anche Eugenio Finardi, Loredana Bertè, Samuele Bersani. Oggi vive sempre a Modena e senza palco non sa stare.

 

[…] Ancora oggi tremo prima di salire sul palco, non so mai come andrà a finire, temo di non venire accettato.

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[…] Chi è lei?

Un eterno Peter Pan che ancora vaga e non sa cosa combinare da grande. Quest’anno ne compio 71.

 

Li sente?

Qualche acciacco c’è. Per altre cose, no.

 

Si guarda allo specchio, e...?

M’incazzo tantissimo.

 

Dolore.

Non ha idea di quanto sono narcisista.

 

[…] È sempre un figo.

Ma magari. Una volta sì.

 

Ricky Portera a vent’anni, com’era?

Con il viso da ragazzino, o addirittura da bimba, come diceva mia madre; mamma, da piccolo, mi vestiva da femmina perché lei desiderava una femmina. E forse avevo fattezze femminee; (pausa) di recente ho visto il film DallAmeriCaruso ed ero una fighetta. Una roba schifosa.

 

[…] Lucio Dalla per lei.

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Tostissimo. Aveva varie facce, quando decideva di colpirti era micidiale: era talmente intelligente da impiegare cinque minuti a capire tutto di te, a centrare i punti deboli. Con me è stato basilare...

 

Traduciamo.

1982, incidiamo Sole domani. Provo l’assolo nove o dieci volte e a lui non andava mai bene. A un certo punto inizia a urlare: ‘Hanno chiamato e sta morendo tua madre!’. Ho capito che era una stronzata, però sono stato assalito dall’ansia e ho creato un assolo con una nota sola. Ed è un assolo disperato.

 

Manipolatorio?

Assolutamente. A lui non interessava il potere dei soldi, ma quello sugli uomini; per questo voleva attorno la corte e la corte lo assecondava. Lasciai il gruppo per questo. Eppure mi adorava.

 

I grandi spesso non sono pure manipolatori?

Spessissimo. Anche Vasco Rossi è così; solo che Dalla era un bugiardo allegro, mentre Vasco ti intristisce.

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[…] Vasco si definisce un “supervissuto”. Lei è un sopravvissuto?

Credo di sì, gli anni 70 sono stati tosti.

 

Quanto?

Non ho mai esagerato con la droga, avevo paura, giusto nel 1981 ho provato un po’ la cocaina. Poi sono morti molti amici del tempo; (pausa) per fortuna mio papà era maresciallo dei carabinieri e ripeteva sempre: ‘Se ti becco non ti denuncio, ma ti spacco le gambe’.

 

[…] Francesco (De Gregori). […] Ha scritto pezzi meravigliosi, ma come persona non mi convince. Certi miti non vanno mai analizzati o conosciuti.

 

Lei è considerato uno dei più grandi chitarristi.

Cavolata.

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Lo sostiene Dodi Battaglia.

È un fratello.

 

Lei ha dichiarato: “Quando suono chiudo gli occhi e immagino Hendrix o Beck”.

(Prende tempo, cambia più volte risposta, poi si arrende a se stesso) In realtà penso sempre a una donna.

 

Eccolo là.

(Ride) Non a una in particolare.

 

Era chiaro.

Una volta beccavo bene.

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A lei è stata dedicata Grande figlio di puttana.

Questo brano me lo porto dietro da quarant’anni ed è un complimento.

 

Quando l’ha ascoltato la prima volta, cosa ha pensato?

Che ero un gran figo.

 

Pennellato.

Come può sentirsi una persona che ha un brano dedicato da Dalla? L’aspetto triste è che qualcuno ha poi svilito il brano.

 

Come?

Sostenendo che era dedicata prima a Tizio, poi a Caio... Invece sono io.

 

Quel qualcuno è Gaetano Curreri?

Eh...

 

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Gigi D’Amato sostiene: “Con le donne era più micidiale di Franco Califano”.

(Ride silenzioso) Vabbè.

 

La fama rispetto alle donne non ha offuscato la sua qualità artistica?

No, l’ha migliorata.

 

Senza tregua.

A 11 anni suonavo nei night di striptease: si toglievano solo il reggiseno ma per il tempo era molto. E quando restavano con il seno nudo, sistematicamente si giravano verso la band e non capivo nulla.

 

Comprensibile.

A 11 anni sono stato sverginato; però sembravo un sedicenne. Da allora mi è stato chiaro un punto: più suonavo bene e più donne avevo.

 

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Uno stimolo.

Non mi è mai interessato suonare per la gente, ma per le donne. […]

 

Come viene giudicato dai colleghi?

Malissimo.

 

Chissà come mai.

(Ride, tanto) Perché rispetto a quelli della mia età sono ancora un gran figo. C’è dell’invidia.

 

[…] E torniamo a Vasco.

È l’unico artista italiano per il quale avrei suonato dando tutto me stesso, ma non mi ha voluto.

 

Motivo?

Me lo ha spiegato Guido Elmi (storico produttore): ‘Secondo Vasco con te fa più danni la figa della Siae’. Mi soffre. Inoltre è convinto che gli ho creato dei problemi su un pezzo, Una nuova canzone per lei, mentre non c’entro nulla. Sono 41 anni che va avanti questa stupidaggine.

 

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[…] Dalla è sempre stato riservato rispetto alla sua sessualità.

Infatti quando Marco Alemanno, al funerale, ha definito Lucio “il mio compagno”, io e altri ci siamo incazzati: Lucio non si è mai definito, mai dichiarato. E poi non era un omosessuale, era più un antico romano. Spaziava.

 

Anche con lei?

Per due anni è stato un continuo. Poi ha capito che non aveva margini.

 

Capitolo Sanremo: ci è andato varie volte.

Lì è meglio cosa c’è fuori dal teatro. Donne fantastiche.

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Pure lì.

Lo so, la mia è una fissazione.

 

Si ricorda tutte le donne con le quali è stato?

Quando una mi sorride particolarmente ed è affettuosa, domando sempre se tra di noi c’è stato qualcosa di intimo.

 

[…] Alcool?

Ho passato periodi nei quali ci ho dato dentro.

 

[…]

Al domani non ha mai pensato.

Tuttora faccio fatica: ogni giorno mi chiamano per dirmi che è morto qualcuno.

[…]

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Un errore professionale?

Non essere diventato neurologo.

 

[…] Perché?

Dal neurologo ci vanno soprattutto le donne.

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