aldo grasso caso garlasco

“SUL CASO GARLASCO LE TV STANNO DANDO IL PEGGIO. UN GIORNO CE NE VERGOGNEREMO. O FORSE NO” – ALDO GRASSO: "AVVOCATI DI PARTE CHE PASSANO DA UNA TRASMISSIONE ALL’ALTRA, CONSULENTI CHE GIOCANO A ESSERE SCIENZIATI. FANATICI IN CERCA DI VISIBILITÀ, ALLA FABRIZIO CORONA. È IL CARNEVALE DELL’OPINIONISMO. PIÙ SI ACUISCE L’ATTENZIONE AL CASO PIÙ AUMENTA LA NOSTRA INDIFFERENZA VERSO LA VITTIMA E UNA SORTA DI VELENO ASTRATTO DIVENTA IL NOSTRO VERO PUNTO DI VISTA…” - LA BORDATA A FEDERICA SCIARELLI E ALBERTO MATANO

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Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”  - Estratti

 

aldo grasso (4)

Sul caso Garlasco le televisioni stanno dando il peggio di sé, trasformando senza alcuna remora la vita e la morte in feuilleton. 

 

Avvocati di parte che passano da una trasmissione all’altra, dal mattino alla sera, come se non avessero altro da fare. Consulenti che giocano a essere scienziati. Criminologhe e criminologi che sentenziano come fossero giudici. Fanatici in cerca di visibilità, alla Fabrizio Corona. È il carnevale dell’opinionismo che banchetta sulle spoglie della vittima sacrificale. Un giorno ce ne vergogneremo. O forse no. Ci sarà altro da seguire. 

 

Non si sottrae a questa festa macabra nemmeno il servizio pubblico, nemmeno «Chi l’ha visto?» (Rai3) che invece di cercare gli scappati di casa insegue i colpevoli, come se la morbosità della cronaca nera fosse il suo nuovo mandato. 

 

Da tempo, Federica Sciarelli ha assunto questo compito di «guida morale» come se ripristinare l’ordine sociale fosse l’ultima missione di quello che un tempo veniva definita «tv verità»: la trasmissione non è un talk show, ma una sezione di un distretto di indagini, la sceneggiatura è suggerita dalla cronaca. Per non parlare di Alberto Matano, fresco laureato in Garlascologia

 

chiara poggi

La più acuta giustificazione di un certo abuso televisivo l’ha scritta Matteo Marchesi sul Foglio del 2/10/2021 quando spiegava che oggi le trasmissioni di cronaca nera svolgono una funzione di sfogo, di droga, di rivalsa verso la vita, sono vissute come una catarsi aberrante e senza fine come se noi tutti fossimo complici anziché spettatori: «Quasi tutti siamo delle tricoteuses della nera, che ci raggiunge con una potenza e capillarità inaudite. Non per caso è dilagata a partire dagli anni Novanta, col crollo delle grandi narrazioni ideologiche e la drastica diminuzione della vita attiva, militante».

 

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chi l’ha visto? federica sciarelli 4

Così, abbandonato lo scrupolo della decenza, più si acuisce l’attenzione al caso più aumenta la nostra indifferenza verso la vittima e una sorta di veleno astratto diventa il nostro vero punto di vista. 

DELITTO DI GARLASCO - LA SCENA DEL CRIMINE massimo lovatipaola e stefania cappapaola e stefania cappa 1SANTUARIO DELLA BOZZOLA - GARLASCO alessandro biasibetti angela tacciaalberto matanoandrea sempiogian luigi tizzoni giada boccellariantonio de rensis