DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Kate Molleson per “The Guardian”
VIDEO 'STRAP ON AND ELECTRIC GUITAR'
Nei primi anni ‘90 la fisarmonicista e compositrice d’avanguardia Pauline Oliveros scrisse la colonna sonora di un film porno femminista intitolato ‘The Sluts and Goddesses Video Workshop’, co-diretto da Annie Sprinkle, pornostar nota al pubblico per il suo impegno nel campo dell'educazione sessuale e dei ‘megaorgasmi’ (Maggie Gyllenhaal, per prepararsi al ruolo di Candy in ‘The Deuce’, ha trascorso molto tempo con lei).
Non è musica convenzionale per il porno: niente sassofoni sensuali o melliflue linee di basso. I suoni di Oliveros sono divertenti, tattili, curiosi. Dopo i fatti di Harvey Weinstein, una cosa è chiara: dobbiamo ascoltare le voci femminili e cambiare le strutture di potere che governano la vita pubblica e privata, anche attraverso l’arte.
Pauline dava forza consapevole alle sue ascoltatrici. “Sluts and Goddesses” non era pornografia, era libertà sessuale, naturale e bella. La sua musica era profondamente sensuale perché riguardava il corpo, il cormo, l’essere umano, la Terra.
Il film sarà proiettato (cosa rara) al “London Contemporary Music Festival” l’8 dicembre (il festival dura fino al 10), nella sezione New Intimacy. Se il Modernismo aveva rimosso il corpo dall’arte, dando priorità all’astrazione, questo nuovo movimento reintegra il corpo nell’arte femminista.
La serie include ‘Strap-On and Electric Guitar’ di Kajsa Magnarsson (che suona la chitarra elettrica con la cintura-dildo), il pezzo di Claudia Molitor eseguito dal pubblico che mastica gomme, patatine e popcorn, il film del 1965 ‘Fuses’, dove Carolee Schneemann documenta i momenti intimi della sua relazione con James Tenney (…).
sluts and goddesses video workshop
Inoltre il movimento conosce il rischio di glorificare certi artisti. Per secoli abbiamo costruito il culto della personalità intorno a compositori come Mozart, Beethoven, Wagner e Stockhausen, geni dalla produzione divina, dal comportamento però potenzialmente inenarrabile. Una ricetta per l’alienazione, per la licenza, per l’abuso. Pauline lo sapeva. Ha improvvisato con tutti, scelto di lavorare in modo corale con il gruppo di donne di ‘Sluts and Goddesses’.
Con le sue forme flessibili, mondi sonori che esplorano e giocose provocazioni intellettuali, questa musica ha il potenziale per cambiare il modo in cui ci relazioniamo allo status, a noi stessi, agli altri.
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