DIN-DON! SUOR ALESSANDRA CAMPANARA HA NOSTALGIA DEL BATACCHIO - IRRESISTIBILE RUBRICA DELLA PRINCIPESSA ALESSANDRA BORGHESE, ORMAI CAMERLENGA DELLA CURIA, IN GLORIA DEL DIN-DON: “UNA VOLTA LE CAMPANE SI SUONAVANO TIRANDO DELLE LUNGHE CORDE, ALLE QUALI ERANO AGGANCIATE, PER SOLLEVARLE E FARLE POI SCENDERE IN MODO CHE IL BATACCHIO PERCUOTESSE CON FORZA LE PARETI BRONZEE…” - AH IL BATACCHIO PERDUTO….

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Alessandra Borghese per "Style - Corriere della Sera"

Oggi nella nostra società stressata e sempre di corsa, le campane sono state costrette quasi al silenzio. Le ordinanze dei Comuni ne consentono l'uso solo di giorno e per non più di due minuti consecutivi. Eccezion fatta per la morte e l'elezione del pontefice.

Una volta le campane si suonavano tirando delle lunghe corde, alle quali erano agganciate, per sollevarle e farle poi scendere in modo che il batacchio percuotesse con forza le pareti bronzee. Un compito allegro e faticoso. Oggi invece ci sono dei macchinari elettronici programmati per farle muovere nelle ore convenute.

Nella Basilica di Sant'Antonio da Padova questo compito è affidato al campanaro Fra' Damiano, che ha trascorso gli ultimi 25 anni tra le mura del santuario. A discapito delle innovazioni, le otto campane dei due campanili quattrocenteschi (le "fantastiche torri"cantate dal poeta Giosuè Carducci) continuano a sovrastare intatte i cupoloni della basilica e a riprodurre le note della scala di do.

Questi antichi strumenti musicali sono ancor oggi carichi di simboli e fascino. In effetti quando sentiamo i rintocchi di una campana, qualunque essa sia, qualcosa si ferma dentro di noi ed è come se arrivasse un richiamo dal cielo, così semplice e rassicurante per l'animo di ogni uomo.

 

 

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