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"ODIO IL TIPO DI CINEMA CHE CERCA DI TRASMETTERE UN MESSAGGIO" - SYLVESTER STALLONE BOCCIA I FILM "IMPEGNATI": "PROVO PIACERE NEL PURO INTRATTENIMENTO. NON DOBBIAMO PER FORZA IMPARARE QUALCOSA. LA NOSTRA ANIMA HA BISOGNO DI GIOIA, TRISTEZZA, MISTERO E, SOPRATTUTTO, SPERIMENTAZIONE" - "RAMBO? SE FOSSE ESISTITO 2 MILA ANNI FA SAREBBE STATO UN DIO GRECO..."
Estratto dell'articolo di Filippo Brunamonti per "la Repubblica"
A Mulberry Street puoi far finta di non sentire l'odore di polvere da sparo, ma sfuggirgli è impossibile. Parola di Sylvester Stallone, 79 anni, l'ultimo underdog di Hollywood. Dalle notti, al freddo, in una stazione degli autobus, all'Oscar per Rocky, Sly si è scritto da solo il suo biglietto per il successo. Con Tulsa King, terza stagione a partire dal 21 settembre su Paramount+ e una quarta all'orizzonte, il suo capomafia Dwight Manfredi affronta a mani nude potenti famiglie (Samuel L. Jackson new entry nel cast) e si fa largo tra fusti di bourbon e sangue.
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Qual è il suo rapporto con il folklore, le tradizioni religiose e la venerazione dei santi?
«Sfonda una porta aperta: io amo la mitologia. Il cinema non fa che creare nuovi eroi, eroi leggendari come il veterano del Vietnam John Rambo. Se fosse esistito 2.000 anni fa, Rambo sarebbe stato il più famoso tra gli eroi greci. Uno a caso: Achille.
Per non parlare di Rocky: alla fine del sesto capitolo, lascio la tomba di Adriana e la saluto con un bacio, poi mi volto, braccia tese e scompaio nel cimitero. Quello a cui sto dando il mio ultimo saluto è il pubblico e ciò che sto cercando di dire è: non sono mai esistito, ero frutto della vostra immaginazione.
Sono appassionato di Joseph Campbell e del suo atlante della mitologia mondiale. Potresti facilmente scrivere dieci film solo leggendo Joseph Campbell. Ho creato Rocky in tre giorni, dopo aver visto il match tra Muhammad Ali e Chuck Wepner. Avevo 100 dollari in tasca — l'affitto era di 300 — la mia prima moglie incinta, la fame alla porta...».
Ha già fatto i conti con la criminalità, da Frank Nitti in "Capone" al gangster comico in "Oscar" allo sceriffo "Cop Land". Cosa rende "Tulsa King" speciale?
«Dwight Manfredi è un perdente in cui il pubblico può riconoscersi. Solo, straniero in terra straniera, perso in una cultura estranea. Di solito, devo spiegare che Rambo è un personaggio di finzione e che non sono così cupo e monosillabico. Dwight è una liberazione: sono io in tutto e per tutto».
sylvester stallone dolph lundgren rocky iv
Pensa ancora al cinema come "la forma cultura più influente al mondo, dopo la guerra"?
«La sala è un'esperienza multisensoriale: proiettore, audio, immagini in movimento. Nel finale di Rocky, con quei due pezzi trionfali di Bill Conti, Going the distance e The final bell, e il pugile che cerca Adriana tra la folla, dopo il combattimento… la mente del pubblico impazzisce. Accade ancora, dopo cinquant'anni. Se vai al cinema con delle domande — sulla vita, sul mondo — lo schermo diventa lo specchio di quel dilemma. Un'ancora di salvezza. Così è stato per me, quando pulivo le gabbie dei leoni allo zoo, prima di trovare un lavoro come maschera».
Dolph Lundgren sylvester stallone - rocky IV
Il presidente Trump l'ha nominata, insieme a Mel Gibson e Jon Voight, "ambasciatore speciale" con l'obiettivo di riportare in patria gli affari persi a favore di paesi stranieri. Oltre agli aspetti cerimoniali, essere "ambasciatore di Hollywood" che responsabilità le dà?
«È un argomento molto delicato perché tutti noi — oltre 8 miliardi di persone sulla Terra — abbiamo un'opinione differente. Mettere tutti d'accordo è impossibile. Non sono un fan del bombardamento intellettuale. Odio quel tipo di cinema che cerca di trasmettere un messaggio. Scrissero che Rambo ha usato il disturbo post-traumatico da stress per esaminare le ferite della generazione del Vietnam; a me, invece, interessava capire dove va il guerriero quando non c'è una guerra e nessuno, al ritorno, gli apre la porta di casa.
sylvester stallone e Burt Young - rocky
Non inseguo correnti. Provo piacere quando agli spettatori è dato un biglietto di sola andata per Guerre stellari, I predatori dell'arca perduta o Rambo. Puro intrattenimento. Non dobbiamo per forza imparare qualcosa. La nostra anima ha bisogno di gioia, tristezza, mistero e, soprattutto, sperimentazione. Il "messaggio" non è per niente la mia specialità».
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