DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Ernesto Assante per la Repubblica
Era il 14 ottobre del 1977, esattamente quarant' anni fa, quando usciva Heroes di David Bowie, l' album guidato dall' omonima, memorabile canzone.
Che è entrata a far parte della storia della musica contemporanea e resta una delle più belle canzoni rock di tutti i tempi. Bowie era arrivato a Heroes dopo un lungo e accidentato percorso personale, che lo aveva portato da Los Angeles (dove aveva sviluppato una dipendenza dalla droga che lo aveva spinto verso un «astronomico consumo di cocaina», come disse lui stesso) a Berlino.
Nella città tedesca era arrivato con Brian Eno e con l' amico Iggy Pop, come lui interessato a un nuovo inizio. A Berlino, nei leggendari Hansa Studios, Bowie realizzò prima Low, poi Heroes (album entrambi pubblicati nel 1977) e infine Lodger (1979), i dischi della famosa "trilogia berlinese", ora tornata rimasterizzata anche nel box antologico A new career in a new town. Ma è il brano Heroes a dominare, incontrastato, su tutto il periodo e, a dire il vero, su tutta la carriera di Bowie.
La canzone era nata da uno spunto casuale: lo studio Hansa era praticamente di fronte al Muro che divideva Berlino a metà e, davanti a quel muro, una sera Bowie vide il produttore del disco, Tony Visconti, già sposato, mentre baciava una delle coriste del disco, Antonia Maas.
La musica del brano, composta da Bowie ed Eno, era già stata scritta da tempo, ma Bowie non riusciva a trovare un tema adatto a quella musica, «suoni che mi avevano fatto pensare al titolo, Heroes, molto prima che venisse scritto il testo », ha detto poi Brian Eno. Bowie prese quel bacio e lo trasformò in una storia di sentimenti, di libertà, di riscatto e di vittoria, ricca di promesse e al tempo stesso di rassegnazione. Una storia che, alla fine, raccontava un amore impossibile e la vita in una città divisa da un muro invalicabile.
Il brano è costruito attorno ai suoni elettronici creati da Brian Eno, ma l' elemento chiave della musica è, in realtà, la chitarra di Robert Fripp. Eno aveva ideato nelle settimane precedenti la musica del brano, una struttura elettronica costruita su strati diversi, ma sia a lui che a Bowie sembrava mancasse qualcosa. Chiamarono Fripp, chitarrista e fondatore dei King Crimson che già aveva collaborato con Eno. Fripp aveva solo poche ore libere, prese l' aereo da Londra, arrivò a Berlino, registrò solo tre take, e inventò quella straordinaria linea continua di chitarra, in feedback, che rende distintivo il suono di Heroes. Per ultima, una volta scritto il testo, registrarono la voce di Bowie.
Storie e Storia si sono poi mescolati in questa canzone: la vicenda personale di Bowie, quella di Visconti, la trasformazione di Berlino e della Germania. Nel 1987 Bowie andò a cantare la canzone in uno storico concerto proprio davanti al Muro. «Salutiamo tutti gli amici che sono dall' altra parte», disse Bowie. «Il muro deve cadere» rispose in coro il pubblico. Dopo la morte di Bowie, nel 2016, il governo tedesco ha voluto celebrare quella giornata: "Addio, David Bowie, ora sei tra gli eroi. Grazie per averci aiutato a far cadere il Muro".
bowieriello 2bowie pierrotellen von unwerth kate moss e david bowie 2003
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