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Claudio Marincola per “Il Messaggero”
Rai Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone
È sul tavolo della commissione di Vigilanza ormai da quasi sei mesi. Un piano che cambierebbe da cima a fondo l’assetto delle testate giornalistiche Rai. Riducendo tg, direttori, vice, edizioni, accorpando i giornalisti in due newsroom. Il dg Luigi Gubitosi lo aveva presentato per la prima volta il 23 luglio scorso convocando un Cda straordinario. D’allora quel progetto che si ispira al modello Bbc, continua a generare reazioni a catena: dibattiti, seminari, scontri. Ma è sostanzialmente fermo. Fermo anche, si insinua nei corridoi di viale Mazzini, per le pressioni «di chi vorrebbe lanciare la palla in tribuna e lasciare tutto come prima».
I CONSIGLI DI LOTTI
Non è pensabile che per esprimere un parere s’impieghino sei mesi - allarga le braccia Lorenza Bonaccorsi, esponente della segreteria dem. E ironizza: «Neanche una Asl impiegherebbe così tanto...!». «Questa settimana non essendoci Aula - continua la deputata del Pd - è saltata la seduta ma spero proprio che presto si voti questo documento. La nostra posizione è chiara: non saremo noi del Pd a fermare un processo di riforma e di efficientamento del sistema informativo».
Nell’agenda renziana la Rai ha scalato posizioni su posizioni. Dopo aver sistemato la questione del Colle, ora è diventata una priorità. «Cambiare la Rai è un discorso culturale. Vuol dire sintonizzare il linguaggio del Paese con il servizio pubblico, riuscire a raccontare la società di oggi», riprende la Bonaccorsi. Ne ha parlato con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, che ha la delega all’editoria e la pensano allo stesso modo.
Il Pd voterà “sì” alla riforma e dunque al piano. «Chi non lo farà - sferra l’affondo il dem Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza - vuol dire che è interessato a mantenere otto direttori di testate e 32 vice direttori».
RELAZIONE BIS
Bruno Molea, Scelta civica, lo dice a chiare lettere: «Gubitosi deve essere messo in condizione di andare avanti; la Vigilanza non può entrare nel merito dell’organizzazione, altrimenti a cose serve un dg?». La relazione è stata scritta (e riscritta) dal relatore Pino Pisicchio. Nella prima versione si proponevano ben 16 modifiche al piano. Una bocciatura in pratica. Nella seconda i toni si sarebbero molto attenuati.
«Ci sono state delle piccole modifiche - ammette Pisicchio (Misto) - ma nella sostanza l’impianto del documento è rimasto lo stesso. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, non abbiamo perso tempo». Se non ci saranno altri rinvii, la prossima settimana si voterà. Anche qui, in questa enclave nevralgica del Parlamento, il Pd non è compatto. Vinicio Peluffo, capogruppo pd in Commissione, non ha dubbi che si debba andare verso «l’efficientamento» ma è convinto che, dopo l’indicazione della Vigilanza, ad esprimersi sul piano debba essere il cda. E allora? Se la melina continuerà Gubitosi potrebbe forzare e partire anche senza il parere. Ha già scritto una lettera al presidente della Commissione, il grillino Roberto Fico. I due si sono incontrati a dicembre.
«Non faremo melina - aveva garantito Fico - il parere arriverà dopo Natale, al termine delle audizioni». Nel frattempo a San Macuto è continuato un discreto via vai. Direttori di Rete e di Tg, rappresentanti di sindacati, authority, esperti. In collegamento web-tv è stata sentita nella sala del Mappamondo anche Mary Hockday, responsabile newsroom Bbc. Complice l’elezione del capo dello Stato è rimasto tutto in sospeso.
Anche il dibattito sulla governance. Tutto è fermo a sei mesi fa, quando il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli lasciò trasparire una sua preferenza per il modello della Fondazione, tipo Bbc. Un Cda ristretto e un amministratore delegato con ampi poteri.
anna maria tarantola e roberto fico in commissione di vigilanza rai
IL TAPIRO
Nel prossimo mese di aprile i vertici Rai scadranno. E con i vertici anche il piano rischierà di finire nel cestino per la gioia di chi lo ritiene «un ridimensionamento del servizio pubblico, un assist a Sky e alle private». Va da sé che la ridefinizione delle competenze porterebbe un giro ristretto di nomine. Qualcuno salterebbe, qualcun altro si sentirebbe degradato.
E come conseguenza diretta scatterebbe anche un piano di riduzione dell’organico, pre-pensionamenti per 300 tra dipendenti e giornalisti. Intanto, la Rai ha varato una piattaforma web rivolta a giovani e giovanissimi. Partirà l’8 febbraio con “Braccialetti rossi 2”. Ogni giorno saranno proposti contenuti speciali relativi ai protagonisti della fiction. Insomma, in attesa del parere la vita continua: ieri il presidente Rai Anna Maria Tarantola si è presentata con il Tapiro che le ha consegnato “Striscia La Notizia” e lo ha messo sulla sua scrivania. Ben visibile.
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