DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Paolo Conti per il Corriere della Sera
Tutto confermato: Matteo Renzi sarà il primo presidente del Consiglio che, in un atteso viaggio negli Stati Uniti come quello di fine settembre, non verrà seguito da tre diverse troupe Rai (Tg1-Tg2-Tg3) con inviati e tecnici.
Il direttore generale Luigi Gubitosi lo ha già indicato nel nuovo, e già contestato, piano di ristrutturazione dell’informazione: dove lavorano i corrispondenti non c’è bisogno di inviati. Vale, dicono al settimo piano di viale Mazzini, anche per il presidente del Consiglio.
E così Renzi vedrà solo le due corrispondenti da New York (Giovanna Botteri e Tiziana Ferrario) e i due collaboratori contrattualizzati: Valentina Martelli da Los Angeles e Francesca Leoni da New York. Piena libertà ai Tg di organizzare commenti, analisi. Ma da Saxa Rubra, Roma.
?Riprende la stagione Rai, anche dal punto di vista economico. Sempre all’insegna dei tagli che provocano inevitabili malumori e proteste in azienda. Si colpiscono i simboli, per esempio le auto blu, passate dalle 160 degli anni scorsi alle 16 di oggi. Sparite le Audi 3000 si è passati alle più piccole Lancia 1600 Delta. Qualcuno ha parlato di «effetto Francesco», riferendosi alle auto poco vistose usate da Bergoglio.
LUIGI GUBITOSI IN VERSIONE BLUES BROTHER ALLA FESTA DI DESIREE COLAPIETRO FOTO DA IL MESSAGGERO
Ora solo la presidente Anna Maria Tarantola usa un’Audi 3000 lasciata da un dirigente licenziato (mistero sul nome) e il direttore generale Luigi Gubitosi gira su una Bmw acquisita in cambio merce da Rai Pubblicità (ex Sipra) e «gentilmente» richiesta da viale Mazzini. Le altre sono usate a rotazione per servizio. ?
I tagli di Gubitosi (i 150 milioni di euro richiesti dalla spending review pesano molto su un bilancio difficile) colpiscono tutto e tutti. «Ma non cancelliamo niente, facciamo in modo che il telespettatore non si accorga di nulla. Ma i risparmi ci sono, e tanti». L’anno pubblicitario non annuncia vacche grasse: il primo semestre si è chiuso a +4% rispetto allo stesso periodo 2013 ma luglio, agosto e settembre sono stati avarissimi.
?Altri esempi. Rai Sport, ancora sotto la direzione di Mauro Mazza, aveva presentato per i Mondiali di calcio un budget di 8,1 milioni. Il piano è stato tagliato a 4,4 milioni: molto lavoro da Roma, riduzione all’osso di trasferte. ?Altri campi soggetti ad ulteriori riduzioni entro il 2014. Le scritture artistiche (i divi) costavano 73,8 milioni nel 2011 e sono calate a 68 milioni nel 2013 (-8%) e si attende una ulteriore flessione: la presenza gratuita di Roberto Benigni alla prima puntata di Ballarò , martedì 16, fa parte del clima.
La realizzazione dei programmi (i contestati appalti esterni) incideva per 77,2 milioni nel 2011 e il 2013 si è chiuso a 61,1 (-21%). Basta tornare al 2008 per trovare un costo di 101 milioni. Il lavoro autonomo (collaboratori, autori, partite Iva) era a quota 42 milioni nel 2011 e a 38,8 nel 2013 (-7.5%). I servizi telefonici costavano 10,7 milioni nel 2011 e 4,7 nel 2013 (-55.5%), le scenografie 4,8 milioni nel 2011 e 3 nel 2013 (-37%). Il volume delle spese per le trasferte era a 24,4 milioni nel 2011 ed è sceso a 22,7 nel 2013 (-7%) e il comparto trasporti è calato del 12% (erano 21 milioni nel 2011, nel 2013 sono stati 18,5). ?
Gubitosi conta di chiudere il 2014 (è imminente l’approvazione in Consiglio del primo semestre) a 1 miliardo di euro e 200 milioni per quanto riguarda la voce generale dei costi esterni per beni e servizi (la somma dei comparti di cui abbiamo parlato, a partire dagli appalti esterni per approdare ai minori come cancelleria e vigilanza). Bisogna calcolare circa 100 milioni di euro per i diritti sportivi per i Mondiali di calcio.
Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone
Nel 2012, altro anno gravato dai costi dei diritti sportivi (Olimpiade 2012 e Campionati europei di calcio) si sfiorò 1 miliardo 400 milioni. Il risultato a cui il vertice Rai punta è il risparmio di 200 milioni. In quanto ai profitti in vista per la cessione della minoranza di Rai Way, la società proprietaria degli impianti di trasmissione, lo staff di Gubitosi si rifiuta di fare cifre e previsioni: tutto dipenderà dalla fluttuazione dei mercati. L’unica cifra espressa ufficialmente un anno fa era un report di Mediobanca che valutava l’intera società sui 600 milioni di euro.
?In quanto all’informazione, la recente protesta del Tg3 contro il piano Gubitosi (la creazione di due uniche strutture: Newsroom 1 che di fatto accorperà Tg1-Tg2-Rai Parlamento e Newsroom 2 che riunirà Tg3-Rai News-Tgr-Cciss-meteo-Web) sembra lasciare indifferente la direzione generale: «Andremo avanti senza indugio, entro diciotto mesi il piano sarà operativo e il risparmio nel comparto informazione sarà del 20%»:
Gubitosi Andreatta foto Olycom
Gubitosi rinvia al mittente le accuse dei giornalisti del Tg3 che, in una dura lettera alla commissione parlamentare di Vigilanza, parlano di morte del pluralismo, di consegna dell’informazione del servizio pubblico alla maggioranza politica di turno. Nessun margine, avverte Gubitosi, per un ripensamento. Nemmeno di fronte all’alzata di scudi dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti di viale Mazzini. La stagione Rai 2015 si annuncia complessa. E non solo economicamente.
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