
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Quirino Conti per Dagospia
La terra trema. E oltre a città e villaggi sembra voler abbattere anche certezze fasulle, alibi e infedeltà , ingordigie, vanità e bramosie.
E così, assieme alle immagini di dolore che ci raggiungono da ogni parte, assieme e accanto a volti spersi e piegati dalla paura, da quelle stesse pagine dei media, contemporaneamente, ci tocca subire anche le facce di quanti - abituali spacciatori di illusioni - cercano comunque di riaffermare i loro privilegi; contro ogni regola e sempre a proprio vantaggio.
Le spocchiose espressioni, cioè, di quei calciatori (di certo non "sportivi") travolti dall'ennesimo, detestabile vortice di disonestà . Con volti, invece, appagati, sazi, leziosi, vanesi; ma soprattutto leccati e totalmente presi da sé e dal proprio niente. Da elaborate e curatissime capigliature - in quelle foto -, da depilati archi sopracciliari, dall'ultimo, costosissimo completo strizzato; con quell'aria costantemente torpida e attonita, viziata e viziosa.
Certo, anche la Moda ha molto contribuito a ridurli a quel modo: preda di qualsiasi sciocchezza, pur di saziare un'ottusa vanità e il congenito conformismo; e così, in posa, completare il paesaggio. Ma ora, contro quelle macerie e quello strazio, la loro rovinosa indecenza, assieme al loro aspetto, appare davvero più insostenibile.
Soprattutto per chi, avendone purtroppo avvertito il bisogno, per svago, passione, ma anche insipienza, fece ricorso al fragile, strategico sollievo da loro offerto: proprio ciò che ora sembra non poter più stare in piedi, insieme alle case, e crollare. Come valore, e persino come un gioco pulito.
Quindi le facce, quasi tratte quest'ultime da un torvo capriccio goyesco, di quella eterna corte di "eunuchi per il Regno" - laici compresi - ancora totalmente arroccati addosso e attorno al corpo dell'Imperatore (come a Pechino), nei sempre meno sacri palazzi apostolici. Da cartografia lombrosiana, ormai: spaventosi, truci, difformi, algidi e spietati.
Altro che miti e umili. Conciati a quel modo, come per una parte in commedia, e pronti a sbranarsi e a strapparsi l'un l'altro pezzi di dignità . Per un potere che sembra renderli folli. Non riuscendo più ormai a illudere nessuno di quel che di certo non praticano, tantomeno credono: questa ulteriore illusione disillusa, la loro buona fede.
Ora che, per sopravvivere tra macerie reali, persino due valori (certo incomparabili) come la fede e la passione sportiva sembrano essere divenuti essi stessi rovine, traslocati dai rispettivi custodi dal cuore al portafogli. Per chi ne abbia sentito il bisogno, due potenziali sollievi dal peso di vivere, con le loro brutte facce, finiti ora a insozzare sulle pagine dei giornali le caste macerie di un dolore sincero e purtroppo autentico.
Mentre trema la terra, con tutto il resto. E non si sa più a quale santo votarsi.
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