DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
Alessio Lana per “corriere.it”
Amarsi è una gran fatica: ci vuole impegno, dedizione, attenzione. Per lasciarsi invece è tutto più semplice. C'è un'app. Chiamata Binder, è nata nel Regno Unito ed è dedicata a tutti i fifoni che non vogliono affrontare direttamente la rottura. Sarà lei a fare il lavoro sporco. Disponibile gratuitamente su iOS e Android, ha un'interfaccia grafica e un nome che ricorda Tinder, la più nota applicazione per trovare l'anima gemella, solo che funziona al contrario.
Tutto in pattumiera
«Internet ha reso semplice trovare l'anima gemella, Binder ti aiuta a liberartene», è il motto dell'app che all'apertura ci pone una sola, semplicissima, domanda: l'ex anima gemella è maschio o femmina? Fatta la nostra scelta eccoci al secondo passo: mettiamo il nome e il numero di telefono dello scaricato, volendo possiamo aggiungere una foto e infine, più prosaicamente, spostiamo il tutto su una pattumiera.
A questo punto è arrivato il momento di offrire una scusa. L'app ne propone quattro, tutte ugualmente orribili. Possiamo scegliere se dare all'altro la colpa della rottura, fargli capire che vogliamo stare soli, dirgli che ci sentiamo ingannati o definire la relazione un incubo da cui non ci stiamo risvegliando. A questo punto la rottura è stata eseguita. Il destinatario riceverà un sms e una telefonata da una voce preregistrata in inglese. «Eh sì, stai per essere scaricato», dice la vocina maligna. «Il tuo ragazzo/a, ehm, come dire, bé, forse meriti di più» e così via su questo tono fino al trionfale «Sei stato scaricato! Sei stato scaricato!».
E poi si socializza
Mentre uno prova pene d'amor perduto l'altro, tanto per infilare il coltello nella piaga, potrà far sapere al mondo intero di essere single. Basta un tap dall'applicazione per postare il messaggio liberatorio su Facebook o Twitter. A quanto dice il suo finanziatore, il birrificio Wellpark Brewery, quello della birra Tennent's, Binder sarebbe solo un gioco, un'applicazione «nata per ridere» ma a quanto pare c'è chi la sta usando davvero. E chissà che, a forza di scherzare, la prossima vittima non sarà uno di noi, con buona pace dell'amor cortese e della signorilità.
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