DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Albertina Grey per Dagospia
In questi giorni di pallido sole ho fatto un saltino a Sankt Moritz, che ha il bene di avere un aeroporto e di essere facilmente frequentabile, anche da chi come me detesta le strade tutte curve di montagna. Non mi dilungo sulla bellezza dei paesaggi e mi limito al breve report degli incontri fatti nella ridente cittadina svizzera che mi hanno provocato massima ilarità.
Tra gli italiani che affollavano le terrazze ancora innevate dei rifugi era tutto un gran parlare della neo nominata presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, donna assai nota nella mondanità per essere una pasionaria di Silvio Berlusconi. Si vanta da anni delle sue frequentazioni con Arcore, dalle quali ha sempre tratto ottimi benefici. Non ultimo l’essere divenuta la seconda carica della malandata Repubblica Italiana.
Dico così perché in tanti si domandavano come fosse possibile per un aula prestigiosa come quella di Palazzo Madama guardare questa signora dirigere i lavori senza un certo tasso di grottesco divertimento. Ma è la stessa Maria Elisabetta Alberti Casellati, che si diceva pronta a credere che la giovane Ruby del Bunga Bunga fosse davvero la nipote di Mubarak? Incredibile quanto in basso si possa finire.
Poi la conversazione intervallata da fondue e raclette, è virata sui pettegolezzi che tengono banco nella vicina Milano. Pare che l’ingegner De Benedetti, mi dicevano amici che frequentano la sua casa proprio in Engadina, sia sgomento da come sia stato possibile avere il neo parlamentare piddino Tommaso Cerno nella dirigenza del gruppo Espresso-Repubblica. Al suo orecchio è arrivata infatti la storiella che vorrebbe Cerno farsi un vanto del suo nuovo scranno.
Pare che pavoneggi nella comunità gay, di cui fa orgogliosamente parte, di voler diventare l’alfiere del mondo arcobaleno. E che dica a tutti: chiamatemi la vostra senatrice a vita. Simpatico il giovanotto che ambiva alla poltrona di Mario Calabresi.
Sempre dal clan De Benedetti mi arriva voce che Paola Ferrari, moglie di Marco De Benedetti, invisa al suocero per le sue idee di ultradestra che la portarono anche a candidarsi in lista con l’aspirante premier Daniela Santanché, abbia davvero esagerato con certe visite dai medici specializzati in estetica. Tanto che l’Ingegnere avrebbe detto al figlio: «Ma chi è quella signora che è venuta con te?»; non riconoscendo più i connotati dell’ex presentatrice della Domenica Sportiva.
alessandro benetton deborah compagnoni
A proposito di malelingue ed editoria: chi è quel direttore amatissimo da Urbano Cairo che deve farsi accompagnare alla toilette dal suo assistente personale perché ha paura di chiudere la porta mentre si scarica?
Ma la più sugosa polemica riguarda Alessandro Benetton. Pare che il manager, le cui capacità hanno convinto persino l’ottantenne genitore a rientrare in azienda per evitare ulteriori danni, sia entrato in rotta di collisione con lo staff della Fondazione Cortina 2021 che si dovrebbe occupare della costruzione dei Mondiali di sci.
Al bel Alessandro, che gode dei favori delle federazioni sportive per aver sposato Deborah Compagnoni, non basta fare l’uomo di rappresentanza. Così si è messo a rompere le scatole a quelli che, diversamente da lui, sanno fare i conti. Pare che lo stesso Luca Zaia, potente governatore leghista del Veneto, che in principio lo aveva appoggiato con entusiasmo, sia piuttosto seccato della cosa.
Si parlava di politica, di come Renzi sia caduto in disgrazia e di quanto poco se ne renda conto. Pare che Maria Elena Boschi, la sua adoratissima consigliera, sia la prima a non comprendere lo stato tragico nel quel versa il partito democratico. Il suo mantra è: «Abbiamo persone elezioni ma siamo la maggioranza del PD, perché abbaino vinto il Congresso».
Tanto che un grande imprenditore della Romagna rossa, noto per avere il pallino della forma fisica, avrebbe raccomandato un cambio radicale di mentalità riportando i malumori di tante istituzioni, in primis la Banca d’Italia (che di confindustriali ne influenza parecchi), nei confronti di Renzi.
Non che il centrodestra brilli per simpatie raccolte. Le serpi di St. Moritz, che di tanto in tanto strisciano fin nei salotti romani, narravano che in certi consessi di Montecitorio Andrea Giambruno, il compagno di Giorgia Meloni, lo chiamino «Il Terribile». Giambruno in quanto a coattagine sarebbe un campione. Il suo look preferito sono le bretelle nere con i jeans e i mocassini lucidati a festa. Anche il supremo Berlusconi avrebbe detto ai suoi che è inguardabile.
Da ultimo la stilettata che la mia mica Maddalena, pariolina doc, ha tirato alla sindaca romana, Virginia Raggi, dicono sedotta dal fascino di Alejandro Agag, che ha invaso la Capitale con il carrozzone delle sue macchine elettriche da competizione. Pare che quando la sindaca se ne esca con l’espressione «È sbocciato un amore» non intenda quello tra la città eterna e le corse eco, ma il suo per i modi affabili di Agag, che in privato avrebbe paragonato a quelli di Giovanni Malgò. Si narra che la dolce Virginia si sia messa anche tutta in ghingheri per una cena alla quale il suo nuovo amico Alejandro l’avrebbe invitata seduta accanto a lui.
marco de benedetti paola ferrariCARLO E SILVIA DE BENEDETTI A SANKT MORITZCARLO E SILVIA DE BENEDETTI A SANKT MORITZ ALEJANDRO AGAG IL GIORNO DELLE NOZZE CON ANA AZNAR BOTELLAAlejandro Agagpaola ferrari marco de benedetti
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