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Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
Anche i social media devono collaborare con la polizia, quando c'è di mezzo la sicurezza e l'ordine pubblico. Niente questioni di privacy o diritto alla libertà di espressione. à il messaggio che ha mandato il New York Police Department, inviando a Twitter un ordine di rivelare l'identità di un suo utente. Questa persona ha scritto un messaggio sul popolare micro blog, con cui annunciava di voler fare un'altra strage come quella di Aurora, ma stavolta in un cinema di Broadway.
L'occasione dovrebbe essere ancora una proiezione dell'ultimo film di Batman. «Questo si leggeva nel tweet - non è un cavolo di scherzo. Io sono serio, la gente morirà come ad Aurora», cioè la sala del Colorado dove a metà luglio lo studente James Holmes ha ucciso dodici spettatori, andati a vedere una proiezione notturna di «The Dark Knight Rises». L'utente aveva indicato anche il luogo dove voleva agire, cioè il Longacre Theatre di Manhattan, dove in questi giorni era in scena uno spettacolo di Mike Tyson. I messaggi erano cominciati il 28 luglio e sono continuati nella prima settimana di agosto.
Davanti ad una minaccia così perentoria e precisa, la polizia di New York ha deciso che non c'era tempo da perdere. Magari è solo un mitomane che dice stupidaggini, ma non sarebbe saggio correre il rischio. Quindi il dipartimento ha chiesto a Twitter di collaborare, rivelando l'identità dell'utente. Il social media si è rifiutato, e allora la polizia è passata alle vie legali. Ieri ha emesso un subpoena, che in sostanza equivale a un mandato di comparizione in tribunale. Se Twitter rifiuterà ancora di fornire le informazioni richieste, se la vedrà con un giudice. Nel frattempo, per evitare rischi, il dipartimento ha mandato i suoi uomini a presidiare il teatro indicato nei messaggi.
La questione del rapporto tra privacy, diritti civili e sicurezza è molto dibattuta in America, dagli attentati dell'11 settembre 2001. I social media sono entrati in questa discussione diventando un fenomeno popolare, ma così hanno attirato anche l'attenzione delle forze dell'ordine, non più disposte a lasciare terreno libero per le comunicazioni giudicate pericolose.
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